24 proposte per la modifica della professione docente in Spagna

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Bollettino ADAPT 14 febbraio 2022, n. 6
 
Preso atto della sempre maggiore complessità della professione docente e delle numerose iniziative portate avanti da vari paesi allo scopo di riprogrammare le modalità con le quali i professori si preparano per le importanti funzioni che sono chiamati a svolgere nelle società moderne, anche la Spagna ha recentemente avviato un incisivo dibattito scaturito dalla presentazione, ad opera del Ministero dell’Istruzione e della Formazione Professionale guidato dalla ministra Pilar Alegría, di un documento contenente 24 proposte per il miglioramento della professione docente, i cui contenuti saranno, nel prossimo periodo, oggetto di negoziazione con i sindacati e le Comunità Autonome.
 
Si tratta di una serie di proposte che toccano nel vivo aspetti quali la formazione iniziale, l’accesso alla professione docente, la formazione continua e lo sviluppo professionale, tutte accomunate dall’intento di attribuire alla pratica una maggiore rilevanza, nella convinzione che l’apprendimento durante tutto l’arco della vita rappresenti la migliore modalità di svolgimento e sviluppo di qualsivoglia professione.
 
Così, rispettando il mandato stabilito dalla Ley Orgánica 3/2020, de 29 de diciembre, por la que se modifica la Ley Orgánica 2/2006, de 3 de mayo, de Educación, che impegnava il ministero a presentare una proposta in materia entro un anno, la Spagna pone le basi per una riforma in un ambito, quello dell’istruzione, che, come ha ricordato la ministra Pilar Alegría, non veniva innovato da oltre 40 anni.
 
Questa proposta di riforma si colloca, peraltro, sul solco della recente ed incisiva riforma complessiva del mercato del lavoro spagnolo, intervenuta con la Ley 20/2021, de 28 de diciembre, de medidas urgentes para la reducción de la temporalidad en el empleo público (su cui vedi L. Serrani, Spagna: una riforma complessiva del lavoro per recuperare i diritti e combattere la precarietà, in bollettino ADAPT del 10 gennaio 2022), la quale, avendo imposto una drastica riduzione del lavoro temporaneo entro il 2024, ha reso necessario il ripensamento dei processi di selezione del personale docente nei termini di una maggiore attenzione, data la stabilità del rapporto di lavoro, alla scelta degli insegnati migliori e più preparati.
 
Qui di seguito, dunque, si darà brevemente conto delle 24 proposte, posto che dalla comparazione con le iniziative portate avanti da altri paesi possono nascere spunti di riflessione utili anche al nostro dibattito interno sui medesimi temi.
 
Proposte sulla formazione iniziale
 
1) Definire il quadro delle competenze professionali degli insegnanti, che comprenda in maniera chiara le aree, le competenze professionali dei docenti, i livelli di sviluppo delle competenze e i descrittori delle stesse.

2) Istituire un esame specifico per l’accesso alle lauree dedicate alla formazione degli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria, che consenta di valutare la competenza comunicativa e di ragionamento critico e la competenza logico-matematica, nonché aspetti relativi ad attitudini e competenze della professione docente.

3) Modificare l’accesso al Máster Universitario en Formación del Profesorado, stabilendo taluni requisiti di base e limitando le specializzazioni in funzione della precedente formazione universitaria degli alunni, in modo tale da evitare, ad esempio, che si possa scegliere la specializzazione del master in matematica provenendo da una laurea in lettere.

4) Promuovere l’offerta di insegnamenti legati alla didattica già nell’ambito dei corsi universitari, specialmente di quelli che sono soliti scegliere gli studenti che poi decidono di proseguire nella carriera docente, consentendo loro, in tal modo, di affrontare il Máster en Formación del Profesorado già forti di un bagaglio di conoscenze su come avvenga l’insegnamento della materia di propria competenza.

5) Rivedere l’offerta del Máster en Formación del Profesorado, affinché la stessa sia in grado di coprire tutti gli ambiti di specializzazione, sino a garantire, ove necessario, un ampliamento della durata del Master che consentirebbe di completare la formazione in ambiti particolarmente specifici, ovvero il ricorso alle figure del master interuniversitario o di altre forme di collaborazione che, ad esempio, favoriscano il coinvolgimento di docenti non universitari all’interno dell’accademia.

