Lezioni di Employability/61 – Il navigator 1.0 troverà se stesso? 

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Bollettino ADAPT 18 marzo 2019, n. 11

 

Tra i paradossi che la vita mi ha offerto c’è il fatto che, dopo un anno particolarmente travagliato sul versante salute, ieri mi sono presentato in Posta a consegnare la Domanda per il Reddito di cittadinanza.
Eppure la speranza è quella di non beneficiare di questa opportunità avendo tutte le carte in regola per poter diventare un Navigator 1.0.Mi sono ritrovato in mezzo a un deserto lavorativo con una serie di parametri che, sulla carta, mi ponevano fuori mercato. Possedevo un curriculum imbarazzante e troppo qualificato e un’età troppo avanzata.

 

La scelta del nuovo governo di promuovere il Reddito di cittadinanza, pur nelle contraddittorietà della proposta, mi ha acceso una lampadina. Durante tutta la mia vita lavorativa ho amato le sfide, non ho mai mirato al posto fisso, anzi ne sono letteralmente fuggito. Ho fatto l’imprenditore sociale cooperativo e ogni anno, da presidente di un Centro studi specializzato sulla prevenzione primaria, avevo l’impegno di partecipare a bandi pubblici e del privato sociale per racimolare le risorse (circa un milione di euro) necessarie a mantenere una struttura qualificata, che ha avuto riconoscimenti nazionali. E ritrovarsi nel 2019 in una situazione di forte precarietà economica non è stato facile, ma, forse un po’ follemente, non mi ha neanche scoraggiato in modo tale da mettermi fuori gioco, consapevole che quello che la vita offre è ogni volta una scuola, quindi ben lontano dal sentirmi vittima di tutto ciò.

 

Lo spiraglio del Navigator 1.0

 

Lo spiraglio che si è aperto grazie al lancio della nuova figura del Navigator 1.0, pur nella sua indefinitezza, ha destato in me un desiderio di riscatto.
Ma le voci di corridoio, che preannunciano le caratteristiche necessarie per diventare Navigator, sembrano porre qualche paletto che potrebbe impedirmi di diventarlo. Mi riferisco all’età. E capisco le perplessità di chi ha il compito di assumere 10.000 persone sulle quali vuole investire per dare una svolta alle politiche attive nel mondo del lavoro, ma di fatto io avrei davanti almeno 5 anni prima di avere il diritto alla pensione o anche di più se questo potesse non diventare un vincolo.

 

E questo lo dico con grande convinzione e determinazione perché intuisco che la figura del Navigator mi sia proprio congeniale in quanto è una vita che, da sociologo e ultimamente anche da life coach, mi sono occupato di orientamento e di imprenditorialità e ho generato e trovato lavoro a molte persone anche in situazioni di crisi. Si, devo ammettere che ho l’esperienza e il curriculum per poterlo fare, all’alba dei miei quasi 62 anni, ma con lo spirito e la vivacitàà di un giovane e ora anche la salute ritornata a un ottimo livello.

 

Il pericolo della fretta

 

Purtroppo la fretta e l’improvvisazione che sta caratterizzando la nascita sia del reddito di cittadinanza che della figura che accompagnerà i suoi fruitori, non faciliterà una selezione davvero qualificata che potrebbe dare una svolta al ruolo pubblico che i Centri per l’impiego non sono riusciti a dare. Nutro perplessitàà sul Test di ingresso che per i tempi stretti è stato avallato. Mi sembra che dare eccessivo valore nozionistico al ruolo del Navigator sia un errore fatale, dove ben altre capacitàà sono prioritarie e direi dirimenti quali la gestione delle emozioni e delle relazioni, la capacità di vedere i talenti e di costruire una proposta la più calzante e sartoriale possibile per il cercatore di lavoro.

