Professionisti in rete per gestire l’emergenza da Covid-19: una importante iniziativa dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro

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Bollettino ADAPT 30 marzo 2020, n. 13

 

Con il Decreto-Legge 17 marzo 2020, n.18 il Governo ha predisposto importanti misure di sostegno al reddito dei lavoratori subordinati delle imprese colpite dall’emergenza Covid-19, prevedendo delle misure speciali in tema di ammortizzatori sociali per tutto il territorio nazionale. Le aziende, per accedere a tali strumenti, possono affidarsi ai Consulenti del Lavoro, in quanto professionisti deputati alla gestione delle pratiche per l’accesso ai trattamenti di integrazione salariale, come stabilito dalla legge 11 gennaio 1979, n. 12.

 

Dalla data di emanazione del provvedimento del 17 marzo, i Consulenti sono stati, ancor di più, il punto di riferimento delle imprese che, consce della criticità del momento e preoccupate da un possibile esaurimento delle risorse stanziate, hanno chiesto tempestività nell’espletamento delle pratiche per le apposite domande. Tale situazione di tensione sociale e lavorativa ha reso estremamente complicato lo svolgimento dell’attività professionale dei Consulenti, che si trovano a dover fronteggiare la stipula di accordi e presenziare numerose consultazioni sindacali per l’accesso alla Cassa Integrazione in Deroga prevista dall’art. 22 del Decreto-Legge n. 18/2020, con conseguenti differenti ambiti di applicazione, procedure e modalità di presentazione delle domande.

 

Questo delicato compito professionale è aggravato dalla sovente carenza di organico negli studi professionali dovuta alla quarantena e dalle difficoltà di operare da remoto con la adeguata velocità richiesta dalla criticità della situazione. In definitiva, molti Consulenti si trovano a dover affrontare un enorme carico di lavoro, senza il necessario supporto, senza i dovuti strumenti operativi ed in carenza di personale.

 

L’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro (ANCL) per affrontare questa crisi, che colpisce duramente i propri iscritti, ha lanciato una interessante iniziativa: creare una rete tra professionisti per affrontare l’emergenza Covid-19. Lo strumento giuridico individuato, per far fronte ad un sovraccarico di lavoro così pesante per i Consulenti, è quindi il contratto di rete, disciplinato dal Decreto-Legge n. 5/2009, esteso oggi anche ai professionisti ed ai lavoratori autonomi dall’art. 12, comma 3 della legge n. 81/2017.

 

L’intento comune, nel caso del progetto di rete “Emergenza Covid-19: SOS ANCL”, ideato dal sindacato, è rappresentato dalla necessità di fronteggiare l’emergenza lavorativa, legata alle difficoltà di gestire le pratiche per l’accesso agli ammortizzatori sociali, soprattutto per quel che concerne la Cassa Integrazione Guadagni in Deroga, frammentata sul piano procedurale a livello regionale dalle diverse discipline negoziali vigenti (sono infatti al momento 14 gli accordi sottoscritti).

 

Nello specifico, al fine di trovare dei possibili rimedi alle criticità evidenziate dai Consulenti iscritti al sindacato, attraverso la rete si vuole incentivare, tra i professionisti aderenti, la collaborazione nello svolgimento di specifiche attività concrete. In primis, attività di informazione e consulenza tra gli aderenti alla rete, in merito alle procedure e alle modalità di richiesta degli ammortizzatori sociali nel proprio territorio di appartenenza. In secondo luogo, attività di consultazione e supporto professionale, in caso di problematiche legate alla richiesta degli ammortizzatori sociali.

Infine, la rete permetterà ad alcuni Consulenti con maggiore esperienza in materia di trattamento di integrazione salariale, di espletare delle pratiche in nome e per conto di altro aderente alla rete, su basa volontaria e gratuita oppure onerosa (in tal caso si lascia alle parti la possibilità di trovare un accordo economico per la collaborazione rispettando i principi solidaristici su cui si basa l’iniziativa).

 

L’iniziativa dell’ANCL pone, ancora una volta, l’accento su un vuoto normativo concernente le reti tra professionisti, cui sempre più spesso questi ultimi provvedono a colmare con la propria organizzazione. L’art. 12, comma 3 della legge n. 81/2017, dispone infatti che, al fine di “consentire la partecipazione ai bandi e concorrere all’assegnazione di incarichi e appalti privati, è riconosciuta ai soggetti che svolgono attività professionale, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, la possibilità di costituire reti di esercenti la professione”.

 

A tal proposito, recentemente, il Ministero dello Sviluppo Economico con il parere prot. n. 23331 del 28 gennaio 2020, ha ricordato che con l’entrata in vigore della legge n. 81/2017, è stata superata la precedente previsione normativa che limitava ai soli imprenditori la possibilità di costituire e partecipare a contratti di rete. Pertanto, secondo il Ministero sembrerebbe consentita la costituzione di reti tra professionisti, non solo miste, ma anche c.d. pure (composte interamente da professionisti) pur in presenza di alcuni limiti, primo tra tutti la perdurante inesistenza per le reti c.d. pure di “una previsione che ne consenta la pubblicità.

 

Infatti, come afferma il Ministero dello Sviluppo Economico, il richiamo, operato dall’articolo 12 comma 3, dell’articolo 3, comma 4 ter e ss. del D.L. n. 3/2009, impone che la pubblicità del contratto sia assolta tramite iscrizione, a margine di ciascuna posizione nel registro delle imprese di ogni imprenditore, del contratto di rete. Nell’ipotesi della rete c.d. pura, risulta impossibile iscrivere il contratto di rete nell’apposito registro in quanto il professionista non è soggetto iscrivibile nel registro delle imprese (escludendo dall’analisi la peculiare posizione delle Società tra Professionisti).

 

Chissà che questa iniziativa dell’Associazione Nazionale dei Consulenti del Lavoro, nata in tempo di emergenza nazionale, non possa portare il legislatore a fare quell’ulteriore passo in avanti in materia di rete tra professionisti, prevedendo, ad esempio, una sezione separata del registro delle imprese dedicata proprio all’iscrizione delle reti composte da soli professionisti, permettendo in tal modo l’iscrizione ai fini pubblicitari anche a tali tipologie di rete. O, in alternativa, ad optare per l’obbligo di deposito presso gli ordini professionali di appartenenza.

In un mercato caratterizzato da un’ultra-competitività, che nel caso dei Consulenti del Lavoro, è aggravata anche dall’esercizio abusivo, di alcuni soggetti, delle peculiarità loro assegnate dalla legge n. 12/1979, la necessità dei professionisti di associarsi per affrontare uniti le sfide che il mercato pone ogni giorno, è essenziale.

 

Francesco Lombardo

ADAPT Junior Fellow

@franc_lombardo

 

Giovanni Piglialarmi

Assegnista di ricerca presso il centro studi DEAL (Diritto Economia Ambiente Lavoro)
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

@Gio_Piglialarmi

 

Professionisti in rete per gestire l’emergenza da Covid-19: una importante iniziativa dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro
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