Il mio canto libero – Delega fiscale: la progressività si deve interrompere di fronte a welfare e salario premiale

Bollettino ADAPT 20 marzo 2023, n. 11
 

Il disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale, varato dal consiglio dei ministri nei giorni scorsi, ha l’ambizione di riequilibrare il prelievo sulle diverse forme di reddito riducendo la progressività su lavoro e imprese. I principi e i criteri sono condivisibili ma le modalità sono tutte da verificare nei decreti delegati che vi daranno attuazione. Il percorso sarà inevitabilmente complesso perché ogni passo dovrà essere compatibile con un livello di entrate sufficiente a garantire la stabilità di finanza pubblica. E probabilmente non sarà bastevole la revisione delle detrazioni, delle deduzioni e dei crediti d’imposta per coprire il minore prelievo programmato. Sarà necessaria anche una riduzione delle spese, operazione difficile dopo gli anni in cui queste sono cresciute in modo smodato creando aspettative nella società. Servirà anche un buon livello di crescita dell’economia che la qualità delle nuove forme di imposizione potrà concorrere a produrre.

 

In particolare, la tassazione del lavoro si dovrà necessariamente caratterizzare per la capacità di incoraggiare la maggiore produttività. Questa non sarà solo il risultato delle aliquote ridotte ma anche, e soprattutto, del trattamento di favore per le componenti virtuose della retribuzione del lavoro dipendente. I premi variabili collegati ai risultati d’impresa, le maggiorazioni conseguenti alla verifica periodica degli incrementi delle competenze, le indennità derivanti dalla sede disagiata e dal lavoro notturno o festivo meriteranno una interruzione della progressività attraverso una tassazione “secca” e agevolata. Non incentivi transitori quindi ma una scelta strutturale di favore per il maggiore impegno del lavoratore che sarebbe altrimenti penalizzato proprio quando il suo reddito cresce per ragioni di produttività, professionalità o scomodità. A tutto ciò dovrebbe aggiungersi la rinuncia alla tassazione delle prestazioni sociali integrative erogate nella dimensione aziendale. In questo modo si promuoverebbe la contrattazione individuale o collettiva di prossimità in quanto fonte di una dinamica retributiva compatibile con il controllo dell’inflazione. Il differenziale con il prelievo sugli aumenti salariali deliberati dal contratto nazionale farebbe evolvere nella giusta direzione le stesse relazioni di lavoro.

 

Il nuovo modello fiscale si configurerebbe così quale strumento per superare ogni forma di egualitarismo retributivo centralizzato e per incoraggiare il merito e la buona volontà nel lavoro.

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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