Il mio canto libero – Riscoprire Marco Biagi/3: antidoto alla regressione delle politiche del lavoro

Bollettino ADAPT 14 marzo 2022, n. 10
 

Nei prossimi giorni ADAPT e Amici di Marco Biagi, per la ventesima volta, dedicheranno a Marco Biagi un evento di ricordo e di approfondimento presso la sede del Cnel a Roma. Il tempo trascorso aiuta oggi a realizzare una memoria condivisa nonostante i grandi conflitti che accompagnarono la presentazione del Libro Bianco sul futuro del mercato del lavoro e le conseguenti ipotesi normative.

 

Dobbiamo augurarci che quella tragica esperienza insegni ad evitare nel presente e nel futuro ogni forma di polemica esasperata nella quale potrebbero sempre inserirsi i folli progetti di chi intende condizionare il percorso democratico con l’azione violenta. Ma per molti la figura di Biagi non è riconducibile solo al suo martirio. In particolare, per i promotori del convegno che ne hanno quotidianamente coltivato le intuizioni egli rimane una inesauribile fonte di ispirazione per affrontare le nuove sfide del lavoro. Non a caso sono stati prodotti solo in questa occasione tre libri per ricostruire le sue esperienze progettuali nell’accademia e nelle realtà sociali, per applicare il suo “modo” ai problemi proposti dalla modernità, per immaginare il futuro delle rappresentanze di interessi delle quali egli sosteneva la funzione libera e sussidiaria. Sono certamente tributi motivati da sincero affetto ma anche riflessioni determinate dalla convinzione della sua straordinaria attualità.

 

Libero da schemi ideologici, solido nei principi cristiani, ansioso di incrementare la qualità (e la quantità) del lavoro muovendo dalla osservazione della realtà, Biagi “correva avanti” come ha osservato il prof. Montuschi, uno dei suoi maestri. Riscoprirlo diventa così un formidabile antidoto alla antistorica tentazione di affrontare i temi nuovi con gli strumenti vecchi. Addirittura cancellando possibilità offerte alla libera contrattazione come quelle di cui all’art.8. Come se le insicurezze del presente incoraggiassero una regressione agli strumenti rigidamente difensivi che l’esperienza ci dice essere solo fonte di rattrappimento. Al contrario, la flessibilità negoziata in prossimità del lavoro agile a progetto, della integrazione tra formazione e lavoro, della prevenzione olistica dei bisogni di salute, del salario collegato ai risultati, degli inquadramenti mobili per lo sviluppo professionale, consente di affrontare le continue transizioni del “posto” e del lavoro in termini di opportunità evolutive. Il presupposto culturale era per lui, e dovrebbe essere per noi tutti, la fiducia nella ricchezza della persona e nella sua attitudine alla socialità.

 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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