Sostenibilitร dei sistemi sanitari
Quali criticitร odierne riscontra sui sistemi sanitari e sulla loro sostenibilitร nel tempo?
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Lโinvecchiamento della popolazione e lโaumento di condizioni di malattia cronica comporta aumento di domanda di servizi sanitari e quindi aumento di costi. Spesso perรฒ il vero bisogno non รจ primariamente sanitario ma di sostegno e socializzazione, e diventa sempre piรน difficile soddisfarlo in contesti in cui il tessuto sociale si fa sempre piรน individuale, frammentato e destrutturato. In questo modo la domanda sanitaria viene ipertrofizzata. La mancanza poi di una rete articolata di risposta sanitaria sul territorio fa si che la domanda si riversi tutta su strutture centralizzate non finalizzate a questo scopo (per organizzazione e per formazione del personale), con maggior disagio per gli utenti, minore efficacia di risposta, percezione di inefficienza delle strutture e aumento dei costi.
Aumenta anche la domanda di prestazioni sanitarie determinata in realtร da un concetto ipertrofizzato di โdiritto alla saluteโ, che sottrae risorse ad interventi necessari per garantire invece a tutti un piรน realistico โdiritto alle cure e allโassistenzaโ.
L’aumento delle malattie croniche negli anni condurrร a una domanda di servizi sanitari e prestazioni sociali maggiori, secondo Lei saranno in grado di rispondere adeguatamente a questa necessitร ?
Occorre prevedere modelli di risposta modulati per intensitร , articolati e sinergici nella realizzazione, fortemente orientati alla prevenzione, gestiti da professionisti appositamente formati.
Eโ necessario poi prevedere sistemi che non pretendano di supplire al deficit di tessuto sociale ma tendano invece a favorirne la ricostruzione e lo sviluppo, offrendo cioรจ risposte che non annullino la responsabilitร e la solidarietร sociale ma la favoriscano essendo ad essa sussidiari e funzionali. Eโ necessario promuovere, sostenere, educare la competenza delle persone e del loro contesto naturale di vita a percepire e conoscere il bisogno di salute ed a impiegare le risorse fondamentali che ogni componente della comunitร spesso giร possiede ma non รจ abituato a riconoscere e stimare.
Lavorare durante e dopo la malattia
Secondo la sua visione, dove si riscontrano le maggiori difficoltร nel reinserimento/inserimento/convivenza con la malattia al lavoro all’interno delle aziende di questo gruppo di persone affette da malattie croniche?
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Spesso la difficoltร a far incontrare le due esigenze (bisogno di protezione da una parte e di produttivitร dallโaltra) dipende piรน da difficoltร di comunicazione tra le due parti che da problemi oggettivi. La comunicazione puรฒ essere difficile per lโesistenza, da parte di entrambi, di posizioni di pretesa aprioristica, di paura per condizioni non conosciute e quindi ritenute non governabili, di scarsa propensione al cambiamento (adattamento a nuove condizioni), di incertezza dal punto di vista normativo e contrattuale. Questo puรฒ accadere sia in grandi aziende (che possono avere maggiori opportunitร di reinserimento, per maggiore versatilitร delle attivitร , ma approccio piรน impersonale) sia in aziende medio-piccole, dove il rapporto puรฒ essere piรน diretto ma le opportunitร oggettivamente minori.
Ci sono naturalmente anche situazioni in cui la condizione di malattia non รจ di fatto conciliabile con le caratteristiche dellโattivitร lavorativa svolta.
Come risolvereste le criticitร che ha appena menzionato?
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La presenza di un medico del lavoro con funzione di medico compente allโinterno dellโazienda puรฒ essere un fattore importantissimo di mediazione, se e quando ritenuto perรฒ un vero consulente globale, sia da parte del datore di lavoro che dal lavoratore, e non solo un garante dellโesecuzione di obblighi normativi.
La realizzazione, presso la strutture ospedaliere di medicina del lavoro, di ambulatori e centri finalizzati al reinserimento lavorativo, che possano essere interlocutori dei medici competenti, dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei medici di medicina generale.
