Smart working per gli statali, la “flessibilità” rivendicata da Brunetta? Finora solo sulla carta: in Comuni e ministeri non più di 8 giorni al mese di lavoro agile

Luigi Franco (il Fatto Quotidiano, 7 gennaio 2022)

 
A metà ottobre il ministro ha disposto la prevalenza del lavoro in presenza: ogni amministrazione può concedere ai dipendenti (previo accordo individuale) di stare a casa al massimo per il 49% del tempo. Ora una nuova circolare raccomanda di tener conto dell’andamento dei contagi, perché finora il limite “è stato perlopiù interpretato su base settimanale: al massimo due giorni su cinque”, spiega il segretario generale della Flp Marco Carlomagno. Lo conferma una ricognizione del fattoquotidiano.it. Nel Comune di Palermo lavoro agile concesso solo ai fragili, a Bari solo martedì scorso è stata eliminata la soglia del 20%. In Lombardia ed Emilia in smart non più del 40% dei dipendenti. Al Tesoro tetto di 6 giorni al mese, all’Interno 5.
 
Dagli otto giorni di smart working al mese possibili per i dipendenti del comune di Milano al lavoro sempre in presenza al comune di Palermo. È lo spettro in cui si sono mosse gran parte delle pubbliche amministrazioni dopo il 15 ottobre. Cioè dall’entrata in vigore del decreto ministeriale di Renato Brunetta che ha riportato i lavoratori pubblici in ufficio, dopo che il governo Conte II aveva deciso di considerare il lavoro da casa come una modalità ordinaria in fase emergenziale
 

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