La Garanzia Giovani in Lombardia. A tu per tu con l’Assessore Valentina Aprea

Assessore, quali sono le linee guida che hanno mosso la vostra azione sul tema Garanzia Giovani? E a che punto è l’implementazione del piano regionale?

 

Garanzia Giovani rappresenta l’opportunità di realizzare una politica di sistema per offrire ai giovani un’esperienza di lavoro o di tirocinio. Regione Lombardia si è mossa su tre fronti. Da un lato in continuità con Dote Unica Lavoro, ci rivolgiamo ai giovani disoccupati, potenziando gli interventi degli operatori accreditati al lavoro. In secondo luogo il Piano regionale prevede anche il coinvolgimento delle scuole, delle Università, delle fondazioni ITS e dei Poli tecnico-professionali per accompagnare alla transizione scuola lavoro i giovani in uscita dai percorsi formativi. Infine ci siamo rivolti direttamente alle aziende per coinvolgerle in azioni dirette e senza intermediazione, grazie alla pubblicazione delle opportunità di lavoro o tirocinio sul portale nazionale di Garanzia Giovani o su Borsalavoro Lombardia.

Il piano regionale ha avuto un avvio non immediato, perché il raccordo operativo con il Ministero del Lavoro doveva affrontare questioni complesse. Abbiamo atteso per molto tempo una risposta definitiva da Roma sulla possibilità di escludere i finanziamenti dal Patto di stabilità interno, questione da cui discendevano importanti conseguenze in termini di flussi finanziari. Anche rispetto al raccordo con il sistema informativo nazionale si stanno solo ora risolvendo tutte le questioni aperte. Si consideri che gli operatori accreditati hanno iniziato a ricevere solo in questi giorni l’abilitazione nazionale per la presa in carico dei giovani nel portale di Cliclavoro.

Siamo peraltro in attesa della definizione della Convenzione tra Ministero del lavoro e INPS per l’operatività del pagamento degli incentivi all’assunzione e per il pagamento delle indennità di tirocinio. D’altra parte sarebbe stato illusorio pensare che Garanzia Giovani sarebbe potuta partire in tempi immediati, visto che da dieci anni, nonostante le spinte delle riforme, a partire dalla Legge Biagi, l’Italia è stata tendenzialmente ferma. Uno dei meriti di Garanzia Giovani è aver evidenziato l’urgenza di attivare sistemi organici di politiche del lavoro, a partire dall’accreditamento, alla definizione di standard e costi di servizio, ad una dorsale informatica nazionale funzionante.

In tutto ciò il nostro impegno primario è stato quello di dare tempestivo riscontro ai giovani che hanno aderito a Garanzia Giovani in Lombardia. Ora il sistema è attivo, non solo da un punto di vista amministrativo (convenzione con Ministero, approvazione del piano regionale) e non soltanto con una burocratica “presa in carico”, ma con la vera e propria attivazione dei servizi per i giovani.

Spero che ora l’attenzione si sposti sui risultati concreti.

 

Garanzia Giovani si innesta su un modello regionale di politiche attive incentrato sul sistema della Dote Unica Lavoro. Quali sono le caratteristiche di questo modello e come pensa possa costituire una risposta per i giovani lombardi nell’ambito del sistema di Garanzia Giovani?

 

Regione Lombardia ha da tempo attivato le politiche attive per il lavoro, per accompagnare i giovani nella transizione dalla scuola al lavoro e da un lavoro ad un altro. La Lombardia è stata tra le prime regioni ad esercitare le competenze in materia di lavoro e oggi può contare su una rete capillare di servizi, con ben 742 sportelli al lavoro sul territorio. Ad ottobre 2013 abbiamo attivato Dote Unica Lavoro, un sistema unitario di politiche del lavoro maturo, di ampio respiro, finalizzato a rendere più trasparente e fluido l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, attraverso un sistema concorrente di servizi all’impiego pubblici e privati autorizzati o accreditati.

Con Dote Unica Lavoro le persone scelgono un operatore pubblico o privato in base al principio della libertà di scelta, condividono un piano di intervento personalizzato, scegliendo i servizi da attivare e seguono il percorso per la ricerca di lavoro.

È importante sottolineare che gli operatori sono fortemente orientati a raggiungere il risultato, perché questo determina la gran parte del rimborso economico che viene loro riconosciuto. Garanzia Giovani ha mutuato i medesimi principi generali e le medesime tipologie di azioni di Dote Unica Lavoro, concentrandole sui giovani. Per questo, in Lombardia, Garanzia Giovani si è naturalmente configurata come un’estensione di Dote Unica Lavoro, specificamente destinata ai giovani dai 15 ai 29 anni all’interno di Dote Unica Lavoro.

I risultati ci dicono che il sistema Dote Unica Lavoro risponde efficacemente ai giovani: fino ad ora, su circa 32mila persone accompagnate, ben il 40% sono giovani tra i 15 e i 29 anni. Questi raggiungono un tasso di successo complessivo del 70,7%, tra avviamenti al lavoro a tempo indeterminato, apprendistato e contratti di lavoro a tempo determinato (59%). Per quanto riguarda Garanzia Giovani possiamo considerare come positivi anche l’attivazione di tirocini che rappresentano l’11,7% del totale. Ritengo che la massima trasparenza sull’andamento delle politiche regionali sia uno dei principi ineludibili delle politiche pubbliche. Per questo Regione Lombardia pubblica un monitoraggio settimanale disponibile sul sito www.lavoro.regione.lombardia.it, nella sezione “Dote Unica Lavoro”.

 

Dalle prime rilevazioni del Ministero risulta che Regione Lombardia è uno dei territori maggiormente attrattivi anche per giovani provenienti da altre realtà regionali. Come valuta questo interesse? Quali saranno le sue ricadute nel concreto?

