L’invecchiamento demografico ridefinisce il futuro della produttività

Interventi ADAPT

| di Alessandra Della Vecchia

Bollettino ADAPT 21 luglio 2025, n. 28

È un dato di fatto che i cambiamenti demografici contribuiscono in modo netto e tangibile all’andamento economico di un paese o di una regione. Come già precedentemente discusso anche in questo articolo da Jacopo Sala e Francesco Seghezzi, l’aspettativa di vita in Italia sta velocemente aumentando mentre il tasso di natalità è costantemente in calo.

Un recente report dell’International Monetary Fund (IMF) evidenzia che questa condizione è ricorrente nella maggior parte dei paesi economicamente avanzati così come delle economie emergenti del G20. Tale condizione contribuisce al declino della produttività nella maggior parte dei paesi analizzati, compresa l’Italia. In dettaglio, il tasso di dipendenza degli anziani è in crescita in tutti i contesti, fatta eccezione per l’Unione Africana (UA) dove, al contrario, si registrano tendenze opposte. La maggior parte della popolazione in UA è così giovane che l’invecchiamento della popolazione è auspicabile per assicurarsi prospettive di crescita economica. È l’aumento dei lavoratori nella fascia di età 40-49 anni che è associata nello specifico ad una crescita della produttività: alcune economie emergenti del G20 sono cresciute esponenzialmente proprio come conseguenza della crescita della componente in età da lavoro. L’economia cinese, per esempio, è cresciuta di ben 15 volte dal 1991 al 2023.

Alla luce di questi dati, l’IMF sottolinea la necessità di assicurare un sano invecchiamento, al fine di mantenere elevati tassi di produttività anche in età più avanzate rispetto alla fascia 40-49. Si prevede, infatti, che nel periodo 2025-2050 il PIL globale potrebbe aumentare di circa 0.4 punti percentuali se gli esiti occupazionali delle persone di età superiore ai 50 anni migliorano a seguito del miglioramento delle condizioni di salute. Per raggiungere questo obiettivo, potrebbero risultare efficaci interventi di prevenzione sanitaria, o misure che favoriscano l’adattabilità delle occupazioni all’invecchiamento della popolazione, contribuendo così a evitare un’uscita anticipata dal mercato del lavoro.

Un ulteriore fattore che potrebbe contribuire a mitigare gli effetti dell’invecchiamento demografico sulla produttività è la diffusione dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. In quest’ottica, è fondamentale che si investa nella formazione della forza lavoro e nel potenziamento del capitale umano, così da colmare le disuguaglianze occupazionali. Allo stesso tempo, l’integrazione dell’IA dovrebbe essere accompagnata da solide reti di protezione sociale, in grado di ridurre l’incertezza legata ai cambiamenti tecnologici.

In linea con quanto discusso in questo articolo, anche l’aumento dei flussi migratori aumenta la produttività, specialmente nei paesi a rischio. Sebbene i benefici dell’immigrazione della forza lavoro non si osservino nel breve periodo; nel lungo periodo i flussi in entrata beneficiano al PIL non solo dei paesi riceventi, ma anche dei paesi di origine: per esempio, le rimesse sono uno strumento efficace per aumentare anche gli investimenti, oltre che i consumi nei paesi di origine. Esse rappresentano il 3.3% del PIL in India, si arriva all’8% in Marocco, e si supera anche il 10% in alcuni paesi dell’Unione Africana come il Lesotho, o la Liberia. L’IMF quindi sottolinea la necessità di implementare un insieme di politiche per una gestione efficace dell’immigrazione, che, soprattutto se accompagnata da strategie di integrazione e riduzione degli effetti collaterali, contribuirebbero ad aumentare la produttività della popolazione attiva.

In ultimo, anche le politiche che non riguardano direttamente il mercato del lavoro possono contribuire ad aumentare la partecipazione – e di conseguenza la produttività, specialmente se si parla di lavoro femminile. Le politiche di sostegno all’abitare, e le politiche che incentivano la natalità – come le politiche relative alla cura del neonato e del bambino, aumentano di molto la probabilità che le donne contribuiscano maggiormente al mercato del lavoro.

Alessandra Della Vecchia
Apprendista di ricerca ADAPT

X @Alessandra64683