6) Rivedere il contenuto dei programmi di studio universitari per il conseguimento dei titoli abilitanti all’insegnamento, in modo tale da introdurre aspetti fondamentali quali il curricolo per competenze, l’attenzione alla diversità o lo sviluppo sostenibile.

7) Stabilire un nuovo modello di avviamento alla funzione docente orientato ad una formazione iniziale basata sull’apprendimento di tipo pratico, così da avvicinare sin da subito lo studente alla realtà che si troverà ad affrontare nel proprio futuro lavorativo arricchendo la formazione teorica con un’esperienza diretta, in coerenza con quella logica di formazione duale che, per funzionare, deve passare per il riconoscimento dei centri educativi e per un giusto compenso alla figura chiave del tutor, scelto tra professori in attività chiamati a svolgere il ruolo di mentori nei confronti dei futuri docenti.

8) Rafforzare la formazione di tipo pratico anche nell’ambito del Máster en Formación del Profesorado, soprattutto in considerazione della molteplicità di corsi universitari che sono stati autorizzati in un momento successivo rispetto alla definizione del regolamento del Master, e, di conseguenza, dei rinnovati requisiti e capacità didattiche necessari a rispondere alle nuove sfide che il sistema educativo è chiamato ad affrontare.
 
Proposte sulla formazione continua
 
9) Utilizzare come riferimento nella formazione continua il Quadro delle competenze professionali dei docenti, nella loro dimensione tanto direttiva, quanto didattica, prevedendo, con riferimento a quest’ultima, ad esempio, che i compiti vengano svolti all’interno della classe, a contatto con gli studenti, mettendo al centro l’attenzione per la metodologia, la valutazione, le diversità, ecc.

10) Utilizzare per la formazione continua il Quadro di riferimento europeo sulle competenze digitali dei docenti, indicando che le amministrazioni educative promuoveranno l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e la formazione in questo settore, pur sempre nel rispetto, tuttavia, dei dovuti adattamenti al contesto e al sistema educativo spagnolo.

11) Garantire la formazione continua degli insegnanti, intesa, questa, tanto come un diritto, mediante lo snellimento, ad esempio, delle procedure per la partecipazione ad eventi, convegni, giornate di formazione, ecc., quanto come un dovere, inducendo i docenti a concentrare la formazione su quegli aspetti ritenuti fondamentali ai fini del corretto svolgimento del proprio lavoro.

12) Garantire l’offerta di una formazione continua su aspetti chiave che vadano oltre quelli digitali, quali ad esempio la formazione in materia di nuovi curricoli e le relative competenze, l’educazione inclusiva, l’Agenda 2030, la sostenibilità, oppure in materia di molestie, maltrattamenti, prevenzione, individuazione e azione contro la violenza sui minori, o ancora in materia di parità di genere e non discriminazione basata sul sesso.

13) Promuovere la diversità nelle modalità di formazione continua degli insegnanti, mediante il ricorso al lavoro collaborativo, all’autovalutazione, al miglioramento dell’attività didattica, identificando, a tal fine, gruppi di ricerca e innovazione in ambito formativo da cui possano emergere – per poi essere diffuse – buone prassi per il miglioramento dell’apprendimento pratico dei docenti e dei processi formativi.
 
Proposte sull’accesso alla professione docente
 
14) Riformulare i processi di selezione per la funzione pubblica docente, facendo riferimento, ancora una volta, al Quadro delle competenze professionali dei docenti, in modo tale da assicurare che gli insegnanti che vengano assunti siano i più idonei in termini non solo di competenze scientifiche disciplinari, ma anche di conoscenze, capacità e attitudini legate alla funzione didattica (disposizioni normative in materia di istruzione, attenzione alla diversità, ecc.), soprattutto in vista della decisa riduzione del lavoro temporaneo da operarsi entro il 2024.

