L’azione delle parti sociali europee del settore edile per le competenze: verso un nuovo Pact for Skills

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Bollettino ADAPT 14 giugno 2021, n. 23

 

Il 1° luglio 2020, la Commissione Europea ha presentato una nuova versione aggiornata dell’Agenda Europea per le competenze, basata sulla precedente del 2016.

Questa nuova Agenda, da attuare nel corso dei prossimi 5 anni, fissa obiettivi quantitativi per l’upskilling (miglioramento delle competenze esistenti) e il reskilling (percorso di riqualificazione per lo sviluppo di nuove competenze) delle persone.

 

La Commissione ha, infatti, individuato quattro indicatori quantitativi che, in termini percentuali, definiscono gli obiettivi da raggiungere nel quinquennio.

Il primo, riferito alla partecipazione a percorsi di apprendimento da parte di adulti di età compresa tra i 25 e i 64 anni, dovrebbe essere incrementato del 32% per arrivare al 50% entro il 2025. Rispetto al secondo e al terzo indicatore, riferiti alla medesima fascia di età del primo, la Commissione ha distinto le percentuali: per gli adulti scarsamente qualificati si richiede un incremento del 67% per raggiungere l’obiettivo del 30%; per gli adulti che hanno recentemente avuto esperienze di apprendimento, la percentuale da raggiungere è del 20% con un incremento dell’82%. Infine, il quarto e ultimo indicatore riguarda la percentuale di adulti di età compresa tra i 16 e i 74 anni che hanno almeno delle competenze digitali di base. In questo caso, la percentuale da raggiungere è pari al 70% entro il 2025.

 

Gli obiettivi così individuati dalla Commissione Europea sono sicuramente ambiziosi e lo diventano ancor di più se si guarda alle singole percentuali del nostro Paese.

Rispetto al primo indicatore, la percentuale di adulti (25-64) che hanno partecipato a percorsi di apprendimento tra il 2011 e il 2016 si attesta sotto al 40%, mentre per il secondo indicatore la percentuale non arriva al 20%. Per quanto riguarda il terzo, si ferma sotto il 5% arrivando, invece, al 42% per il quarto indicatore.

 

Tuttavia, i dati complessivi dei Paesi europei non sono confortanti. Pertanto, la Commissione ha ritenuto di dover elaborare un Piano volto a favorire lo sviluppo delle competenze dei singoli, coinvolgendo parti sociali, società o altre organizzazioni pubbliche o private, partenariati regionali o locali e istituzioni scolastiche.

L’impegno per rendere l’Europa climaticamente neutrale, nonché la trasformazione digitale in atto, oltre alle conseguenze della pandemia da COVID, hanno reso necessario uno sforzo ulteriore su questi temi. Le competenze sono, infatti, ritenute fondamentali per la ripresa dalla pandemia da Coronavirus e il loro sviluppo è alla base della nuova strategia industriale europea.

L’Agenda si concentra, in particolare, su tre principi:

-i processi di formazione e di riqualificazione dovrebbero sostenere la transizione verde e digitale, nonché la ripresa dell’UE dalla crisi COVID;

gli individui devono essere in grado di sviluppare “competenze per l’occupazione” attraverso l’istruzione e la formazione professionale;

-occorre che sia garantito l’accesso alla formazione continua.

 

L’Agenda si compone di 12 Azioni, la prima delle quali consiste nella stipula di diversi “Patti per le competenze” settoriali, volti ad aumentare e ridefinire la forza lavoro per consentire la transizione verde e digitale.

È in questo contesto che si inserisce l’azione delle parti sociali europee del settore delle costruzioni che, attraverso il dialogo sociale, hanno avviato i lavori per l’adozione di una “Carta delle costruzioni”.

L’iniziativa giunge all’indomani della Tavola rotonda del 27 novembre 2020, presieduta dai Commissari Schmit e Breton, che ha visto la partecipazione di imprenditori, parti sociali, organismi di ricerca, di istruzione e formazione professionale.

