Storie di azione e contrattazione collettiva – Il Fondo TRIS per affrontare la grande trasformazione del lavoro

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Dando seguito al percorso previsto nel “Patto per innovazione, produttività, occupabilità e responsabilità sociale” firmato il 17 ottobre scorso, Farmindustria, Federchimica e le Organizzazioni Sindacali (FILCTEM CGIL, FEMCA CISL, UILTEC UIL) hanno posto le basi, con un avviso comune, sottoscritto il 14 febbraio 2018, all’istituzione di un Fondo Bilaterale di Solidarietà denominato TRIS (Tutele, Riqualificazione, Innovazione, Sostegno), destinato ai lavoratori del settore chimico-farmaceutico.

 

La costituzione del Fondo, primo nel panorama industriale italiano, si basa sulle previsioni ex Art. 26, comma 10, del D.lgs 148/2015, che permettono, per i settori in cui sono previsti i trattamenti di integrazione salariale, l’istituzione, attraverso accordi collettivi stipulati tra le organizzazioni sindacali e imprenditoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, di Fondi Bilaterali di Solidarietà. I Fondi in questione possono essere istituiti per le seguenti finalità:

 

a) assicurare prestazioni integrative, in termini di importi o durate, rispetto alla NASpI in caso di cessazione del rapporto di lavoro ovvero prestazioni integrative, in termini di importo, rispetto ai trattamenti di integrazione salariale;

b) prevedere un assegno straordinario per il sostegno al reddito, riconosciuto nel quadro dei processi di agevolazione all’esodo, a lavoratori che raggiungono i requisiti previsti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato nei successivi 5 anni;

c) contribuire al finanziamento di programmi formativi di riconversione o riqualificazione professionale, anche in concorso con gli appositi fondi nazionali o europei;

d) prevedere l’erogazione di prestazioni ulteriori volte a perseguire sempre le finalità di cui sopra.

 

Nello specifico, nelle intenzioni delle parti, il Fondo TRIS, in un quadro coordinato con gli strumenti legislativi vigenti di sostegno al reddito e/o di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro, attraverso soluzioni compartecipate tra aziende, lavoratori e Stato, erogherebbe prestazioni di politica attiva e passiva, quali:

 

a) il prepensionamento del lavoratore, accompagnandolo economicamente, con un ponte di massimo cinque anni, verso la pensione di vecchiaia o anticipata;

b) la staffetta generazionale, attraverso la possibilità per il lavoratore vicino al pensionamento di passare ad orario part time (con il Fondo che integrerà i contributi per le ore non lavorate) e contestuale assunzione di nuove leve;

c) l’incentivazione all’esodo;

d) il riscatto della laurea;

e) prestazioni legate a percorsi di riconversione/riqualificazione professionale.

 

Ad esempio, nel caso del prepensionamento, le risorse con cui finanziare le prestazioni erogate potrebbero nascere da un mix di fonti: una aziendale (con il contributo che l’azienda versa nel Fondo), una proveniente dal lavoratore (attraverso l’Ape Social e la Rita) e una di origine pubblica (con la NASpI).

 

Nonostante nel nomen del Fondo ci sia il termine “solidarietà”, la prestazione erogata dal Fondo, e riferita al singolo lavoratore di una determinata impresa, sarà finanziata esclusivamente dai versamenti effettuati dall’impresa stessa, e ciò solo nel momento in cui decidesse volontariamente di utilizzare questa opportunità: non vi è quindi la creazione di un fondo di risorse comune a più imprese, ma l’impresa utilizzerà i servizi del Fondo in base all’ammontare dei versamenti da essa effettuati. L’accesso al Fondo sarà affidato alla contrattazione aziendale o a quella con le OO.SS. territoriali, ferma restando la volontarietà del lavoratore di accedervi.

 

La gestione del Fondo (che non ha personalità giuridica e costituisce gestione autonoma dell’INPS) e l’erogazione delle prestazioni sarà affidata all’INPS. All’avviso comune di creazione del Fondo seguirà poi, entro 90 giorni, un decreto del Ministero del Lavoro e dell’Economia con cui si provvederà all’istituzione del Fondo presso l’INPS. Il Fondo, inoltre, consentirebbe di erogare queste prestazioni a condizioni economiche più vantaggiose rispetto alle opzioni ora disponibili: per vedere l’entità di questi risparmi bisognerà aspettare il decreto ministeriale di istituzione del Fondo.

 

Le parti sono consce che la grande trasformazione del lavoro che stiamo vivendo porti alla necessità, anche per i sistemi di relazioni industriali, di definire nuovi strumenti: questi dovranno essere implementati nell’ottica di aiutare le imprese e i lavoratori ad affrontare il nuovo contesto economico, produttivo e demografico. E proprio questo Fondo, negli intenti delle parti, è lo strumento utile per dare risposta a questa esigenza, così da “migliorare produttività e occupabilità, aggiornare le competenze professionali, favorire il ricambio generazionale, l’invecchiamento attivo e l’assunzione dei giovani”, tutto ciò anche in un’ottica di responsabilità sociale.

 

I firmatari evidenziano, e questo è un punto di assoluto interesse, che il Fondo non nasce per rispondere a situazioni contingenti di crisi, bensì nasce “dalla consapevolezza che servono strumenti concreti per affrontare i rapidi cambiamenti che la rivoluzione digitale e tecnologica impone, con l’inserimento di nuove figure professionali e di nuove competenze”, ciò sia per rendere più innovative e competitive le imprese che per tutelare maggiormente i lavoratori.

 

Concludendo, il Fondo TRIS è una proposta fortemente innovativa e attenta alle evoluzioni economiche, produttive e demografiche che stiamo vivendo, che conferma, ancora una volta, la qualità del sistema di relazioni industriali proprio del settore chimico-farmaceutico.

 

Carlo Zandel

Scuola di dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro

Università degli Studi di Bergamo – ADAPT

@CarloZandel

 

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