L’azione delle parti sociali europee: siglato il Patto per le competenze del settore edile

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Bollettino ADAPT 14 febbraio 2022, n. 6
 
Lo scorso 8 febbraio, nell’ambito dell’iniziativa “EU Industry Days”, le parti sociali europee del settore edile, FIEC (European Construction Industry Federation) e EFBWW (European Federation of Building and Woodworkers), in collaborazione con EBC (European Builders Confederation), hanno presentato il “Patto per le competenze dell’edilizia”.
 
Il Patto si inserisce nel quadro dell’Agenda europea per le competenze, piano di azione quinquennale promosso dalla Commissione, il cui obiettivo primario è incentivare la stipula di Patti settoriali per ridefinire le competenze della forza lavoro e affrontare la transizione verde e digitale che coinvolge anche l’industria delle costruzioni.
 
Ritenendo di fondamentale importanza questi aspetti, da sempre al centro del dialogo sociale di settore, le parti hanno siglato un’intesa che mira a rispettare e ad attuare cinque principi fondamentali: a) costruire forti partenariati, includendo gli enti di istruzione e formazione professionale; b) monitorare la domanda/offerta occupazionale anticipando il fabbisogno in termini di conoscenze e competenze; c) lottare contro ogni forma di discriminazione; d) rendere più attrattivo il settore delle costruzioni per impiegare un numero maggiore di giovani e donne; e) promuovere una cultura dell’apprendimento permanente per tutti, sostenuta da adeguati incentivi.
 
In primo luogo, le parti condividono la necessità di creare partnership a livello nazionale, coinvolgendo tutti gli stakeholder interessati, gli enti di istruzione e formazione e le autorità pubbliche. Inoltre, sottolineando il ruolo delle relazioni industriali di settore, evidenziano l’importanza della funzione svolta dagli enti paritetici, incentivandone la creazione nei paesi in cui queste istituzioni non sono ancora presenti.
 
Il secondo obiettivo perseguito dalle parti riguarda la domanda e l’offerta di lavoro, con specifico riferimento alla digitalizzazione, all’efficienza energetica e all’economia circolare.

I cambiamenti del mercato del lavoro indotti dai processi di transizione impongono, infatti, un costante monitoraggio del fabbisogno di conoscenze e competenze, attribuendo rilievo sia alle competenze di base che a quelle trasversali. Inoltre, al fine di realizzare un programma a lungo termine e di rendere sostenibili i risultati, quest’azione congiunta dovrà tenere conto dei diversi contesti produttivi a livello regionale, nazionale ed europeo.
 
L’intento è quello di creare un sistema proattivo e inclusivo, promuovendo l’accesso a percorsi formativi di alta qualità e garantendo a tutti i lavoratori pari opportunità. In quest’ottica, le parti si impegnano a migliorare l’immagine del settore, provando a valorizzare le capacità degli individui e tenendo in considerazione le loro esigenze personali e professionali.
 
Di non minore importanza, l’attenzione che viene riservata alla convalida e al riconoscimento delle competenze, ricomprendendo in quest’ambito anche le esperienze lavorative, le competenze non formali e le c.d. micro-credenziali.
 
Il Patto riconosce l’importanza della collaborazione tre le parti sociali e le istituzioni europee e incentiva la creazione di strumenti informativi sui fondi e sui programmi disponibili per la qualificazione e/o riqualificazione della forza lavoro.
La promozione di una cultura della formazione continua, garantita attraverso incentivi finanziari e non finanziari adeguati, è centrale per lo sviluppo dei processi di formazione da attuare anche per il tramite degli organismi paritetici di settore.

 

Le Parti si impegnano, inoltre, a promuovere le azioni riguardanti l’apprendistato e i tirocini che dovranno essere sviluppate congiuntamente da datori di lavoro e lavoratori secondo schemi in grado di combinare teoria e pratica.
Infine, nell’ottica di favorire la mobilità dei lavoratori, le parti ritengono che l’acquisizione di nuove competenze e conoscenze dovrebbe essere la chiave per garantirne un migliore riconoscimento reciproco in tutta l’Unione Europea.

 

Attraverso queste azioni mirate e una cooperazione costante, le parti intendono provvedere alla formazione e all’aggiornamento delle competenze di almeno il 25% della forza lavoro del settore nei prossimi 5 anni, raggiungendo il target di 3 milioni di lavoratori.
A tal fine, le parti si sono accordate per monitorare il loro impegno, utilizzando indicatori chiave di performance qualitativi e quantitativi quali, ad esempio, il numero di imprese che attivano programmi di apprendistato o la copertura dei centri di formazione sul territorio nazionale.
 
Il Patto è stato accolto con favore dalla Commissione Europea che ne ha supportato l’adozione.
Secondo il Commissario per l’occupazione e i diritti social, Nicolas Schmit: “L’ecosistema delle costruzioni si basa su persone ben addestrate. Le nuove tecnologie e gli obiettivi climatici impongono ai lavoratori di apprendere e acquisire nuove competenze o di aggiornarle. Raccomando l’importante partnership sulle competenze che vedrà tre milioni di lavoratori beneficiarne”

Il Commissario per il mercato interno, Thierry Breton, ha dichiarato, invece che “il settore delle costruzioni è un bene economico e sociale fondamentale per le comunità locali nelle regioni e nelle città europee. La partnership per le competenze con l’industria delle costruzioni fornirà, migliori opportunità per l’apprendimento permanente, la carriera e le pratiche di lavoro digitale, permettendo a tutti di cogliere le opportunità di business che rappresenta”.
 

Silvia Rigano

Scuola di dottorato in apprendimento e innovazione nei contesti sociali e di lavoro

ADAPT, Università degli Studi di Siena

@Silviarigano

L’azione delle parti sociali europee: siglato il Patto per le competenze del settore edile
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