Lezioni di #Employability/13 – Rete e lavoro: se sei già dentro sfrutta le sue potenzialità

Facebook, Twitter come divertimento e gioco, ma cosa significano per i giovani e quanto valgono per il loro futuro?
I ragazzi tra i 18 e i 30 anni hanno quasi tutti un profilo facebook, un account twitter e padroneggiano la rete, collezionano contatti e follower, per passatempo.
 
Se dovessimo rappresentare i social network disegneremmo reti e fili che uniscono persone, luoghi, immagini e parole. Come in un ricamo, allontanandoci dal centro per guardare l’insieme, probabilmente riusciremmo a vedere disegni bellissimi e scopriremmo contatti e relazioni che diversamente ci sfuggirebbero. Agli scrittori di missive del XIX e XX secolo, queste reti tra persone potrebbero apparire come pura follia invece è proprio così: che si voglia o no il mondo in cui stiamo vivendo ci pone uno davanti all’altro, in ogni istante. La liquidità delle relazioni tra le persone, amici, parenti, colleghi ha regalato maggiore trasparenza e facilità di contatto tra gli esseri umani, dettando nuove regole e i nuovi codici di comportamento.
 
Il mercato del lavoro, che da sempre si forma e si adegua ai bisogni delle persone reali, è entrato in questa rete e se qualcuno vuole capirne le trasformazioni deve necessariamente partire di lì. Sembra strano e assurdo, ma in pochi anni le aziende hanno modificato lo sguardo e hanno imparato ad entrare in questa rete per trovare talenti, per ridurre costi, per capire i bisogni del mercato.
 
E se i giovani iniziassero allora davvero a usare i social per creare il proprio curriculum, per accreditarsi presso aziende e dare voce ai propri pensieri in una ottica di employability?
 
Il curriculum vitae tradizionalmente inteso, quel pezzo di carta che per anni i più e i meno giovani hanno costantemente aggiornato, scritto, inviato, oggi non esiste praticamente più. Quello che rappresenta i giovani, che sottolinea e valorizza le competenze che possiedono, le loro attitudini è il curriculum sociale, la loro presenza sui social, la personalità che da essi traspare e il modo in cui utilizzano la rete per arrivare all’obiettivo preposto. Il curriculum quindi c’è ancora ma cambia veste, si rinnova e diventa l’insieme di tanti pezzetti che descrivono, caratterizzano le persone rendendole competitive.
Un “web cv”, dove riportare e raccontare quello che si è. Un luogo fatto non solo di competenze tecniche e professionali ma di passioni, di relazioni, di saper essere. I social diventano perciò uno spazio non più relegato al tempo libero ma uno strumento utile per la costruzione di una “reputazione digitale” che renda  ciascuno appetibile e visibile nei confronti di chi sta cercando un profilo come il proprio.
Riuscire a far emergere l’unicità che contraddistingue ognuno di noi rappresenta il vero valore aggiunto che oggi possiamo offrire ad una azienda: a parità di formazione e di esperienze professionali il parametro che fa la differenza è il proprio modo di essere, la propria personalità.
 
La rete, la sua struttura, diventa anche una scuola, un ambiente virtuale in cui poter ascoltare, osservare i comportamenti, le idee, i progetti di chi conosce già il lavoro. La relazione con le persone, l’analisi dei ruoli, dei linguaggi è uno scorcio di vita, dalla cui cura, come accade da sempre, dipendono motivazione, grinta e determinazione. Il contatto con l’altro è una ricchezza e un dono nella costruzione del percorso personale e diventa anche un modo semplice e naturale per cercare di trasformare le nozioni assunte negli anni della scuola in competenze trasversali, indispensabili per ogni tipo di lavoro.
Costruire relazioni, il networking, diventa una base fondamentale online e offline anche nella ricerca di lavoro.
 
Per utilizzare la rete in chiave professionale tuttavia è necessaria una solida capacità personale di definire con cura il proprio profilo, il proprio interesse, la propria strada. Le occasioni offerte dalla rete sono infinite, come accade normalmente nella vita quando si è davanti ad ogni scelta importante e decisiva. Riuscire a dare contorni ben definiti alla propria personalità e professionalità è strategico, per essere attrattivi bisogna però anche saper conciliare specializzazione con flessibilità.
L’universo del mondo è davanti a ciascuno nella sua interezza e poi piano ogni singola scelta definisce un percorso rendendo unico il sentiero di ciascuna persona. Anche in rete avviene più o meno così: occorre saper sfruttare al meglio l’occasione senza forzarne il divenire naturale e senza aspettative ambiziose. Proprio nella gestione matura di queste sensazioni legate alla rete risiede la bontà della costruzione di una propria employability. Tre semplici regole:
 
1. Nel mondo dei social, prima o poi, entrano tutti. Quindi è possibile incontrare chiunque, dall’amministratore delegato di aziende importanti a giornalisti affermati in cerca di nuovi talenti. È importante utilizzare linguaggi appropriati alle situazioni, pacati, innovativi ma anche comprensibili a tutti, che sappiano rappresentare le idee che si intendono trasmettere e contemporaneamente siano in grado di raccontate qualcosa di chi parla: serietà, compostezza, creatività, flessibilità, educazione, cultura. La rete aumenta notevolmente la visibilità quindi bisogna essere consapevoli dei contenuti che si creano e delle “tracce” che si lasciano online.
 
2. In rete, l’uguaglianza tra le persone è sostanziale: tutti accedono alla rete e non vi sono gerarchie. Chi ha più contatti, follower e relazioni è certamente ritenuto più importante o autorevole ma tutti giocano con le stesse armi. Con se stessi, con la parola, con le idee. Quindi massimo rispetto per tutti, e visibilità uguale per ogni pensiero. Non tutti avranno lo stesso peso ma tutti potrebbero averlo. Come accade in ogni altro contesto di vita. La rete inoltre offre una grande possibilità: abbatte i muri e rende possibili relazioni e contatti che normalmente non potrebbero realizzarsi.
 
3. Per accrescere il grado di employability in rete, per la creazione di un proprio profilo personale coerente e attrattivo, servono idee, progetti e pensieri in grado di creare consenso, adesione. Non è importante l’età di chi parla, il sesso, la sua avvenenza e il colore dei suoi occhi. Questo accade in rete e spesso non accade nella vita vera, ed è senz’altro un vantaggio. È importante ricordare di essere sempre coerenti con se stessi e con le proprie idee e riuscire a dimostrare le proprie capacità, per diventare autorevoli e influenti è necessario proporsi in modo unico e vero.
 
Ogni giovane, ogni persona trova la sua strada, in qualche modo. E come non è mai prevedibile. Ma ciascuno può formarsi, realizzarsi pienamente utilizzando gli strumenti che il tempo in cui vive gli pone a disposizione. Partecipare alla società in cui vive e, nel suo piccolo, contribuire alla crescita e al miglioramento.
 
Ogni persona è unica e soltanto questa consapevolezza le permetterà di cogliere le opportunità nascoste dietro ad ogni cambiamento.
 

Eliana Bellezza

ADAPT Research Fellow

 

Sonila Daja

Studentessa Economia Aziendale, II anno

Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

 

Deca&Associati

www.deca-associati.it

 

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