Disturbi muscoloscheletrici in lavoratori con sclerosi multipla: una visione orientata alle mansioni

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Bollettino ADAPT 7 febbraio 2022, n. 5
 
L’Agenzia Europea per la sicurezza sul lavoro ha recentemente pubblicato gli esiti di una ricerca condotta dall’Inail in collaborazione con la Fondazione Italiana Sclerosi multipla in merito all’impatto dei disturbi muscoloscheletrici nei lavoratori affetti da sclerosi multipla.

La sclerosi multipla è una malattia cronica infiammatoria demielinizzante del sistema nervoso centrale. I disturbi muscoloscheletrici e le loro cause non sono ancora ben compresi. Si ritiene che la postura asimmetrica, la deambulazione, la debolezza muscolare, la disfunzione sensibile e la spasticità abbiano un ruolo nella loro insorgenza. In questo contesto, il tipo di dolore più comune è la lombalgia che varia dal 10 al 21,4%.
 
La sclerosi multipla ha un impatto devastante sulla qualità della vita dei pazienti e sulla capacità di lavorare; in particolare, la conseguenza sociale più importante è la ridotta occupabilità dovuta alla compromessa capacità dell’individuo di svolgere compiti professionali. In un sondaggio condotto nel 2010 su scala mondiale è emerso che circa l’83% delle persone con sclerosi multipla lascia il lavoro prematuramente a causa della malattia e che il 47% di queste persone lascia il lavoro entro 3 anni dalla diagnosi. La maggior parte degli intervistati (85%) ha segnalato il sintomo “stanchezza” come causa principale della propria incapacità di rimanere al lavoro, seguito da disturbi della mobilità in generale.
Il decorso progressivo della malattia, la disabilità fisica, i livelli più elevati di dolore e affaticamento, la depressione, l’ansia ei disturbi cognitivi sono i fattori che più frequentemente sono stati associati alle difficoltà nello svolgimento delle mansioni lavorative.

 

Trovare lavoro e mantenerlo sono le sfide maggiori per le persone affette da sclerosi multipla che riferiscono che un’ampia gamma di fattori legati al lavoro, al supporto, e ai sintomi svolgono un ruolo significativo a tale riguardo. I dati raccolti dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla nel 2017 indicano che circa il 33% dei lavoratori affetti da sclerosi multipla ha lasciato il lavoro a causa della malattia e il 50% ha affermato che le limitazioni causate dalla malattia gli impediva di svolgere il lavoro che desiderava o per il quale era qualificato.
 
La pandemia di Covid-19 ha esacerbato le difficoltà, non solo a causa della discontinuità nei servizi sanitari e sociali, ma anche dal punto di vista occupazionale. La sclerosi multipla è caratterizzata da sintomi eterogenei che potrebbero interessare individui in diversi domini funzionali. I disturbi muscoloscheletrici sono un aspetto di una malattia complessa che necessita di un approccio multidisciplinare. Un team di assistenza multidisciplinare può essere definito come una partnership tra operatori sanitari di diverse discipline all’interno e all’esterno del settore sanitario, nonché nei centri di cura e nella comunità, con l’obiettivo di fornire servizi sanitari continui, completi ed efficienti. In questo contesto, è necessario un approccio multidisciplinare del team riabilitativo per contrastare i sintomi della sclerosi multipla, in particolare i disturbi muscoloscheletrici, e preservare il più possibile la vita quotidiana e le attività lavorative. Risulta quindi rilevante un approccio integrato finalizzato alla valutazione e gestione dei rischi nei luoghi di lavoro con l’inserimento nel team dei professionisti della prevenzione aziendale, in particolare del medico competente.
 
L’inserimento nel mondo del lavoro e il mantenimento del lavoro da parte di persone affette da malattie croniche degenerative e, nel caso specifico dalla sclerosi multipla, deve essere attuato secondo quanto dettato sia dalla normativa vigente in materia di tutela della salute e sicurezza – in Italia il d.Lgs. 81/2008 – sia dalla normativa antidiscriminatoria. La questione si rivela complessa e delicata, amplificata ancor di più da problematiche legate anche alla tutela della privacy. In questo contesto, le diverse figure professionali del sistema di prevenzione aziendale – ciascuna nell’ambito della propria competenza – svolgono un ruolo rilevante nella migliore gestione delle criticità, nell’attuazione di strategie di prevenzione e, in particolare, nel contribuire ad individuare ragionevoli accomodamenti in relazione ai bisogni delle persone con sclerosi multipla sul posto di lavoro. Informazioni dettagliate su accomodamenti ragionevoli sono disponibili nel Job Accommodation Network (JAN) (Persechino et al., 2014). Si tratta di un toolkit online per gli accomodamenti sul posto di lavoro che fornisce assistenza tecnica sia ai dipendenti sia ai datori di lavoro. Contiene politiche e esempi di pratiche, modelli ed elenchi di controllo, nonché approcci che le aziende possono personalizzare in relazione alle mansioni da svolgere.
 
