Il mio canto libero – Eredità della trascorsa legislatura e conseguenti prospettive

Bollettino ADAPT 10 ottobre 2022, n. 34
 

Che ne sarà dei percorsi legislativi interrotti o incompiuti in materia di lavoro della trascorsa legislatura? Questi riguardano i disegni di legge sul salario minimo dei lavoratori dipendenti, sull’equo compenso dei professionisti, sui caregiver.
 
È ragionevole supporre che il primo non sia destinato ad essere riproposto dal governo data l’opposizione manifesta della attuale maggioranza che si è sempre dichiarata, sussidiariamente, in favore degli accordi tra le le parti sociali. La nuova direttiva europea d’altronde non ci impegna ad una soluzione legislativa dato l’elevato livello di copertura dei contratti collettivi cui potremmo aggiungere il consolidato orientamento giurisprudenziale a che sia applicato comunque il contratto più prossimo ove non vi sia quello specifico. Si dovrà solo aggiungere una attività di monitoraggio sulla effettività delle regole contrattuali che, ancora, non potrà che coinvolgere le parti sociali.
Più probabile sarà invece l’approvazione di un provvedimento dedicato all’equo compenso delle attività libero-professionali, quanto meno ove non soccorrano esperienze contrattuali in teoria possibili quando sono presenti associazioni rappresentative degli utenti dei relativi servizi. Il testo parlamentare aveva identificato l’equo compenso delle professioni ordinistiche nelle tariffe utilizzate per la risoluzione del contenzioso. Rimarrebbe necessaria una risposta anche ai bisogni delle professioni non regolate da ordini o collegi con un possibile rinvio agli “usi”.
 
I caregiver volontari attendono inutilmente da molti anni una disciplina che li riconosca, li integri nei servizi sociosanitari territoriali, li tuteli almeno con la contribuzione previdenziale figurativa e con la modulazione dell’orario di lavoro. La legge è stata bloccata dalla pretesa di allargare eccessivamente la platea che va limitata a coloro che effettivamente sono la figura familiare di riferimento per la gestione domiciliare di una persona gravemente non autosufficiente.
 
Infine, potremmo considerare tra i temi sospesi il contratto a termine e il lavoro agile. Nel primo caso, dopo deroghe temporanee da leggi o accordi di prossimità, è auspicabile il ritorno definitivo alla disciplina semplificata. Il secondo, tanto utilizzato nella emergenza pandemica, si è discostato dalla sua vera ragione, la relativizzazione dell’orario in funzione dei risultati della prestazione. Qualche aggiustamento potrebbe essere utile a precisarne la finalità, la implicita natura ibrida, una coerente tutela della salute e sicurezza.
 
Auguriamoci tuttavia che il nuovo governo si dedichi all’uso della legge soprattutto per deregolare il sovraccarico normativo sul lavoro. Oltre la legge, esso sarà chiamati a promuovere finalmente mercati transizionali efficienti correggendo lo stesso impiego dei fondi europei. Quel che di buono si è fatto è riconducibile alla liberalizzazione del collocamento con la polifunzionalità delle agenzie private e l’autorizzazione degli enti bilaterali, di scuole e università, dei soggetti non profit. Ora solo una concorrenza perfetta potrà svegliare i centri pubblici e una adeguata premialità sostenere l’inclusione dei soggetti svantaggiati.
 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

Il mio canto libero – Eredità della trascorsa legislatura e conseguenti prospettive