Un centro studi a supporto dell’attività sindacale dei consulenti del lavoro: il caso ANCL

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Bollettino ADAPT 13 giugno 2022, n. 23
 
L’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro (in seguito ANCL), nata nel 1953, è l’unica associazione di rappresentanza sindacale dei consulenti del lavoro. La sua diffusione copre quasi tutto il territorio nazionale, contando attualmente su 94 Unioni provinciali e 16 Consigli regionali. Sin dalla sua fondazione l’ANCL promuove, rappresenta, tutela e difende gli interessi professionali e sindacali dei consulenti del lavoro; inoltre, si pone l’obiettivo di accrescere, sviluppare e valorizzare l’immagine e le funzioni professionali degli associati.
 
Così come, sin dagli anni Sessanta, i sindacati dei lavoratori hanno fondato i primi centri studi e di formazione sindacale sulla base delle prime scuole sindacali istituite negli anni Cinquanta, anche i consulenti del lavoro hanno, sin dagli albori della loro associazione, deciso di dedicare una parte delle attività sindacali alla formazione e alla informazione degli associati, dotandosi di un proprio centro studi e una propria rivista. Già dal 1960, infatti, veniva stampato e distribuito il periodico “Il Consulente”, rinominato poi nel 1980 “Il Consulente Milleottantuno” con riferimento alla legge n. 1081/1964 costituente l’albo professionale dei consulenti del lavoro.
 
L’esigenza associativa di avere un centro studi è legata al ruolo stesso del consulente del lavoro, che necessita di una formazione continua e di un aggiornamento costante, in quanto professionista deputato, per conto del datore di lavoro, alla cura degli adempimenti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori dipendenti, come prescritto dalla legge.
 
Segnatamente, il consulente, essendo incaricato della gestione degli adempimenti previdenziali ai sensi dell’art. 1 della legge n. 12/1979, deve determinare l’importo dei contributi che l’impresa deve versare agli enti pubblici previdenziali e assicurativi, attraverso l’individuazione del contratto collettivo di categoria comparativamente più rappresentativo (come stabilito dall’art. 1 del d.l. n. 338/1989, convertito in l. n. 389/1989). Rispetto alla qualificazione del rapporto, alla stipula del contratto di lavoro e alla sua “denuncia” alla pubblica amministrazione, il consulente, invece, analizza, in ragione delle specifiche esigenze dell’impresa, la fattispecie nella quale ricondurre il rapporto di lavoro e quale tipologia contrattuale utilizzare per impiegare il lavoratore subordinato e il relativo livello di inquadramento (per approfondire l’attività del consulente del lavoro come opportunità di raccordo tra ordinamento statuale e ordinamento intersindacale si consiglia la lettura di G. PIGLIALARMI, La funzione del consulente del lavoro, Adapt University Press, 2020).
 
Dunque, già da queste due significativi esempi circa il ruolo che svolge il consulente del lavoro nel nostro ordinamento, e considerata la complessità della legislazione in materia di lavoro e della contrattazione collettiva, appare chiara la necessità di avere un proprio centro studi deputato non soltanto alla elevazione professionale degli iscritti al sindacato, ma anche come presidio dei principi di certezza del diritto e di trasparenza dell’azione amministrativa, indispensabili nell’esercizio della professione e nei rapporti con gli enti previdenziali.
 
Al fine di perseguire gli scopi statutari, l’ANCL si avvale, quindi, di un proprio centro studi nazionale quale strumento scientifico al servizio della categoria (art. 5 dello Statuto dell’ANCL). In un ambito di continui cambiamenti normativi, il centro studi ANCL offre agli iscritti un supporto nell’interpretazione e nella corretta esecuzione dei sempre più complessi adempimenti imposti dalla legge e dalla contrattazione collettiva.
 
Il centro studi, anche su impulso degli associati, dell’Ufficio di Presidenza Nazionale e del Consiglio Nazionale, approfondisce i problemi di politica di categoria predisponendo relazioni e proposte da presentare a organi istituzionali. Si adopera altresì per una presenza attiva dell’associazione nelle sedi di formulazione delle proposte legislative.
 
Frequente è anche la partecipazione a ricerche in collaborazione con università italiane ed enti di ricerca. Inoltre, il centro studi sviluppa attività di ricerca, studio e documentazione per supportare gli associati nelle materie del diritto del lavoro e della legislazione sociale, del diritto tributario, del diritto sindacale e delle relazioni industriali, della gestione delle risorse umane, dell’organizzazione e gestione dell’impresa e degli studi professionali, del diritto d’impresa e di ogni altra materia di interesse professionale per gli associati.
 
Peculiare e per certi versi “storico” è il servizio di risoluzione dei quesiti formulati dagli iscritti, che sovente si rivolgono al centro studi per trovare delle soluzioni rispetto a problemi applicativi del diritto del lavoro e del diritto tributario. Il centro studi si occupa anche di redigere circolari, approfondimenti e manuali operativi, di curare i contenuti degli organi di stampa associativi, tra cui la rivista bimestrale “Il Consulente Milleottantuno” e la rubrica di informazione settimanale “Il Notiziario ANCL”.
 
Al fine di contribuire all’arricchimento professionale e all’aggiornamento tecnico e culturale degli iscritti, il centro studi ANCL organizza poi corsi di formazione per i consulenti del lavoro, gli associati ed i loro dipendenti e collaboratori, oltre che convegni e giornate di studio, sia a livello nazionale che locale, sia in presenza che in modalità virtuale, avvalendosi di una propria piattaforma di formazione online.
 
Tutte queste attività sono svolte grazie al contributo volontario di più di 40 consulenti esperti sparsi per il territorio nazionale, oltre alla collaborazione di una serie di professionisti esterni tra cui avvocati e ricercatori. In sostanza, è un centro studi e ricerche nazionale finalizzato a raccogliere idee e punti di vista differenti per soddisfare le necessità degli iscritti di ogni territorio.
 
Si potrebbe dire, in definitiva, che il centro studi non rappresenta altro che un ulteriore strumento di supporto sindacale che consente agli iscritti di ricevere chiarimenti, informazione e formazione riguardo a tematiche fondamentali per l’esercizio della professione di consulente del lavoro.
 

Francesco Lombardo
Scuola di dottorato in Apprendimento e innovazione nei contesti sociali e di lavoro

ADAPT, Università degli Studi di Siena

@franc_lombardo

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