Apprendistato professionalizzante: serve un’alleanza tra Regioni e Agenzie per il lavoro

La legge n. 78/2014 del 16 maggio scorso, con cui è stato convertito il cd. “Decreto Poletti”, ha correttamente reinserito l’obbligo di redigere il piano formativo in forma scritta, ancorché semplificato, all’interno del contratto di assunzione in apprendistato professionalizzante. Ha inoltre posto in capo alle Regioni l’onere di notificare all’impresa che assume, entro 45 giorni dall’avviamento lavorativo, la modalità ed il luogo di svolgimento della formazione pubblica per l’acquisizione delle competenze di base e trasversali, prevedendo che la stessa possa essere erogata anche in azienda, per il tramite dello stesso datore di lavoro o delle associazioni datoriali.

 

Molto bello, sulla carta. Ma assai poco realistico, nella pratica, considerando che le Regioni italiane sono in questi giorni alle prese con l’avviamento della mastodontica operazione Garanzia Giovani, con il relativo assorbimento di tutte le energie disponibili.

 

D’altro canto, la formazione pubblica (o fatta dal privato ma riconosciuta dal pubblico come tale) non può essere elusa, pena il versamento dei contributi sociali risparmiati, per infrangimento delle normative europee sugli aiuti di Stato, come molte aziende sanno per esservi incappate al tempo dei contratti di formazione e lavoro non correttamente implementati.

 

Come evitare allora questo rischio anche oggi?

Si apre qui a mio avviso la possibilità di una grande alleanza operativa tra le Regioni e le Agenzie per il lavoro, che in molti casi stanno già collaborando per le politiche attive del lavoro o  iniziano a collaborare ora per l’attuazione del programma Garanzia Giovani

 

Come è noto, il Testo Unico sull’apprendistato (decreto legislativo n. 167/2011) introdusse la possibilità per le agenzie di somministrare lavoratori apprendisti alle aziende utilizzatrici, valorizzandone la capacità di saper gestire progetti formativi legati al placement lavorativo, maturati negli anni tramite la gestione delle risorse finanziarie del fondo bilaterale di settore,  Formatemp.

 

In questi primi due anni di operatività nell’ambito della somministrazione di apprendisti le Agenzie hanno capitalizzato un solido know-how nella gestione dei contratti di apprendistato professionalizzante.

Ora si può fare un passo in avanti: Le Regioni e le Agenzie hanno l’occasione per collaborare, diventando quest’ultime la longa manus delle istituzioni pubbliche sul territorio, affinché la formazione di base e trasversale possa essere effettuata nell’arco dei 45 giorni di avviamento dei contratti di apprendistato professionalizzante e con contenuti davvero utili all’azienda ed al lavoratore protagonisti del patto di lavoro. Con il rilascio di una certificazione formale da parte dell’Agenzia, in nome e per conto della Regione sul cui mandato opera.

Che sarebbe, inoltre, totalmente coerente con il programma attuativo di Garanzia Giovani, in cui l’apprendistato è non solo tra le soluzioni previste, ma tra le maggiormente auspicate da parte della Commissione europea, patrocinatrice di questa iniziativa volta a contrastare il dramma della disoccupazione giovanile.

 

Le Agenzie sono pronte a partire, ora attendiamo le Regioni: chi farà da apripista?

 

Antonio Bonardo

Group Director Public Affairs, GiGroup

 

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