 

Sono orgogliosa del fatto che la Lombardia si conferma la regione più attrattiva. Infatti più della metà dei giovani che hanno aderito provengono da fuori regione. D’altra parte abbiamo un mercato del lavoro che, nonostante la crisi, continua a dare risposte a chi cerca lavoro e dall’altra parte abbiamo una rete di servizi al lavoro molto estesa.

Il piano Garanzia Giovani prevede d’altra parte che le risorse seguano le persone, perciò per la Lombardia questo si tradurrà in maggiori risorse per i giovani. Siamo pronti ad attivare servizi per tutti i giovani interessati. Naturalmente seguire un percorso di inserimento lavorativo prevede una presenza sul territorio, e quindi un percorso di mobilità geografica, che deve essere messo in conto da un giovane che aderisce da altra regione.

 

Analizzando i dati sul portale nazionale risulta che poche sono le aziende che si interfacciano direttamente con la Garanzia Giovani. È un problema anche lombardo? Sono in cantiere delle misure per aggirare queste difficoltà?

 

Stiamo incontrando le aziende ed i loro sistemi di rappresentanza e la risposta è generalmente positiva. Consideriamo il sistema produttivo naturalmente un partner imprescindibile per la buona riuscita del programma. Tuttavia sappiamo che la maggior parte delle aziende non attiva un canale diretto con Garanzia Giovani o con il sistema regionale per l’assunzione o per l’avvio di tirocini. Solo quelle che hanno un’organizzazione interna sufficientemente strutturata e pronta ad attivare colloqui e selezioni si presenta direttamente sui portali offrendo posti di lavoro. La gran parte delle aziende, infatti, si affida piuttosto a soggetti intermediari privati per la gestione dei propri fabbisogni professionali. Per questo è imprescindibile coinvolgere, nella rete di servizi al lavoro, anche le agenzie per il lavoro, al fine di intercettare le richieste aziendali. In tal senso trovo inammissibile ogni polemica sul coinvolgimento degli interlocutori privati nel programma Garanzia Giovani: non solo è la legge nazionale a prevedere che i privati accreditati prendano in carico direttamente le persone, ma per quanto ci riguarda, noi non privilegiamo il pubblico o il privato, ma ne supportiamo la virtuosa collaborazione. Semplicemente, quindi, riconosciamo il rimborso delle prestazioni agli operatori che riescono a raggiungere il risultato di rispondere ai bisogni delle persone. Al di là della loro natura giuridica. Del resto, ancora una volta i dati parlano da soli.

Il monitoraggio pubblico di Regione Lombardia mostra che la concorrenza pubblico/privato è utile anche ai servizi pubblici: nella top ten degli operatori, due soltanto sono Centri pubblici per l’impiego.

 

La diffidenza delle imprese nei confronti di Garanzia Giovani dipende forse anche dal non aver compreso quali siano i vantaggi dell’iniziativa. Quante sono le risorse messe a disposizione dalla Garanzia Giovani e con quali finalità?

 

Le aziende possono contare su incentivi per l’assunzione ed un rimborso parziale per l’indennità di tirocinio. È importante dare risposte chiare alle aziende e garantire la semplicità di utilizzo. Per questo l’intervento di INPS, che attiverà il bonus occupazionale attraverso la compensazione dei versamenti contributivi delle aziende, può essere una risposta positiva.

Serve però che la Convenzione tra Ministero ed INPS si attivi immediatamente, per dare un quadro di certezze. Peraltro come Lombardia abbiamo espresso la volontà di riprendere il programma del “ponte generazionale” che prevede la possibilità di una riduzione di orario di lavoro per il lavoratore vicino all’età pensionabile e la contemporanea assunzione di un giovane.

La Regione garantisce al lavoratore anziano l’integrazione contributiva ed al giovane una formazione iniziale. In tal modo i benefici sono molteplici: per il lavoratore senior, che può volontariamente gestire in modo flessibile il percorso verso la pensione; per il giovane, che trova un lavoro; e per l’azienda stessa, che gode dei benefici legati alle policies sui due versanti, lavoratori anziani e giovani.

 

Parliamo di autoimprenditorialità. Forse è la misura meno nota della Garanzia Giovani. Diverse ricerche e studi dimostrano come per i ragazzi il futuro non sarà tanto nel cercare lavoro ma nel crearlo. Ci sono iniziative particolari dedicate a questo ambito da parte di Regione Lombardia?

 

Regione Lombardia ha stanziato oltre 11 milioni di euro, nel Piano Garanzia Giovani, per accompagnare i giovani allo sviluppo della loro idea di imprenditorialità, attraverso la definizione del business plan e l’accompagnamento alla costituzione dell’impresa. È uno dei servizi già messo in campo da Dote Unica Lavoro, per cui siamo pronti anche a dare una risposta a chi vuole diventare imprenditore.

 

Il servizio civile è un altro elemento poco noto dell’iniziativa europea. In Italia in questo momento si sta parlando di riforma di terzo settore, perché secondo lei è importante incentivare anche percorsi di questo tipo e non solo inserimenti in contesti aziendali nell’ambito del sistema di Garanzia Giovani?

 

Il servizio civile può essere uno strumento importante sia per la tenuta del tessuto sociale delle nostre comunità, sia come opportunità per i giovani che vogliono intraprendere un percorso professionale nel terzo settore. La Lombardia può contare su una legge regionale che avrà un immediato beneficio e sviluppo attraverso i finanziamenti di Garanzia Giovani. Procederemo anche su questo fronte all’emanazione di specifici avvisi pubblici.

 

Umberto Buratti

ADAPT Senior Research Fellow

@U_Buratti

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