Commento alla Risoluzione legislativa del Parlamento europeo sulla proposta di decisione del Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione

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Bollettino ADAPT 24 ottobre 2022, n. 36
 
Il trattato sul funzionamento dell’Unione Europea definisce le politiche economiche e la promozione dell’occupazione all’interno degli Stati membri quali questioni di interesse comune, richiedendo quindi una coordinazione delle loro azioni in sede di Consiglio. Il Consiglio è infatti tenuto ad adottare orientamenti in materia di occupazione, coerenti con gli indirizzi di massima dettati per le politiche economiche. Tuttavia, mentre questi ultimi hanno validità indeterminata, gli orientamenti in materia di occupazione esigono un aggiornamento a cadenza annuale.
 
Nel 2022 essi sono stati infatti rivisti per adeguare il loro contenuto al contesto post-pandemico, per riservare un maggiore spazio alla salvaguardia del principio di equità all’interno della transizione verde, ma anche per prendere in considerazione le recenti iniziative politiche alla luce degli attuali scenari inflazionistici legati all’’invasione russa dell’Ucraina.
 
A seguito della proposta di decisione della Commissione al Consiglio relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione redatta il 23 maggio 2022, il Parlamento Europeo ha provveduto ad aggiornare la stessa, pubblicando il 18 ottobre una risoluzione legislativa in merito, di cui di seguito verranno evidenziati gli emendamenti di maggior interesse.
 
Il primo emendamento introdotto ex novo si riferisce alla necessità di sinergia tra le linee guida in materia di occupazione e i principali obiettivi che l’Unione si è data per il 2030 riguardo l’occupazione, le competenze e la riduzione della povertà, elaborati durante il vertice di Porto nel 2021, in accordo con i leader europei, le parti sociali ed esponenti della società civile.
 
Il quarto emendamento, anch’esso presentato interamente dal Parlamento, si propone invece di consolidare il modello sociale europeo attraverso la promozione di salari dignitosi, un rafforzamento della contrattazione collettiva e la garanzia di mercati del lavoro inclusivi, con uno specifico riferimento a donne, bambini, giovani, anziani, persone con disabilità, genitori soli, minoranze razziali ed etniche, persone LGBTIQA+ e cittadini che vivono in regioni svantaggiate.
 
Nel quinto emendamento avanzato il Parlamento chiarisce inoltre l’importanza di incoraggiare un’istruzione e una formazione di qualità nonché un miglioramento delle competenze e percorsi di riqualificazione, al fine di realizzare mercati del lavoro inclusivi, competitivi e resilienti, accrescere il progresso economico e sociale e agevolare la duplice transizione. Nello specifico si invitano gli Stati a promuovere l’apprendimento permanente e a potenziare il raccordo tra il sistema di istruzione e l’ingresso nel mercato del lavoro così da favorire l’istruzione duale.
 
Il settimo emendamento approfondisce invece quanto già riferito dalla Commissione in merito alle finalità del semestre europeo. Il Parlamento europeo accentua la necessità di quest’ultimo di sostenere gli obiettivi di sviluppo sostenibile concordati dalle Nazioni Unite. In particolare, le politiche occupazionali e sociali dovrebbero garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e opportunità di apprendimento permanente per tutti i cittadini europei; la parità di genere dovrebbe essere ascritta in tutte le politiche dell’Unione, con la possibilità di inserire l’indice sull’uguaglianza di genere tra gli strumenti di monitoraggio predisposti dal semestre. L’emendamento accentua inoltre l’esigenza di indirizzare le politiche economiche e occupazionali dell’Unione e degli Stati membri verso la garanzia di condizioni di lavoro dignitose e sistemi di protezione sociali resilienti, la giustizia sociale e le pari opportunità per tutti, l’eliminazione della povertà, la lotta all’esclusione sociale, alle disuguaglianze e alla discriminazione intersezionale nonché alle disparità regionali. Si ritiene fondamentale, in aggiunta, una più radicata cooperazione con le parti sociali, in forma di iniziative legislative o di revisione della legislazione vigente, specialmente per quanto concerne il telelavoro (un atto legislativo dell’Unione sul diritto alla disconnessione è attualmente in fase di esame delle parti sociali europee), i congedi parentali e per motivi di cura, la salute e la sicurezza sul lavoro, l’intelligenza artificiale sul luogo di lavoro, nonché per la stesura di un quadro giuridico in materia di subappalto. Infine, viene ribadita l’urgenza di introdurre a livello europeo un quadro giuridico comune volto ad assicurare condizioni di lavoro dignitose, accesso alla protezione sociale e un’equa retribuzione per i tirocini e gli apprendistati, scongiurando lo sfruttamento dei giovani lavoratori e la violazione dei loro diritti.
 
Nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro, l’ottavo emendamento presentato dal Parlamento Europeo richiama il potenziamento dei servizi di medicina del lavoro, compresi il sostegno psicosociale e le visite di controllo periodiche e volontarie per tutti i lavoratori.
 
A fronte dell’attuale contesto inflazionistico e bellico, nel nono emendamento il Parlamento fa presente la volontà, in linea con il parere della Commissione, di prorogare la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita fino alla fine del 2023, prevedendo una apposita valutazione ex-ante delle potenziali conseguenze negative derivanti sia dalla proroga sia dalla sua disattivazione.
 
