Il mio canto libero – Attualità del contratto a progetto

Bollettino ADAPT  27 febbraio 2023, n. 8
 
Nel tempo dell’anniversario ventennale della legge Biagi cresce emblematicamente la riflessione intorno all’orario quale misura prevalente del lavoro e della sua remunerazione. Che si parli di lavoro agile o di settimana corta ritorna inesorabilmente l’intuizione del contratto a progetto. Per Marco Biagi l’obiettivo era chiaro anche se nell’immediato si trattava di corrispondere alla richiesta di dare più regole alle abusate collaborazioni coordinate e continuative. Furono colpevoli i comportamenti di coloro che lo usarono per accusarlo di voler introdurre con la norma una precarietà che si stava invece producendo nei fatti con il cambiamento dei modi di produrre indotti dalle incertezze del futuro. Fu più tardi colpevole la scelta di eliminarlo per soddisfare le pressioni demagogiche nate dalla menzogna ripetuta.
 
Succede spesso che quando un saggio indica con un dito il cielo gli stolti guardino il dito. Eppure ancora una volta il tempo è galantuomo. Si ripropone infatti la necessità di definire il modo con cui transitare dal vincolo temporale agli obiettivi della prestazione lavorativa. Certo, non è la tipologia in sé a determinare questo cambiamento ma la volontà imprenditoriale di rinnovare i moduli organizzativi in termini tali da quantificare i risultati del lavoro e la corrispondente remunerazione. Cresce peraltro, al punto da diventare motivo di ritention, la domanda dei lavoratori di poter disporre di una maggiore libertà nella gestione del tempo di vita.
 

Riproporre il contratto a progetto comporterebbe tuttavia quel compimento che Biagi immaginava attraverso lo Statuto dei Lavori. In particolare, la disciplina sulla salute e sicurezza dovrebbe essere adattata a prestazioni che si svolgono in luoghi spesso non controllabili dai datori di lavoro né potrebbe ridursi ai vigenti obblighi dei lavoratori autonomi. Così come il sistema di sostegno al reddito nella sopravvenuta disoccupazione deve andare oltre il presupposto del lavoro subordinato per comprendere tutti i lavori e un mercato efficiente deve offrire intermediari capaci di accompagnare ciascuna persona ad una nuova occupazione. Per il resto spetterebbe alla contrattazione regolare i rapporti tra prestatori davvero agili e i loro committenti.

 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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