Tassi di occupazione e di attività: è possibile fare molto di più

Bollettino ADAPT 11 dicembre 2023, n. 43
 

È lecito celebrare la continua crescita dei tassi di occupazione e di attività perché indicano che, timidamente, siamo nella direzione giusta. Ma è altrettanto doveroso avere consapevolezza che ci “aiuta” il declino demografico e che rimaniamo nell’ultima posizione in Europa sulla base di anomalie che non sono state ancora rimosse.

 

Il primo imputato è il sistema educativo. Da un lato genera, nel confronto con gli altri Paesi industrializzati, molti inattivi tra i 15 e i 24 anni a causa della eccessiva lunghezza dei percorsi formativi e della separazione tra scuola e lavoro. Dall’altro, determina quel mismatching che rende vacanti molti posti di lavoro. Il governo sta producendo una importante riforma della filiera tecnologico-professionale che tuttavia è stata bocciata dal Consiglio Superiore di Istruzione con un parere non vincolante. È una sorta di conflitto tra il cambiamento e la conservazione che deve indurre il governo a procedere ugualmente lungo la strada tracciata. Analogamente, dovranno essere riformati i percorsi universitari in modo da superare quella specie di “obbligo” dei cinque anni che è stato imposto dalle pressioni corporative a difesa della moltiplicazione delle cattedre. L’ innalzamento dei tassi di occupazione si realizza con l’anticipo delle esperienze lavorative affinché si sviluppi la stessa “pedagogia esperienziale”.

 

Il secondo imputato è il mercato del lavoro ove si è prodotta la novità positiva della diffusione degli intermediari privati che sono tuttavia portati a concentrare la loro attività sulle persone più occupabili. La soluzione non si trova nell’affidamento di ingenti risorse pubbliche alle funzioni esclusive dei centri per l’impiego ma nella incentivazione, attraverso una dote proporzionata al grado di svantaggio dei disoccupati, di una molteplicità di intermediari. Operatori pubblici, privati e privato-sociali come patronati, associazioni di rappresentanza, enti bilaterali possono alzare significativamente i livelli di occupazione in una gara virtuosa ad includere le persone svantaggiate grazie ad adeguate premialità.

 

Nel momento del declino demografico e della crisi della offerta possiamo raggiungere obiettivi molto più ambiziosi rispetto a quelli segnalati dalla rilevazione Istat. Basta attraversare la “tigre di carta” delle resistenze ideologiche e corporative.

 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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