Il decimo emendamento apportato ha invece come oggetto il telelavoro. Viene ribadita in tal sede la necessità di affrontare i possibili rischi derivanti dal suo utilizzo in materia di protezione della vita privata, controllo dei dati personali, salute e sicurezza sul lavoro, discriminazione nelle assunzioni nonché l’estensione della profilazione razziale e di genere.
 
Nel dodicesimo emendamento il Parlamento pone l’attenzione sulle politiche di investimento sociale a favore di minori, invocando l’effettiva attuazione della garanzia europea per l’infanzia e richiedendone un aumento della dotazione pari a 20 miliardi di euro. Il fine è quello di garantire l’accesso a servizi gratuiti di qualità per tutti i minori bisognosi a partire dall’ istruzione, sanità, alloggi dignitosi e alimentazione adeguata.
 
Integrando la proposta della Commissione in merito a mercati del lavoro inclusivi che garantiscano una vita dignitosa e una crescita sostenibile, nel quindicesimo emendamento il Parlamento sottolinea il rafforzamento del dialogo sociale e dei comitati aziendali nell’ottica di una complessiva promozione della contrattazione collettiva. Dovrebbe poi essere istituito un pacchetto temporaneo europeo per la resilienza sociale che potenzi i sistemi di previdenza e di protezione sociale all’interno dell’Unione, tra cui il rifinanziamento di SURE per fronteggiare conseguenze socioeconomiche dell’invasione russa dell’Ucraina.
 
Il ventiduesimo emendamento avanzato ex novo dal Parlamento si propone invece di assicurare che i destinatari dei finanziamenti dell’Unione rispettano il diritto europeo e nazionale in materia di diritti sociali, del lavoro e di tassazione. In particolare, gli Stati membri dovrebbero assicurare che gli aiuti economici destinati alle imprese per fronteggiare le attuali tendenze inflazionistiche e le conseguenze economiche della pandemia siano fruiti dai dipendenti, e non vengano quindi rivolti ai dirigenti, al pagamento di dividendi o utilizzati per programmi di riacquisto di azioni.
 
Di importanza risulta essere anche l’emendamento numero venticinque che arricchisce l’intervento della Commissione in tema di disoccupazione. In particolare, al fine di prevenire il rischio di disoccupazione di lunga durata, il Parlamento ritiene che gli Stati membri dovrebbero, insieme alle parti sociali, e usufruendo dei sostegni previsti dal FSE+, dal Fondo per una transizione giusta e da iniziative quali RePowerEU, agevolare le transizioni professionali. Relativamente al contrasto della disoccupazione giovanile, del precariato giovanile e del fenomeno dei NEET la modifica apportata dal Parlamento pone l’accento sulla necessità di utilizzazione della garanzia per i giovani rafforzata e dei finanziamenti europei, come quelli del FSE+ e del dispositivo per la ripresa e la resilienza, nonché sulla garanzia di condizioni di lavoro dignitose ed inclusive di protezione sociale per i tirocinanti, stagisti ed apprendisti. Infine, gli Stati membri dovrebbero valutare la possibilità di inserire una clausola che permetta di determinare l’impatto di nuove iniziative sui giovani.
 
Il ventisettesimo emendamento ha come oggetto la parità di genere a livello di occupazione e retribuzione. In primo luogo, il Parlamento sollecita gli Stati membri ad attuare la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio su una maggior attenzione alla parità di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa. In aggiunta, gli Stati membri dovrebbero garantire contributi e diritti pensionistici adeguati per i congedi di maternità e parentali, operando nella direzione di una progressiva equiparazione dei congedi di maternità e paternità. Il Parlamento propone inoltre di istituire indici nazionali di equità salariale che confrontino la performance di uomini e donne.
 
A completare la proposta di decisione della Commissione, il trentunesimo emendamento asserisce l’importanza di sostenere la mobilità del lavoro in tutta l’Unione, dichiarando, a tal fine, la necessità di contrastare l’impatto negativo della “fuga dei cervelli” e di potenziare il programma Erasmus+.
 
Il trentaseiesimo emendamento presentato dal Parlamento si propone, infine, l’obiettivo di azzerare le vittime sul lavoro e i casi di cancro professionale. A raggiungimento di tale proposito, gli Stati membri dovrebbero valutare l’impatto dei rischi psicosociali professionali, delle malattie professionali, nonché dei rischi connessi ai cambiamenti climatici (ondate di calore, siccità o incendi boschivi) sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.
 
Le linee guida riviste mirano a stimolare la domanda di lavoro, a migliorare l’offerta e l’accesso all’occupazione, a rafforzare l’efficacia del dialogo sociale e a promuovere le pari opportunità, in particolare per i gruppi vulnerabili come le minoranze etniche, la comunità LGBTIQA+ e le persone che vivono in regioni svantaggiate.
 
Il testo finale elaborato dal Parlamento potrà essere accolto integralmente dal Consiglio e quindi adottato o, nel caso in cui quest’ultimo decida di apportare rilevanti e sostanziali modifiche, la nuova proposta verrà rinviata al Parlamento per una seconda lettura.
 
Una volta che la decisione verrà adottata dal Consiglio essa diverrà vincolante per i suoi destinatari, in tal caso gli Stati membri, e potrà essere considerata come base da cui elaborare raccomandazioni specifiche per i rispettivi Paesi.

 

Valeria Virgili

ADAPT Junior Fellow

@Virgil11Valeria

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