Il settore delle costruzioni è stato definito “un’ecosistema indispensabile” per affrontare le sfide che l’Unione Europea dovrà fronteggiare, in particolare quella legata al cambiamento climatico. Tuttavia, il settore edile appare meno attraente per i giovani e solo nuovi metodi di formazione, basati sulla ricerca e applicati in modo flessibile, insieme alla digitalizzazione, potranno cambiare questa percezione. Inoltre, il settore è caratterizzato da un’elevata mobilità, ostacolata dalla mancanza di un riconoscimento reciproco delle qualifiche tra gli Stati membri dell’UE, a causa delle differenze tra i sistemi di formazione.

 

Rispetto a questi temi, il ruolo svolto dalle parti sociali nella progettazione e nell’attuazione dei programmi di competenze a livello nazionale e locale è cruciale e proprio il settore delle costruzioni si è dimostrato pronto ad accogliere l’iniziativa della Commissione Europea.

La FIEC (European Construction Industry Federation) in rappresentanza di 33 federazioni datoriali europee e la EFBWW (European Federation of Building and Woodworkers) quale sindacato per i lavoratori dei settori dell’edilizia, del legno, della silvicoltura e affini hanno sempre prestato particolare attenzione ai fabbisogni formativi del settore.

 

I problemi relativi alla mancanza di forza lavoro qualificata e i disallineamenti di competenze sono al centro del dialogo sociale europeo delle costruzioni che coinvolge singole federazioni e sindacati a livello nazionale. Da qui, la volontà comune di gettare le basi per un futuro “Patto per le competenze di settore” che mira a realizzare obiettivi qualitativi e quantitativi coerenti con quanto stabilito dall’Agenda.

Le parti riconoscono l’importanza che assumono le competenze in un settore peculiare come quello edile, caratterizzato da una forte frammentazione produttiva. L’intenzione  è quella di avviare un confronto tra le federazioni aderenti per elaborare un documento condiviso e basato sui principi indicati dalla Commissione, ossia: a) promuovere la cultura della formazione continua; b) costruire solide partnership che coinvolgano anche gli stakeholders di settore; c) monitorare l’andamento della domanda e dell’offerta di lavoro e anticipare il fabbisogno di competenze; d) lavorare congiuntamente contro le discriminazioni, per la parità di genere e uguali opportunità.

Il ruolo svolto dalle parti sociali europee è, quindi, coordinare e orientare un’azione comune che possa adattarsi alle esigenze di ciascuno Stato membro, al fine di realizzare progetti mirati e attenti ai fabbisogni formativi.

 

Di non minore importanza, il coinvolgimento delle parti sociali europee del settore in varie iniziative di sviluppo delle competenze, lanciate dalla Commissione europea, tra cui rientra l’Alleanza europea per l’apprendistato.

L’istituto viene considerato uno strumento fondamentale per facilitare un’efficace transizione scuola-lavoro e per aumentare la disponibilità di lavoratori qualificati. A tal fine, FIEC e EFBWW hanno incoraggiato la nascita di partenariati di apprendistato, contribuendo alla promozione e alla diffusione di buone pratiche tra i paesi partecipanti al dialogo sociale, volte a migliorare la conoscenza dei sistemi di IeFP.

 

Al fine di affrontare le nuove sfide cui il settore va incontro è, pertanto, essenziale che le parti sociali continuino a cooperare, lavorando congiuntamente per favorire la formazione di manodopera adeguatamente qualificata. L’edilizia è un settore in fase di ripresa ed è di fondamentale importanza intercettare il fabbisogno di competenze per evitare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

 

Silvia Rigano

Scuola di dottorato in apprendimento e innovazione nei contesti sociali e di lavoro

ADAPT, Università degli Studi di Siena

@Silviarigano

 

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