Per un sistema di istruzione e formazione professionale/12 – Le nuove tecnologie per il futuro dell’IeFP secondo il Consiglio Europeo

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Bollettino ADAPT 20 luglio 2020, n. 29

 

Il primo luglio 2020 il Consiglio Europeo ha emanato la “Raccomandazione relativa all’istruzione e formazione professionale (IFP) per la competitività sostenibile, l’equità sociale e la resilienza”, un documento che ha come obiettivo quello di porre le basi per la definizione di una nuova politica europea in materia di Istruzione e formazione professionale. Il nuovo quadro andrà a sostituire e rinnovare le priorità specifiche attualmente in essere, previsto dalle “Conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2009 su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione” che delineava quattro obiettivi strategici:

 

– fare in modo che l’apprendimento permanente e la mobilità divengano una realtà;

– migliorare la qualità e l’efficacia dell’istruzione e della formazione;

– promuovere l’equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva;

– incoraggiare la creatività e l’innovazione, compresa l’imprenditorialità, a tutti i livelli dell’istruzione e della formazione.

 

Forte di un sistema di IeFP più maturo e strutturato, il Consiglio tenta oggi di adeguare l’impianto alle nuove necessità del mercato del lavoro e di riorganizzarlo in funzione della fase di ripartenza successiva all’emergenza sanitaria attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti ed il ripensamento della struttura dei corsi di formazione.

 

Una delle direttrici della nuova programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei relativa al periodo 2021-2027, infatti, sarà la transizione digitale che consiste, per quanto riguarda l’istruzione e la formazione professionale, nell’utilizzo di tecnologie per il miglioramento della qualità delle attività di formazione erogate e nel rafforzamento delle competenze digitali.

 

Il primo elemento di innovazione è “la digitalizzazione dell’offerta formativa e dei metodi di apprendimento”. Oltre alla Formazione a Distanza, largamente sperimentata durante il periodo di sospensione delle attività didattiche, la Raccomandazione cita anche strumenti di realtà virtuale e di realtà aumentata e i simulatori. Questi strumenti, oltre a garantire una differenziazione qualitativa dei percorsi di formazione rispetto alle attività formative tradizionali, potrebbero avere degli effetti positivi anche con riguardo al tema dell’inclusione di allievi con bisogni educativi speciali.

 

Secondo punto è la creazione di percorsi di formazione modulari e flessibili. Per favorire la personalizzazione e la flessibilità nella progettazione delle attività formative sulla base della necessità dei discenti, il Consiglio propone la frammentazione delle qualifiche professionali in piccole parti. Questa caratteristica, oltre a favorire collegamenti tra discipline differenti finalizzate allo sviluppo di figure professionali ibride, tenderebbe a facilitare il riconoscimento delle competenze ai fini della riqualificazione e dell’arricchimento delle capacità dei destinatari.

 

Infine, il Consiglio sottolinea la necessità di rafforzare i sistemi di c.d. skill intelligence, ovvero le infrastrutture informatiche che, analizzando i dati in tempo reale, permettono di ottenere un quadro accurato dei fabbisogni delle competenze in un dato momento nonché ipotesi di sviluppo di nuovi trend in chiave futura. Fanno parte di questi strumenti, ad esempio, i meccanismi di anticipazione delle competenze ed i sistemi di monitoraggio dei percorsi di carriera.

 

L’utilizzo di questi strumenti, in linea con le prospettive europee di transizione digitale, dovrebbe essere finalizzato ad un maggiore sviluppo, tra l’altro, di competenze digitali idonee a superare le moderne sfide del mercato del lavoro.

 

Ciò è ancor più vero in Italia, dove la percentuale di giovani tra i 16 ed i 24 anni con competenze digitali di base o superiori è inferiore al 70% e tra le ultime in Europa (Eurostat). Inoltre, le scarse competenze digitali in giovane età si riflettono anche nella forza lavoro, tanto che il Digital Economy and Society Index (DESI) relativo al capitale umano vede l’Italia attestarsi all’ultimo posto in Europa.

 

L’utilizzo di nuove tecnologie per la gestione e l’erogazione dei servizi di Istruzione e Formazione Professionale è uno dei punti più sfidanti della nuova strategia europea in materia di IFP.

 

Per far sì che i percorsi innovativi prospettati dal Consiglio siano funzionali, sarà necessario garantire uno standard qualitativo delle infrastrutture digitali, ad esempio i servizi di connettività, elevato per facilitare l’accessibilità ai percorsi anche alle fasce di utenza più vulnerabile.

 

In Italia, inoltre, il grado di difficoltà nell’implementazione rischia di essere ancora maggiore alla luce dei dati relativi al livello delle competenze digitali, tuttavia il passo in avanti forzato dovuto all’emergenza sanitaria ha di fatto anticipato parte della transizione, soprattutto in materia di Didattica a Distanza. Sarà dunque molto importante valorizzare il know-how sviluppato durante il corso dell’emergenza sanitaria per far fronte ai cambiamenti futuri, ma in realtà già in atto, dei sistemi di Istruzione e Formazione professionale per garantire percorsi più dinamici, personalizzati ed in linea con le esigenze del mercato del lavoro odierno.

 

Gaetano Machì

Scuola di dottorato in Apprendimento e innovazione nei contesti sociali e di lavoro

Università di Siena

@Gae95

 

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