La definizione di criteri normativi e contrattuali che diano certezze per la gestione di queste problematiche, a tutela perรฒ di entrami gli interlocutori: devono cioรจ garantire un sano equilibrio tra le diverse finalitร delle parti, stimolando e sostenendo contemporaneamente sia le risorse reali residue del lavoratore malato, sia la creativitร imprenditoriale del datore di lavoro.
La creazione-facilitazione di percorsi formativi complementari per riorientare professionalitร che, pur valide, devono trovare nuove condizioni per poter continuare ad esprimersi.
Secondo la vostra esperienza, cosa significa per i malati cronici ritornare al lavoro?
Maggiore opportunitร di benessere globale e sicurezza personale, familiare e sociale, anche in condizioni mutate di salute.
Quali interventi state mettendo in campo per l’inclusione sociale dei malati cronici?
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Ambulatori specificamente mirati a: visite per lโaccertamento dellโidoneitร specifica al lavoro richieste da Datori di Lavoro (ex art. 5, legge n. 300), visite specialistiche di medicina del lavoro per pareri definiti โcomplessiโ richieste dai medici di medicina generale, ambulatorio malattie rare e lavoro, ambulatorio obesitร e malattie correlate (diabete, sindrome metabolica) e lavoro, visite specialistiche di soggetti disabili e adulti in difficoltร .
Iniziative nelle aziende di promozione della salute per la prevenzione delle malattie croniche.
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Conciliazione vita-salute-lavoro
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Secondo Lei, quali politiche sociali รจ possibile adottare per agevolare la situazione dei malati cronici?
Flessibilitร negli orari di lavoro. Estensione del โlavoro a domicilioโ o โlavoro a distanzaโ.
Abbattimento di barriere. Garanzie, ed eventualmente facilitazioni, per lโaccesso ai controlli sanitari e ai trattamenti terapeutici e riabilitativi senza pregiudizio per il rapporto e lโattivitร di lavoro.
Politica di sostegno alla famiglia e ai caregivers.
Quale contributo possono dare le aziende sulle politiche di conciliazione? ย
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Ricerca per lo studio, progettazione e sperimentazione di processi, organizzazioni e condizioni (sedi e tecnologie) di lavoro funzionali alle persone con malattie croniche.
Programmi aziendali di prevenzione e promozione alla salute
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Secondo Lei, in che modo รจ cambiato il concetto di prevenzione e promozione alla salute allโinterno delle aziende?
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Nelle aziende di medie-grandi dimensioni si guarda alla prevenzione e promozione della salute (piรน che in passato, anche se ancora con molte difficoltร e resistenze) come ad un investimento sul capitale umano e sullโefficienza. In questo aiutano i grandi gruppi multinazionali, importando anche nelle nostre realtร lavorative concezioni, logiche ed esperienze che allโestero sono un poโ piรน praticate.
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Secondo Lei, quali interventi di wellness puรฒ adottare lโazienda per un dipendente malato cronico?
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Interventi sui menรน offerti dalle mense. Favorire lโattivitร fisica. Interventi sugli orari di lavoro e pause. Offerta di opportunitร riabilitative facilmente conciliabili con gli orari di lavoro.
Avete mai avuto esperienze su questo tipo di interventi di wellness aziendali?
Fino ad ora solo in termini di formazione del personale
Relazioni industriali
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Nel sistema di contrattazione collettiva, cosa manca affinchรฉ si possa gestire al meglio un rapporto di lavoro di un dipendente malato cronico?
Non so rispondere.
Considera che la disciplina del diritto del lavoro attuale serva ad offrire una tutela adeguata ai lavoratori affetti da malattie croniche?
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Serve senzโaltro a garantire livelli di tutela significativi, ma probabilmente ha margini di miglioramento.
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Pensa che lo stato di malattia cronica di un lavoratore faccia perdere alle aziende lโinteresse a continuare con il rapporto di lavoro? Se si perchรฉ?
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In generale si a causa della presunta minore efficienza e produttivitร , soprattutto se la professionalitร espressa dal lavoratore malato non รจ peculiare ed elevata.
Fabiola Silvaggi
Scuola di dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro
ADAPT, Universitร degli Studi di Bergamo
@Fabiola Silvaggi
* Direttore UOC Protezione e Promozione Salute dei Lavoratori, Fondazione IRCCS Caโ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano.
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Rapporto tra malattie croniche e mercato del lavoro – Intervista a Luciano Riboldi