Tenendo conto del fatto che ci sono diversi e spesso complessi aspetti coinvolti nell’identificazione di sistemazioni ragionevoli nel contesto della sclerosi multipla, è opportuno fornire informazioni approfondite su alcune caratteristiche del contesto lavorativo. In particolare, per quanto riguarda i rischi presenti durante il lavoro che possono causare/peggiorare i disturbi muscoloscheletrici, circa il 43% dei lavoratori italiani è visitato dal medico competente per la movimentazione manuale dei carichi (MHL), il 30% per il rischio di lavoro al videoterminale, il 21% per rischio posturale e 17% per sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. Si precisa che potrebbero esserci anche più esposizioni contemporaneamente per lo stesso lavoratore. È stato strutturato un questionario, utilizzando indicatori basati su un’attenta revisione della letteratura focalizzata sul problema del lavoro nei pazienti con sclerosi multipla. Sono state inoltre raccolte informazioni riguardanti il ​​sistema di sorveglianza sanitaria e la valutazione dell’idoneità al lavoro nei lavoratori con sclerosi multipla e le esigenze di formazione e aggiornamento sulla stessa patologia.Tra gli intervistati, 271 medici del lavoro (67,8% del campione) hanno gestito lavoratori con
sclerosi multipla durante le loro attività professionali, per la maggior parte rientranti nel programma di sorveglianza sanitaria, ai sensi del D.Lgs. 81/08. Più della metà del campione ha evidenziato la presenza di alcune difficoltà nell’emettere un giudizio di idoneità al lavoro senza limitazioni o prescrizioni. Queste difficoltà sono dovute principalmente alla natura ergonomica della postazione di lavoro (24,5%) o alle caratteristiche fisiche del luogo di lavoro (17,4%), alla tipologia (22,5%) e all’entità dei fattori di rischio professionale a cui sono esposti i lavoratori con sclerosi multipla (8,0%), e alla durata dell’orario di lavoro (17,4%).

Dei medici competenti intervistati, il 30,8% ha affermato che i lavoratori con sclerosi multipla inclusi nel programma di sorveglianza sanitaria sono stati principalmente esposti a videoterminali e il 19,0% a movimentazione manuale dei carichi.
 
Un’analisi più approfondita condotta sul suddetto sottocampione ha evidenziato che circa la metà dei medici competenti che hanno gestito lavoratori con sclerosi multipla esposti al rischio di movimentazione manuale dei carichi aveva una richiesta, oltre a quella già obbligatoria, di un’ulteriore visita medica da parte del paziente affetto da sclerosi multipla. Inoltre, il 40,8% del campione considera necessaria la formazione su “Disabilità e lavoro” e il 37,8% considera tale attività indispensabile, mentre la formazione su sclerosi multipla e lavoro è ritenuta utile dal 45,4%, necessaria dal 41,2% e indispensabile dal 12,4%.
 
Le questioni sopra menzionate sottolineano la complessità del mantenimento e della gestione dell’attività lavorativa per le persone affette da sclerosi multipla, ma evidenziano anche aree di potenziale intervento e sviluppo di strategie preventive.

I risultati dell’indagine sui medici competenti, evidenziando i diversi casi/tipi di difficoltà nell’emettere un giudizio di idoneità al lavoro, in particolare per i lavoratori esposti a movimentazione manuale dei carichi, rendono chiara la necessità sia dell’adozione di specifici accomodamenti ragionevoli sul posto di lavoro che dell’empowerment attraverso la formazione di professionisti della prevenzione, in particolare dei medici competenti.

Come evidenziato nel documento, i disturbi muscoloscheletrici e le loro cause nella sclerosi multipla non sono ben compresi, ma possono essere considerati una delle principali cause di dolore nella suddetta patologia.
 
Sul tema della sclerosi multipla e del lavoro, l’INAIL ha finanziato il progetto PRISMA, che prevede una partnership di eccellenza – tra cui la FISM – il cui obiettivo generale è analizzare la realtà lavorativa delle persone con sclerosi multipla in Italia, definire modelli e programmi innovativi per migliorare l’inclusione nel mondo di lavoro.

I risultati di PRISMA contribuiranno all’identificazione di politiche e strategie per l’inclusione e il mantenimento del posto di lavoro, anche al fine di identificare le “buone pratiche” nell’ambito della salute e sicurezza.
 
Paola de Vita

ADAPT Professional Fellow

Disturbi muscoloscheletrici in lavoratori con sclerosi multipla: una visione orientata alle mansioni
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