Il mio canto libero – Sosteniamo la petizione di Federmeccanica

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ADAPT ha sostenuto la petizione di Federmeccanica in favore di un ritorno, quantomeno, alla precedente dimensione obbligatoria delle ore di lavoro “in alternanza” con i percorsi di scuola superiore. Secondo l’associazione delle imprese metalmeccaniche questa avrebbe raccolto già oltre ventimila firme.

Un primo risultato si è prodotto nel corso dell’esame parlamentare attraverso l’approvazione di emendamenti che hanno innalzato il modesto numero di ore disposto dalla legge di bilancio. Siamo tuttavia ancora lontani dal precedente monte-ore e, in aggiunta, si è ampliata una incomprensibile differenza tra istituti professionali, tecnici e liceali come se le “competenze trasversali” dovessero integrare di più le capacità di alcuni giovani e meno quelle di altri.

 

Federmeccanica sottolinea nel suo appello che “per conoscere l’ambiente complesso di un’impresa e per imparare qualcosa di utile, è necessario un tempo adeguato…” e ancora, aggiungiamo noi, per maturare esperienze di risultato occorre una adeguata massa critica.

L’associazione imprenditoriale peraltro evidenzia il bisogno di un approccio qualitativo nella collaborazione tra scuola e impresa “in ogni fase, dalla progettazione alla valutazione dei risultati” perché “l’impresa diventa un po’ scuola e la scuola si apre all’impresa”.

Nella prima fase di attuazione della “alternanza” si sono riscontrate superficialità forse inevitabili in conseguenza delle ambiguità culturali che l’hanno accompagnata.

 

Ancora oggi, quando se ne ammette una maggiore intensità nelle scuole tecniche e professionali, si finisce con l’immaginare la pratica lavorativa in funzione dell’apprendimento di uno specifico mestiere più che come un metodo per sviluppare attitudine ad affrontare e risolvere problemi concreti in qualunque situazione di compito. E allora sorgono le incomprensioni sulla insufficiente qualità del “lavoro”, su un presunto sfruttamento di prestazioni gratuite, sulla diminuzione del percorso scolastico in quanto piegato a contingenti bisogni delle imprese.

Solo “percorsi strutturati”, come afferma la petizione, possono essere alimentati da “tutor aziendali e insegnanti” continuamente aggiornati in modo da rendere “sistematico” il rapporto tra scuole, imprese e centri di ricerca”.

Ma tutto questo impone di rafforzare il “supporto normativo, amministrativo ed economico” come un “credito d’imposta o misure equivalenti per le spese sostenute per l’alternanza” dalle imprese o come una ridefinizione dei metodi e contenuti pedagogici affinché si valorizzi la funzione educativa di qualunque esperienza lavorativa purché dignitosa.

 

Insomma, la proposta governativa di un drastico ridimensionamento dell’alternanza sotto la pressione di vecchie pulsioni corporative ha avuto il merito di stimolare un ancor maggiore impegno delle imprese cui dovrebbe corrispondere una rinnovata volontà del sistema di istruzione pubblica. Per questa ragione dobbiamo auspicare l’ulteriore crescita del numero dei sottoscrittori della petizione accompagnandola con una diffusa promozione della funzione educativa del lavoro.

 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

 

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