Il mio canto libero – Telethon e Cisl usano l’art. 8 per dare valore al lavoro di ricerca

Bollettino ADAPT 26 aprile 2023, n. 16
 

Il contratto collettivo nazionale aziendale sottoscritto da Telethon e Fir-Cisl costruisce, per la prima volta, regole e tutele adatte a disciplinare il lavoro dei ricercatori (e ricercatori tecnici) del settore privato non industriale, impiegati in progetti di ricerca della grande charity italiana. L’accordo, realizzato grazie all’art. 8 del DL 138/11 sulla contrattazione di prossimità, definisce in termini originali i livelli retributivi minimi corrispondenti ai percorsi di carriera che possono partire dalla laurea e, attraverso le fasi del dottorato e delle successive esperienze professionali, arrivare alla funzione apicale della guida di un team di ricerca. La durata di questi rapporti di lavoro è correlata ai finanziamenti dei progetti secondo un’orario prestabilito ma flessibile in un dato arco temporale. Oltre alle tutele tipiche del contratto a termine sono garantite premialità e prestazioni di welfare integrativo.

 

Questo accordo da un lato consente il superamento delle modalità improprie, come assegni di ricerca e borse di studio, con cui in precedenza veniva regolato il lavoro dei ricercatori senza adeguate tutele e, dall’altro, consente le flessibilità connesse ad una prestazione che necessariamente si collega ai progetti e che si realizza per obiettivi e risultati. Certo, le parti avrebbero potuto ancor meglio disciplinare il lavoro di ricerca se avessero avuto a disposizione il contratto a progetto di Marco Biagi in quanto più coerente con le esperienze reali. Infatti, questa soluzione è stata costruita osservando la realtà della vera ricerca curiosa e ambiziosa in Italia e all’estero con particolare attenzione ai bisogni e alle aspirazioni delle persone in essa impegnate. Ma proprio la normativa speciale dell’art.8, recentemente consolidata dalla Corte Costituzionale, ha consentito di realizzare un contratto ibrido nel quale si coniugano flessibilità e tutele.

 

L’obiettivo dichiarato è quello di trattenere e attrarre talenti che sono naturalmente portati alla mobilità in funzione dell’allargamento della conoscenza e che devono poter trovare anche in Italia un ambiente favorevole. Michele Tiraboschi, che da tempo presta attenzione al lavoro di ricerca nel settore privato, ha auspicato un “mercato del lavoro unico per ricercatori” superando la separatezza con l’area pubblica in Italia e con i trattamenti applicati nei maggiori Paesi.

 

Chi crede nel lavoro non può che volerne esaltare, quando possibile, i profili della responsabilità e della creatività rispetto all’impigrimento burocratico.
 

PS

Continuando a prestare attenzione alla giurisprudenza che contesta i contratti collettivi, dobbiamo segnalare la sentenza del Tribunale di Teramo che nel nome della non “ragionevole durata” della somministrazione della stessa persona, condanna il datore di lavoro ad assumerla e risarcirla. Tutto ciò, nonostante quella somministrazione si sia realizzata secondo quanto disposto dal contratto aziendale ex art.8. Si allarga l’incertezza della regola da applicare…

 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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