15) Riformulare la fase della pratica per l’accesso alla professione docente, immaginando, ad esempio, il ricorso ad un maggior numero di attori coinvolti nella valutazione di questa fase (gruppo dirigente, ispettori, insegnanti di riconosciuto prestigio, ecc.), in modo tale da consentire ai nuovi docenti, nella maniera più attenta ed efficace, di adattarsi al reale contesto lavorativo in cui sono chiamati a svolgere il proprio mestiere.

16) Aggiornare e adeguare le prove concorsuali alle nuove modalità di accesso alla professione docente, tenendo conto dell’area di conoscenza di ciascuna specializzazione, tanto da un punto di vista scientifico, che delle competenze relative alla docenza.

17) Regolamentare l’accesso dei funzionari tecnici di formazione professionale al corpo docenti di istruzione secondaria, mediante apposito decreto che ne definisca la procedura.

18) Collegare la specializzazione del Master a quella del docente, ai fini dell’accesso al relativo percorso di carriera.

Proposte sulla specializzazione del personale docente

19) Aggiornare l’elenco delle specializzazioni del personale docente, affinché le stesse meglio si adattino alla realtà del sistema educativo attuale, tenendo conto non soltanto del nuovo curricolo per competenze, ma anche dei diversi cambiamenti intervenuti nelle materie e nelle aree dell’organizzazione accademica.

20) Rivedere le competenze professionali associate a determinate specializzazioni, ad esempio rafforzando l’attenzione alla diversità, ampliandone la portata in funzione degli alunni cui si rivolge, o creando connessioni tra le varie specializzazioni.

21) Fissare criteri per l’abilitazione all’esercizio di determinate funzioni docenti, come ad esempio per l’insegnamento di contenuti non linguistici nell’ambito di un corso di lingue, o per docenze nei Centri penitenziari.

22) Rivedere le condizioni di qualificazione e formazione dei docenti nei centri privati, esplorando meccanismi che consentano di definire sistemi di avviamento alla professione dell’insegnante analoghi a quelli predisposti per i nuovi funzionari docenti, con conseguente modifica anche delle condizioni di qualificazione e formazione in funzione delle diverse specializzazioni.
 
Proposte sullo sviluppo professionale della carriera docente
 
23) Promuovere procedure di valutazione dell’esercizio della funzione docente, che siano relazionate con il quadro di competenze professionali e che abbiano come finalità non solamente quella di formare e certificare, ma anche di riconoscere la complessità dei compiti svolti e rilevare le esigenze del corpo docente in fase di programmazione della formazione continua.

24) Attribuire il giusto riconoscimento allo sviluppo professionale della carriera docente, ad esempio mediante proposte e azioni formative da parte della pubblica amministrazione, o maggiori possibilità di accesso alle diverse posizioni della funzione docente o, ancora, retribuzioni aggiuntive.
 
Si tratta, in buona sostanza, di una riforma che copre un campo molto ampio, anche se numerose delle proposte sono solo abbozzate e verranno specificate nei prossimi mesi. Sono state, tuttavia, rimandate questioni spinose come, ad esempio, la determinazione della retribuzione che sarà associata alla carriera professionale dei docenti. Ad ogni modo, come ha anche precisato la ministra Pilar Alegría, le idee presentate “non intendono essere esclusive o esaurire quelle che potrebbero derivare dal processo di dialogo che il Ministero dell’Istruzione e della Formazione Professionale avvierà con gli attori coinvolti con riferimento ai contenuti del presente documento”.
 
Sebbene dunque si tratti soltanto di un incipit, quel che conta è che si sia dato avvio, dopo oltre quattro decenni, ad una proposta di riforma educativa ritenuta cruciale. Gli insegnanti hanno bisogno di una formazione iniziale e continua che sia coerente con il compito essenziale per la società che sono chiamati a svolgere, ed è necessario, a tal fine, dotarli degli adeguati strumenti e porre le giuste basi affinché gli stessi possano sentirsi professionalmente accompagnati a riflettere sul loro ruolo e migliorarlo costantemente stando al passo con un ambiente sociale dinamico e mutevole.
 
Lavinia Serrani

Ricercatrice ADAPT

Responsabile Area Ispanofona

@LaviniaSerrani

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