Il mio canto libero – PNRR: previsioni troppo ottimistiche di nuova occupazione senza vere riforme

Bollettino ADAPT 14 febbraio 2022, n. 6
 
Il focus a medio termine (2022-2026) di Unioncamere e Anpal, avvalendosi del sistema informativo Excelsior, ipotizza un saldo occupazionale positivo tra 1,3 e 1,7 milioni di unità. Ne conseguirebbe, tenendo conto delle fisiologiche uscite dal mercato del lavoro, un fabbisogno nello stesso periodo tra 4,1 e 4,5 milioni di lavoratori, dei quali quasi 800 mila nella PA.
 
La previsione sembra invero molto ottimistica e non solo per le tensioni inflazionistiche e le carenze di materie prime e semilavorati che interessano l’economia globale.

L’Italia sconta infatti alcune ragioni specifiche che già potrebbero spiegare il rallentamento della crescita per l’anno in corso. Più esposta di altri Paesi al caro energia per motivi strutturali, l’Italia non appare ancora in grado di superare la profonda crisi del sistema giudiziario, l’atavica inefficienza delle pubbliche amministrazioni, l’autoreferenzialità del sistema educativo.
 
La “riforma” della giustizia ipotizzata dal governo è un pannicello tiepido di fronte alle devianze denunciate dallo stesso Presidente della Repubblica nel discorso di insediamento. Ne è corollario l’incapacità di spendere delle funzioni pubbliche che anche recentemente hanno registrato la diserzione di importanti bandi di gara. Il timore di imponderabili responsabilità penali frena molti comportamenti pubblici e privati e, allo stato, nulla fa pensare ad iniziative dirompenti come invero sarebbero necessarie per liberare una vitalità bloccata da quasi trent’anni.
 
Il sistema educativo e formativo è prigioniero di corporazioni che rifiutano di essere valutate e che tendono ad espellere i più volonterosi. Ne è controprova il crescente mismatching relativo alle competenze STEM che lo studio stesso paventa. Non dimentichiamo che anche le PA, perfino nel mezzogiorno, faticano a reclutare le buone professionalità hi-tech che servirebbero per l’attuazione del PNRR.
 
La previsione rivela infine che la gran parte dei nuovi occupati dovrebbe prodursi nell’ambito dei servizi. Ma il punto di forza dell’economia italiana rimangono le manifatture che soffriranno del peggioramento della situazione globale. I servizi, al contrario, per molta parte potrebbero dipendere da noi stessi. E questo è il problema.
 
Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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