Persone nella forza lavoro di età compresa tra 15 e 64 anni (1993-2024)
| di Redazione ADAPT
L’Europa (inclusa l’Unione Europea) è il continente in cui ci si aspetta che il declino demografico sarà più marcato nel prossimo futuro, avendo già registrato una significativa riduzione della propria quota sulla popolazione mondiale — dal 21,6% nel 1950 al 10,6% nel 2010. Le principali tendenze demografiche che interessano l’Europa sono il calo dei tassi di natalità e l’aumento dell’aspettativa di vita, con conseguenti implicazioni sui tassi di mortalità.
Nonostante l’esistenza di alcune tendenze comuni, la situazione demografica all’interno dell’Europa è altamente eterogenea. Nel 1980, Italia e Germania erano tra i paesi con i più bassi tassi di crescita della popolazione, rispettivamente all’11,3% e all’11,1%, mentre la Polonia era tra i paesi più prolifici, con 20 nascite ogni 1.000 abitanti. Tra il 1981 e il 2000, la Polonia ha registrato uno dei cali più marcati nel tasso di crescita, con una diminuzione del 50%.
La transizione demografica influisce direttamente sul mercato del lavoro, sia in termini di offerta — a causa dei cambiamenti nel volume e nella struttura della forza lavoro disponibile — sia in termini di domanda, poiché i mutamenti demografici influenzano lo sviluppo di alcuni settori economici e dei servizi rispetto ad altri.
Per quanto riguarda gli effetti sulla dimensione e composizione della forza lavoro — uno degli aspetti più urgenti e preoccupanti — questi impatti sono già visibili e si prevede che si intensificheranno in diversi ambiti: la sostenibilità dei sistemi pensionistici e di sicurezza sociale, i livelli di produttività delle imprese, il benessere dei lavoratori sul posto di lavoro e la disponibilità complessiva dell’offerta di lavoro.
Nel complesso, il tasso di partecipazione al mercato del lavoro nell’Unione Europea è aumentato di 12 punti percentuali dal 2003 al 2024, passando dal 68% all’80,2%, con un calo significativo solo durante la pandemia di Covid-19. I dati specifici per paese mostrano anch’essi tendenze positive: dal 1992 al 2024, la partecipazione al mercato del lavoro in Spagna è aumentata di quasi 15 punti percentuali, passando dal 60,2% al 74,6%. Germania e Polonia hanno registrato aumenti simili, con una crescita di circa 10 punti percentuali ciascuna — dal 70,8% all’80,2% per la Germania e dal 65,9% al 74,7% per la Polonia.
L’aumento è stato più modesto in Italia e in Francia: l’Italia è passata dal 58,1% al 66,6%, mentre la Francia è cresciuta dal 69,4% al 74,5%. Degno di nota è il caso della Romania, l’unico paese oggetto di analisi in cui il tasso di partecipazione alla forza lavoro è diminuito, passando dal 68,9% nel 1998 al 67,5% nel 2024.
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