 

Lo strumento Community

 

Sono molto interessanti gli interventi che ho letto sulla Community e, come sociologo e life coach che ha sempre privilegiato la partecipazione, ritengo che la scelta sperimentale di Adapt di aprire una Community di apprendimento possa essere un metodo particolarmente fecondo che dovrebbe essere perseguita anche durante il primo anno di lavoro sul campo dei Navigator, allo scopo di calibrare nel tempo, e grazie all’esperienza vera, una figura che è in divenire.

 

Un ruolo strategico

 

Presumo che questo ruolo strategico, finora appena accennato, al di là delle competenze specialistiche, dovrà basarsi sulla capacità di mettere in connessione diversi ambiti e diversi soggetti sociali e istituzionali.
La sua importanza sarà data anche dalla sua efficacia nel facilitare la ricerca del lavoro in cui il percettore del RdC sia effettivamente un soggetto attivo, stimolato e sostenuto da un coach, ma che possa lui stesso vivere una Community per confrontarsi e crescere togliendosi il vestito del dipendente, di colui che attende dagli altri le soluzioni sul suo futuro lavorativo. La reputazione del Navigator sarà valutata dai risultati di occupazione che riuscirà ad ottenere e non dall’adempimento di scartoffie e dal rispetto di protocolli che, come quelli adottati nel campo medico, certificheranno che “il protocollo è stato seguito alla perfezione, ma il paziente è morto”.

 

La sfida ulteriore che si intravede sempre più chiaramente è quella di saper indirizzare le persone giuste nel posto giusto, proprio per far incontrare domanda e offerta non a casaccio, ma calibrando gli elementi di compatibilità. Di fatto, si sta per aprire un settore non completamente nuovo, ma dove nessuno è già “Imparato”.

 

Intuitivamente, si possono fare alcune ipotesi:

 

– Si sconsiglia la candidatura a ricoprire il ruolo di Navigator
a persone rigide, magari perfettamente competenti in un ambito specifico, ma poco aperte e poco disponibili ad essere un’antenna parabolica delle opportunità e delle combinazioni possibili.

– Si potrebbero stimolare i dirigenti Anpal e delle Regioni a trovare per ogni centro per l’impiego una figura di coordinamento capace di valorizzare i diversi talenti dei vari Navigator proprio facilitando la nascita di una Community locale generativa di soluzioni complesse.

– Si auspica che la persona fruitrice del RdC sia il vero centro del servizio e debba essere stimolata a responsabilizzarsi al massimo con il miglior sostegno, fatto di ascolto, empatia, opportunità per conoscere meglio sé stessi, percorsi formativi mirati, strumenti per la ricerca del lavoro e auspicabilmente anche per la creazione di nuovi lavori.

– Questa è un’occasione che, ben sfruttata, può rivelarsi importante per la crescita personale dei cercatori di lavoro che hanno bisogno di trovare le energie per consolidare una forza interiore che risulterà utile per la loro vita, ben oltre il lavoro. Il motto potrebbe essere: “Aiutati che il Navigator ti aiuta!”

– Va preso atto che l’offerta di lavoro attualmente non è ampia ed è illusorio garantire subito un posto fisso, visto l’attuale mercato del lavoro e le sue prospettive, ma agire affinché i potenziali candidati vivano inizialmente esperienze diverse di lavoro forse è più realistico. Per questo non è importante, a mio parere, il vincolo immediato di assunzione in posto fisso.

– La vera personalizzazione del servizio sarà la leva che favorirà il massimo successo occupazionale. Assicurare la migliore calibratura tra domanda e offerta sarà una delle competenze peculiari del Navigator.
Premesso ciò, immagino un Navigator in divenire nel prossimo anno, la cui definizione di massima la si troverà strada facendo.
Gli spetta un compito interessante e complesso e meriterà di ricoprire il ruolo chi avrà una Bussola affidabile e chi desidera davvero fare un importante servizio per il Paese.

 

Alberto Terzi

partecipante al MOOC Teoria e pratica dei servizi al lavoro #NAVIGATOR2019

 

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