Il protocollo d’intesa tra INAIL e parti sociali in materia di sicurezza sul lavoro nel settore metalmeccanico

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In data 8 giugno 2018 l’INAIL e le parti sociali Federmeccanica, Assistal, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa volto alla realizzazione di attività finalizzate alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e alla diffusione della cultura della sicurezza. In particolare tali obiettivi vengono perseguiti attraverso l’istituzione di un comitato paritetico di coordinamento con funzioni di indirizzo, coordinamento e monitoraggio dei risultati della collaborazione che le parti stipulanti intendono avviare.

 

Nelle premesse al Protocollo si legge che, a seguito delle modifiche legislative intervenute a partire dal d.lgs. 38/2000 in poi, le funzioni attribuite all’INAIL sono mutate in senso ampliativo, dal momento che l’Istituto si è evoluto da mero soggetto erogatore di prestazioni assicurative a vero e proprio soggetto attivo di protezione sociale, incaricato anche di interventi preventivi finalizzati a tutelare i lavoratori dagli infortuni sul lavoro e dalle malattie professionali. Tali attività prevenzionali sono perseguite privilegiando interventi promossi in collaborazione con le associazioni rappresentative datoriali e sindacali. D’altro canto, Federmeccanica, Assistal, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil sono sempre più impegnate nella prevenzione attraverso attività formative e informative volte a diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro, come tra loro concordato in sede di rinnovo del Contratto nazionale di lavoro del 26 novembre 2016. Da qui l’interesse di tutte le parti firmatarie a creare sinergie per fornire risposte integrate in materia di salute e sicurezza sul lavoro nel settore metalmeccanico e della installazione di impianti.

 

Quanto al comitato paritetico di coordinamento, viene previsto che esso sia composto da otto referenti: tre individuati dall’INAIL e cinque individuati rispettivamente dalle singole parti sociali Federmeccanica, Assistal, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil. Oltre alle specifiche attività stabilite nel Protocollo, di cui si dirà a breve, al comitato viene altresì affidato il compito di proporre ulteriori attività progettuali soggette ad accordi attuativi successivi.

 

Nel Protocollo vengono in particolare individuati cinque diversi ambiti di collaborazione – che saranno anch’essi regolati attraverso la stipula di successivi accordi attuativi – affidati all’indirizzo, coordinamento e monitoraggio del comitato paritetico.

 

Il primo ambito di collaborazione consiste nell’elaborazione di uno studio medico-statistico sugli infortuni e sulle malattie professionali nel settore metalmeccanico e della installazione di impianti. Da questo punto di vista, sarebbe di grande utilità se la raccolta di questi dati statistici si estendesse ad elementi ulteriori rispetto al mero andamento infortunistico, ma di importanza altrettanto fondamentale ai fini della progettazione di future strategie di prevenzione, quali la tipologia e la dinamica dell’incidente verificatosi e la causa diretta dell’infortunio.

 

Nello stesso solco si pone il secondo obiettivo pattuito, ovvero lo studio e la elaborazione di un modello condiviso finalizzato alla mappatura dei quasi incidenti. Si deve infatti ricordare che “quasi incidenti” (c.d. near miss) sono tutti gli eventi, correlati al lavoro, che avrebbero potuto causare un infortunio o una tecnopatia ma che, casualmente, non lo hanno in concreto prodotto. La registrazione di questi eventi rappresenta un utilissimo strumento di prevenzione, in quanto essi costituiscono una spia senza la quale non sarebbe possibile cogliere i punti deboli dell’organizzazione della sicurezza apprestata in azienda.

 

Altri due ambiti di intervento previsti dal Protocollo riguardano la promozione della cultura della sicurezza e si declinano in particolare nella definizione di azioni di prevenzione finalizzate alla diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro afferenti i diversi comparti e nella progettazione di iniziative di carattere informativo/formativo volte alla promozione e diffusione dei valori e della cultura della salute e sicurezza nel lavoro.

 

L’ultimo obiettivo elencato concerne l’individuazione e la diffusione di buone pratiche in materia di salute, sicurezza e prevenzione. Questa misura riveste senz’altro grande importanza, dal momento che l’individuazione di buone pratiche rappresenta uno strumento di grande utilità pratica per le aziende, consentendo in via diretta un miglior adempimento degli obblighi di prevenzione. Sarebbe inoltre opportuno dedicare particolare attenzione alle buone pratiche applicabili all’interno delle aziende di piccole dimensioni, poiché in tali organizzazioni la prevenzione costituisce un obbligo proporzionalmente più oneroso.

 

Come anticipato, tutte le attività oggetto di collaborazione sono destinate ad essere regolate da successivi accordi attuativi in cui dovranno essere indicati le attività da espletare, gli obiettivi da conseguire, le tempistiche, gli oneri economici e strumentali assunti, la composizione del tavolo di gestione, cui prenderanno parte referenti delle parti firmatarie, e dei profili professionali/amministrativi dei componenti. Detti accordi attuativi non potranno avere durata superiore a quella del Protocollo stesso, il quale, salvo interruzioni delle attività dovute a causa di forza maggiore, avrà durata triennale con decorrenza dall’8 giugno 2018.

 

L’INAIL e le parti sociali si impegnano a mettere in campo le risorse professionali, tecniche e strumentali in funzione delle specifiche competenze e disponibilità, rendendo disponibile il proprio patrimonio di conoscenze in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro per la realizzazione delle iniziative progettuali oggetto della collaborazione. La suddivisione delle spese viene concordata secondo una logica di compartecipazione, nella misura della rappresentanza assegnata alle varie parti stipulanti all’interno del comitato paritetico di coordinamento.

 

Le parti firmatarie, inoltre, si impegnano a realizzare le iniziative progettuali con l’obiettivo della replicabilità e della più ampia ricaduta dei risultati perseguiti in termini di numero di destinatari raggiunti direttamente o indirettamente, puntando quindi alla massima diffusione possibile nel settore di interesse.

 

Quanto alla proprietà intellettuale, viene pattuito che l’INAIL acquisisca ogni diritto sulle opere realizzate e sviluppate, ma la divulgazione dei relativi prodotti potrà essere realizzata unicamente senza scopo di lucro, neanche indiretto, dalle parti, per finalità di studio, di ricerca e di promozione della conoscenza del patrimonio culturale e scientifico anche attraverso la pubblicazione in internet, previo rilascio della liberatoria degli autori.

 

Di sicuro vanno accolte con favore le proposte formulate presso la Camera dei Deputati lo scorso 14 giugno dal nuovo Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, in occasione della “Informativa urgente del Governo sugli incidenti nei luoghi di lavoro” – proposte da un lato volte a premiare con agevolazioni Iva le aziende che investono sulla sicurezza e, dall’altro, nella direzione di assumere mille ispettori del lavoro nei prossimi cinque anni – ma forse sarebbe opportuno anche dare maggior risonanza e replicare iniziative di prevenzione settoriale come questa, mirate per specifici settori e in quanto tali più efficaci, puntando sull’individuazione di buone prassi che guidino le aziende direttamente nella prevenzione dei rischi.

 

Lorenzo Maria Pelusi

Scuola di dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro

Università degli Studi di Bergamo

@lorempel

 

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