Rifondare i centri per l’impiego: domande e risposte

Egregio Titolare,

 

visto che sui media la questione dei centri per l’impiego è ancora di stretta attualità, questi pixel si lanciano, senza rete, a provare a rispondere alle delicatissime domande che Ella ha posto a chiusura del precedente post sul tema.

 

La prima domanda è: “cosa garantisce che questi due miliardi annui (ed oltre, forse) non finirebbero nel gigantesco sciacquone dei progetti pubblici senza analisi ex ante ed ex post e l’unica occupazione creata non sarebbe quella dei dipendenti dei centri?”.

 

La risposta non può che essere secca, riferendosi ai dati disponibili oggi (si ribadisce, oggi): nulla garantisce che i 2 miliardi di cui si parla per il potenziamento dei centri per l’impiego non siano ennesima spesa pubblica improduttiva.

Il perché di questa risposta, forse tranciante, è semplice: appunto fin qui dei due miliardi ci si è solo limitati a parlare. Manca totalmente, ad oggi, qualsiasi pianificazione dell’investimento, tanto che è ancora non è chiaro se si tratti di una spesa una tantum (se così fosse, meglio desistere da subito, non servirebbe a nulla).

 

Dunque, l’assenza di un piano rivela che, sempre ad oggi, non si sia appunto svolta nessuna analisi ex ante dell’efficacia dell’idea

 

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