Una “rivoluzione culturale” per il lavoro

Lavoro e mercato del lavoro si trovano al centro della grande trasformazione del mondo apertasi in epoca globale. Fenomeni come la de-nazionalizzazione, la de-territorializzazione, e anche cambiamenti tecnologici e mutamenti demografici – quali l’invecchiamento della popolazione o le migrazioni –, la finanziarizzazione economica hanno destrutturato il vecchio mondo e con esso anche quell‘alveo in cui è cresciuto il lavoro nella seconda metà del secolo scorso. Richard Sennett vent’anni fa ci aveva già informato sull’uomo flessibile, sulla mobilità-elasticità del suo lavoro. Questa complessa trasformazione globale ci sta gradualmente portando alla quarta rivoluzione industriale, che, secondo Klaus Schwab del World Economic Forum (2016), è differente dalle precedenti: non è spinta da un grande passo tecnologico, bensì da una serie di “svolte” tecnologiche diffuse in un gran numero di mondi digitali e biologici e di campi quali robotica, intelligenza artificiale, nanotecnologie, biotecnologie, Internet delle cose, stampanti 3D, auto autonome, biomedicale ecc. Se cerchiamo lavoro nel futuro, questo sarà il mondo del lavoro…

 

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