Nuove evidenze dal progetto europeo “Construction Blueprint”: come si evolvono le competenze dei lavoratori edili

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Bollettino ADAPT 20 dicembre 2021, n. 45
 
La recente ripresa delle attività edili, trainata dagli incentivi fiscali legati all’efficientamento energetico e sismico degli edifici, nonché dalle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), richiede sempre maggiori investimenti nella formazione del personale. Secondo le stime Ance, infatti, il settore necessita di almeno 265 mila unità tra operai, impiegati, professionisti e tecnici specializzati per la realizzazione delle opere edili.

 

In quest’ottica, la definizione di una strategia europea sulle competenze future in edilizia, volta a favorire lo scambio tra le professionalità richieste dalle imprese e le competenze fornite dai centri di formazione, è un tema di fondamentale importanza per lo sviluppo del settore. È per questo motivo che l’Ance partecipa, insieme all’ente unico nazionale per la formazione e la sicurezza (Formedil), al progetto europeo “Construction Blueprint”, finanziato dal programma Erasmus+.

 

Nell’ambito del progetto, lo scorso 10 dicembre, l’Ance ha organizzato un seminario di endorsement, finalizzato ad illustrare i risultati raggiunti dal partenariato nei primi due anni.  Molti esperti del settore si sono confrontati sui temi della digitalizzazione, dell’economia circolare e dell’efficienza energetica per comprendere come i mutamenti causati da questi fenomeni influenzeranno la formazione dei lavoratori.

 

Dalla tavola rotonda è emerso che la mancanza di giovane manodopera specializzata è dovuta alla crisi che ha investito il settore negli ultimi dieci anni.

Occorre, quindi, rendere più attrattivo il mondo dell’edilizia, coinvolgendo nel processo di rinnovamento tutti gli attori che animano il mercato del lavoro.
 
In primo luogo, è stata da più parti evidenziata l’importanza di realizzare una vera e propria “alfabetizzazione digitale” che interessi le imprese, le istituzioni formative e l’intera comunità scientifico – accademica. È ormai chiaro, infatti, che la digitalizzazione implica una riqualificazione e una riorganizzazione dell’intera catena del valore che, a sua volta, richiede una stretta cooperazione tra l’impresa e il mondo accademico. Tuttavia, affinché ciò avvenga, le istituzioni formative dovrebbero scendere in cantiere, collaborando con le imprese edili per l’individuazione dei profili professionali e delle relative competenze da sviluppare e aggiornare.

 

L’esperienza diretta consente, infatti, di rivedere e modernizzare i processi formativi tenendo in considerazione le esigenze che nascono sia dalla presenza di nuove figure ibride, sia dalle interazioni tra l’uomo e la macchina.

 

Inoltre, l’implementazione di nuove pratiche per la gestione dei rifiuti e delle emissioni inquinanti nei processi di costruzione richiederà lo sviluppo di competenze per lavorare con materiali e tecniche “verdi”.

La consapevolezza delle imprese rispetto all’economia circolare è in progressivo aumento, ma è necessario investire ulteriormente per coglierne potenzialità e opportunità di crescita.  Lo sviluppo di nuove competenze in questo campo è, infatti, indissolubilmente legato alla conoscenza del fenomeno e alla necessità di recupere e imparare a riutilizzare i materiali di scarto.
 
Infine, l’introduzione di misure specifiche per l’utilizzo di fonti rinnovabili e sostenibili in edilizia dovrà andare di pari passo a percorsi formativi innovativi che siano in grado di preparare gli operatori a utilizzare nuovi materiali.

Il settore delle costruzioni è di fondamentale importanza nella transizione verso sistemi di energia rinnovabile per cui la formazione specifica dovrà essere erogata tenendo conto delle caratteristiche dell’opera lungo tutto il suo ciclo vitale.

 

La trasformazione dell’industria delle costruzioni porterà, dunque, allo sviluppo di nuove competenze sulle quali è necessario investire per essere competitivi in un mercato continentale sempre più basato su un ecosistema digitale.

Le competenze rappresentano il driver di questi cambiamenti e sono centrali per un settore che, nell’attuale contesto europeo, ha un alto potenziale per creare nuovi posti di lavoro, contribuendo alla crescita economica e fornendo elementi chiave per affrontare le sfide future.
 
Silvia Rigano

Scuola di dottorato in apprendimento e innovazione nei contesti sociali e di lavoro

ADAPT, Università degli Studi di Siena

@Silviarigano

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