Il mio canto libero – Navigator: soluzioni nella rimodulazione del programma GOL

Bollettino ADAPT 14 novembre 2022, n. 39
 

Storia senza fine quella dei navigator. Vittime di una gogna mediatica, fomentata anche dalla esterofila definizione loro attribuita da chi prima li ha promossi come pionieri di un progetto, sin da subito risultato frettoloso e superficiale, e poi li ha abbandonati. Assunti attraverso una selezione veloce che ha tuttavia attratto (forse per la tipologia contrattuale proposta) anche molti candidati che avevano maturato una precedente esperienza come avvocati, consulenti, psicologi. Incaricati di assistere i percettori del reddito di cittadinanza nell’inserimento nel mercato del lavoro nella implicita consapevolezza di centri per l’impiego orientati solo alla burocratica “presa in carico” con procedure connesse.

 

Molti di loro, constatata l’ostilità di questo contesto e l’indifferenza politica perfino di chi li aveva creati, se ne sono dignitosamente andati via per intraprendere altre strade lavorative. Secondo quanto ha registrato la Corte dei Conti nel luglio scorso, circa il 30% ha scelto di lasciare Anpal Servizi.

Se l’indirizzo politico del precedente governo ha concentrato la propria attenzione solo sul potenziamento dei centri per l’impiego è evidente che, nonostante un maturato apprendistato triennale sul campo, dovevano essere rimossi come un corpo estraneo in quanto non in linea con una visione burocratica delle politiche attive del lavoro. Molti, peraltro, non hanno voluto essere trasformati in impiegati amministrativi.

È naturale quindi che il nuovo Ministro del Lavoro voglia invece recuperarli nel momento in cui desidera rivedere ciò che (non) è stato fatto e, in particolare, mettere in discussione l’approccio autoreferenziale del programma GOL.

 

Se il baricentro delle politiche attive si sposta dai processi burocraticamente definiti agli obiettivi di effettivo ricollocamento, servono anche i navigator in quanto, nella dimensione pubblica, sono i più coerenti con questa impostazione. Sarebbe un errore infatti rinunciare alla mobilitazione dei centri per l’impiego accanto agli operatori privati e privato-sociali. Ma occorre innestare in essi energie nuove, collaboratori a vocazione “commerciale” che sanno di dover muovere, sempre, dalla domanda delle imprese.
 

Profilazione, bilancio delle competenze, skill gap, sono attività che vengono poi da sé senza il bisogno di irrigidirle e formalizzarle quando è il raggiungimento del risultato lo scopo primo. Come accade nelle agenzie private.

Il Governo discuterà il tema dei navigator nella conferenza Stato-Regioni con la buona intenzione di individuare soluzioni concorsuali o selettive omogenee, fondate su un adeguato riconoscimento delle qualifiche, competenze, esperienze in termini di punteggio. Auguriamoci che lo faccia contemporaneamente alla prospettazione di una rimodulazione del programma GOL dai procedimenti ai risultati, dagli atti ai fatti perché solo in tal caso tutto si tiene.

 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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