Work-life effectiveness: dall’equilibrismo alla gestione organizzata dei tempi

La sfida quotidiana di affrontare al meglio – non solo per la “sopravvivenza” – ogni giornata è ardua; lo è per chi lavora a tempo pieno o è freelance, in Italia come nella progressista Olanda. Per gli uomini, certo, ma un un po’ di più per le donne, soprattutto se, come nel mio caso, non c’è una rete familiare a portata di mano. Oggi più che mai, però, si può rilanciare sulla posta in gioco.

 

Da un po’ di tempo, chi si interessa di temi di parità facilmente si imbatte nel concetto di work-life effectiveness, in certo modo un’evoluzione rispetto alla semplice ricerca del bilanciamento tra le due componenti, da mettere in atto come fosse una vera strategia di affari. L’obiettivo è puntare a una gestione degli impegni (professionali) e delle necessità (personali) perfezionata e di lungo termine. Per fare un esempio concreto, un primo passo è il negoziare il tempo del lavoro, insistendo magari su pratiche di smart working, alla luce dei propri bisogni, che siano andare a prendere i figli a scuola, seguire un corso, o pianificare meglio le “attività” sociale della propria vita…

 

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