Un’indagine sulla rappresentanza manageriale

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Il giorno 17 maggio 2018, si è tenuta a Roma l’Assemblea nazionale CIDA, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità del settore pubblico e privato. L’incontro ha rappresentato un momento di riflessione sul futuro della rappresentanza manageriale e sul senso dello stare insieme.

 

L’Assemblea si è aperta con l’analisi di unindagine sulla rappresentanza manageriale condotta da Astra Ricerche e basata su due fronti: uno quantitativo che ha coinvolto i dirigenti del commercio, dell’industria e del pubblico, e l’altro qualitativo svoltosi attraverso dei focus group dislocati sull’intero territorio nazionale e che ha riguardato i dirigenti di tutte la Federazioni di CIDA.

 

Ebbene, dai risultati della ricerca è emerso un forte bisogno di rinnovamento della rappresentanza. Infatti, un cambiamento è auspicabile, principalmente, per essere al passo coi tempi, il tutto senza compromettere la stabilità, l’identità e l’unicità della categoria. Pertanto, occorre essere in grado di saper cogliere in anticipo i segnali di quelle trasformazioni che si paleseranno domani. In tal senso, si colloca la grande novità presentata da CIDA, in merito alla creazione di un Osservatorio permanente sui cambiamenti d’impresa e del lavoro, in collaborazione con ADAPT (Associazione per studi internazionali e comparati sulle relazioni di lavoro e industriale). L’idea è quella di avvalersi di un team di giovani ricercatori ed esperti del mondo del lavoro che sotto la supervisione del prof. Michele Tiraboschi sappiano dar vita ad una piattaforma dinamica capace di intercettare interesse verso il mondo della politica, delle istituzioni, della ricerca, della formazione e della cultura, producendo ogni anno un rapporto aperto di analisi e proposte che le alte professionalità del pubblico e del privato offrono al Paese. L’Osservatorio sarà, quindi, chiamato a valorizzare le esperienze e il sapere collettivo, patrimonio delle Federazioni e dei manager di CIDA, rafforzando il senso di appartenenza della categoria attraverso l’attivazione di percorsi di ascolto e di sintesi avanzate dai propri associati.

 

Inoltre, nel progetto di nuova rappresentanza che CIDA ha in mente, si è deciso di potenziare maggiormente il territorio, dal momento che costituisce il primo momento di analisi e raccolta delle diverse realtà. Ed è proprio dal territorio che emerge una maggiore necessità di rappresentanza, vale a dire un crescente bisogno di difendere la propria categoria sia in ambito sociale che in ambito professionale, nel mondo politico e presso le Istituzioni.

 

Tuttavia, ciò che si chiede non è una presenza costante nei talk show televisivi o sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, bensì una maggiore tutela degli associati verso la politica e le Istituzioni, portando un contributo crescente in termini di idee e azioni tali da rilanciare la reputazione del dirigente nell’opinione pubblica, rinsaldandone il ruolo di classe dirigente del Paese. Dunque, rispetto al passato, è aumentato il bisogno di rappresentanza proprio perché il mondo è cambiato e continua rapidamente a cambiare.

 

Infine, in un momento storico come quello attuale di profonda e continua trasformazione, non possono passare inosservati alcuni dati della ricerca relativi alla formazione professionale e alla necessità di networking.

 

Formazione professionale

 

Ebbene, la formazione professionale deve sapere anticipare il fabbisogno di nuove competenze richieste dal business e dalle aziende, non limitandosi a reagire al cambiamento, bensì anticipandolo attraverso la continuità dell’aggiornamento. Infatti, dalle risposte dei manager nel corso della ricerca, è emersa una sensazione di grande cambiamento del contesto lavorativo e una conseguente situazione di maggiore rischio e difficoltà da parte di chi dovrà cambiare più frequentemente lavoro e azienda. Quindi, l’aggiornamento constante delle competenze consentirebbe di gestire meglio quelle condizioni di incertezza, aiutando a prevenire l’obsolescenza e riducendo sensibilmente il rischio di perdita del lavoro.

 

Networking

 

Con riferimento all’esigenza del dirigente di ogni settore professionale di confrontarsi con colleghi ed esperti su aspetti professionali e di business, in sintesi il networking, occorre evidenziare come un siffatto sistema costituirebbe un meccanismo virtuoso, in quanto favorirebbe lo scambio informativo e culturale, generando valore aggiunto per i partecipanti e per l’associazione. Ad ogni modo, se i giovani partecipano meno alla vita associativa, al tempo stesso sono coloro che, insieme alle donne, manifestano maggiore interesse nell’attività dell’associazione finalizzata allo scambio di informazioni, all’aggiornamento professionale e al networking. Il manager ha capito l’importanza di crearsi una rete per crescere e alla quale fare riferimento nei momenti di difficoltà, per non cadere e sentirsi improvvisamente soli nei momenti di difficoltà, ma ripartendo con un consiglio o facilitando un contatto. Stare insieme e partecipare è un nuovo modo di sentirsi categoria.

 

In conclusione, occorre sottolineare come il dibattito sulla crisi della rappresentanza, dei corpi intermedi e delle classi dirigenti sia di stretta attualità, trovando ampio spazio e alimentandosi sulle pagine dei principali quotidiani. Pertanto, è compito dei corpi intermedi non assumere un atteggiamento passivo da spettatori, bensì propositivo di idee, capace di fornire letture originali della crisi stessa, indicando soluzioni percorribili.

 

Andrea Carbone

Scuola di dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro

Università degli Studi di Bergamo – ADAPT

@AndreCarbons

 

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Un’indagine sulla rappresentanza manageriale
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