Garanzia Giovani era stata impostata, dalle istituzioni europee, come dispositivo per rafforzare i servizi pubblici per il lavoro, in modo che orientassero e specializzassero le loro attivitร per garantire ai giovani che non studiano, non lavorano e non cercano attivamente lavoro, opportunitร di ingresso nel mercato e di avvicinamento alle imprese.
In Italia, il dispositivo ha rispettato il fine indicato, ma Garanzia Giovani non ha per nulla puntato sul rafforzamento dei servizi pubblici per il lavoro. Dunque, del miliardo e mezzo a disposizione per realizzare le attivitร praticamente nemmeno un centesimo รจ destinato a rafforzare i servizi pubblici.
La gran parte del finanziamento รจ destinata a pagare al posto delle imprese lโindennitร per i tirocini, con la conseguenza di โdrogareโ lโistituto, pochi anni dopo aver imposto per legge alle imprese lโonerositร a loro carico dei tirocini. Altra parte consistente remunera le attivitร di formazione dei giovani. Ancora, molte risorse sono destinate al bonus occupazionale spettante alle imprese che assumano i giovani per almeno 6 mesi, con una modulazione crescente al crescere della difficoltร dellโinserimento lavorativo e della stabilitร del contratto. Unโultima tranche molto sostanziosa remunera lโattivitร dei soggetti che effettuano la mediazione per tirocini ed inserimenti aziendali, con premi โa risultatoโ destinati alle agenzie private autorizzate o accreditate a svolgere i servizi per il lavoro.
ร ormai acquisito il dato che il dispositivo non ha fin qui funzionato. Il meccanismo di aggancio tra opportunitร lavorative, di tirocinio e formative e la volontร del giovane di partecipare รจ tale da far disperdere lโincontro domanda/offerta tra mille rivoli, di varia natura.
In questo conclamato fallimento del sistema, come si nota, lo Stato ha di fatto disinvestito sui propri apparati, i centri per lโimpiego, scegliendo di finanziare i privati. ร come se unโagenzia di somministrazione avesse ottenuto ingenti finanziamenti europei per la propria attivitร , ma li destinasse tutti ai suoi concorrenti.
Il bel risultato รจ non solo lโinefficacia di Garanzia Giovani, ma il venire a mancare di unโopportunitร di finanziare i servizi del lavoro, in attesa dellโaraba fenice dellโAgenzia nazionale per lโoccupazione.
Ha prevalso, evidentemente, la furia abolizionista (per finta) delle province, costrette a versare allo Stato nel 2015 qualcosa come 1,580 miliardi per effetto del d.l. n. 66/2014 e della legge n. 190/2014 e impossibilitate a sostenere la spesa (circa 500 milioni, di cui circa 300 per personale) destinata ai servizi per il lavoro.
Lo Stato ha preso dalle province ingentissime risorse, che si triplicheranno da qui al 2017. E, proprio per i servizi per il lavoro, a conferma della depredazione, pensa di rimediare, ora, con lโerogazione alle province, tramite le regioni, di 60 milioni, tratti dallโanticipazione del fondo di gestione dei finanziamenti europei.
Una goccia nel mare del fabbisogno, che rivela lโoperazione contraddittoria posta in essere: quello stesso Stato che ha negato ai servizi per il lavoro risorse per potenziarli nellโambito della Garanzia Giovani e che priva le province della possibilitร di gestire i servizi, eroga una specie di elemosina. Che le regioni, chiamate a gestirla, avranno cura, probabilmente, di evitarla con cautela.
Infatti, questa anticipazione di 60 milioni, prevista dallโarticolo 1, comma 429, della legge n. 190/2014 รจ finalizzata, nella sostanza, a pagare gli stipendi degli addetti ai servizi per il lavoro, sgravando un poโ (ma troppo poco) la spesa corrente delle province. Perรฒ, le regioni debbono agganciare la richiesta dellโanticipazione da rivolgere al Ministero del lavoro a progetti operativi a valere sul fondo sociale europeo, perchรฉ altrimenti non sarebbe assolutamente rendicontabile la spesa.
Garanzia Giovani sarebbe stato un progetto operativo ideale, a questo scopo. Ma, come visto sopra, nella gran parte delle regioni sarร inutilizzabile, in quanto alcune, come il Veneto, alle province non hanno destinato nulla, in altre il potenziamento dei servizi per il lavoro pubblici di fatto รจ solo sulla carta.
La conclusione รจ che il Parlamento รจ perfettamente consapevole dellโinsostenibilitร della spesa per i servizi per il lavoro, cagionata dal prelievo forzoso imposto alle province. Ma, i 60 milioni previsti allo scopo sono solo un pannicello caldo, che nemmeno potrร essere utilizzato completamente da tutte le regioni a causa delle difficoltร a rendicontare. Mentre Garanzia Giovani continua a languire.
Luigi Oliveri
Dirigente Coordinatore Area Servizi alla Persona e alla Comunitร
Provincia di Verona
@Rilievoaiace