Forze Armate: quale ricollocazione nel mercato del lavoro dei volontari?

Non solo giovani, disoccupati e lavoratori in mobilità.Il mercato del lavoro italiano affronta oggi una emergenza sotterranea, ma non per questo meno importante, relativa ricollocazione professionale dei tanti volontari congedati delle Forze Armate. Una problematica del tutto sconosciuta fino a pochi anni fa e che ha cominciato a porsi in concomitanza con la trasformazione delle Forze Armate in un corpo di volontari professionisti. Di essa si fa carico il recente d.lgs. n. 8/2014 che, nel procedere alla riorganizzazione del personale militare e civile del Ministero della Difesa, è intervenuto con misure relative al loro reinserimento nel mercato del lavoro anche attraverso una quota di riserva nel pubblico impiego.
 
Risale al 2006 la nascita dell’Ufficio per il sostegno alla ricollocazione professionale dei volontari congedati. Suoi compiti principali sono: l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, la promozione dell’inserimento nel mondo del lavoro dei volontari dopo il congedo, l’orientamento professionale, l’individuazione di corsi professionali, la promozione della cultura d’impresa, dell’autoimprenditorialità giovanile e della formazione di cooperative fra volontari congedati. Tra le diverse attività, l’Ufficio gestisce anche il Sistema informativo lavoro Difesa. Si tratta di una preziosa banca dati dedicata al mondo delle Forze Armate, attraverso cui i militari possono ricercare offerte di lavoro e le aziende registrate effettuare una ricerca dei profili professionali, inserire loro offerte di lavoro o di tirocinio.
 
Nella previsione di un cospicuo incremento di volontari da ricollocare, le recenti modifiche al codice dell’ordinamento militare hanno previsto la possibilità di ricorrere alle agenzie private per il lavoro (art. 1013). È stata infatti stata stabilita la possibilità di stipula di convenzioni tra il Ministero della Difesa e le agenzie per il lavoro. Contestualmente, per incrementare l’occupabilità dei militari e le possibilità di reinserimento, si promuovono la formazione professionale, il riconoscimento di crediti formativi per il servizio prestato nelle Forze armate e il riconoscimento di titoli di studio acquisiti nelle Forze armate.
 
Accanto alla promozione del reinserimento dei militari nel mercato del lavoro per un loro ingresso nel settore privato, il secondo pilastro a sostegno del loro ricollocamento guarda verso il settore pubblico attraverso la riserva di posti nei concorsi pubblici. Sebbene la disposizione sia poco nota ed effettiva, il codice dell’ordinamento militare (art. 1014) riserva ad essi: il 30% dei posti nei concorsi per l’assunzione di personale non dirigente nella pubblica amministrazione; il 20% dei posti nei concorsi per l’accesso ai corpi di polizia municipale e provinciale; il 50% dei posti nei concorsi per le assunzioni di personale civile, non dirigenziale, del Ministero della Difesa.
 
Sicuramente la congiuntura economica attuale non agevola il compito del reinserimento dei militari nel mercato del lavoro. Le aziende italiane non sono abituate a guardare alle Forze Armate come bacino di competenze e professionalità da cui attingere, ma probabilmente è proprio in questo ambito che, come avviene in molti altri Paesi, è più facile individuare figure professionali affidabili e specializzate, a volte di difficile reperibilità nel mercato del lavoro. Fondamentale, per sostenere il reinserimento nel mercato del lavoro dei militari è, dunque, la circolazione delle informazioni circa l’esistenza dei servizi dedicati e il fatto che le aziende possono rivolgersi anche a questo ampio bacino per le loro ricerca di personale. Contemporaneamente, è però necessario garantire risorse sufficienti perché i servizi di placement e riqualificazione professionale siano adeguatemene strutturati ed effettivi.
 
Michele Tiraboschi
Coordinatore scientifico ADAPT
@Michele_ADAPT

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* Il presente articolo è pubblicato anche in Il Sole 24 Ore, 8 marzo 2014 con il titolo Piano speciale per ricollocare gli ex-militari.
Forze Armate: quale ricollocazione nel mercato del lavoro dei volontari?
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