Net-work for NEET, un progetto di inclusione e sviluppo territoriale – I protagonisti: la Cooperativa Generazioni FA

Il presente contributo si inserisce nell’ambito delle attività di ricerca, comunicazione e diffusione delle azioni intraprese e dei risultati ottenuti dal progetto Net-work for NEET, finanziato dal bando “Orientamento formazione lavoro” della Fondazione Istituti Educativi Bergamo

a cura di Tomaso Tiraboschi

 

Generazioni FA, cooperativa sociale di Bergamo, è uno dei partner del progetto Net-work for Neet che da fine del 2020 propone percorsi di orientamento, formazione e inserimento lavorativo dedicati ai NEET presenti sul territorio. Abbiamo intervistato Jole Villa, responsabile area di servizi mamma/bambino, che ci racconta la realtà di Generazioni FA e come sta proseguendo il progetto.

 

Generazioni FA, chi siete e qual è la vostra storia?

 

J. Villa: La cooperativa Generazioni Fa nasce nel 2018 dalla fusione di due cooperative: FAmille che si occupava di gestione di servizi relativi all’area minori e famiglie e Generazioni che invece si occupava di servizi per anziani, entrambe presenti da anni sul territorio della città di Bergamo e della Valle Seriana. La passione e l’attenzione per i minori e le famiglie fragili hanno radici ancora più lontane infatti la Cooperativa FAmille aveva avviato i suoi primi passi all’interno di AFA (Associazione Famiglie Accoglienza), realtà di accoglienza storica sul territorio della Bassa Bergamasca.

 

Quali attività svolgete e quali aree sociali coprono? 

 

J. Villa: La cooperativa gestisce servizi per anziani e servizi per minori e famiglie in situazione di fragilità; attiva anche eventi di tipo culturale (per esempio il DFestival presso l’ex centrale di via Daste e Spalenga a Bergamo dal 17 al 22 settembre) consci che la transizione verso una società più accogliente possa avvenire solo attraverso piccoli passi compiuti assieme. In particolare, per quanto riguarda l’area minori e famiglie i servizi attivi sono i seguenti: comunità per adolescenti maschi, appartamenti per minori stranieri non accompagnati, comunità mamma/bambino, appartamenti per le autonomie sia per neomaggiorenni che per nuclei famigliari, accoglienza di donne vittime di violenza, centri diurni per adolescenti.

 

 

Su quale principio si basa il vostro agire nella società?

 

J. Villa: L’attenzione all’accoglienza e al cambiamento possibile all’interno delle relazioni e dei territori sono le caratteristiche che contraddistinguono il nostro agire: la realtà che conosciamo e che incontriamo quotidianamente ci sollecita costantemente in queste direzioni ed è per questo che ci attiviamo in tali direzioni.

 

Qual è il vostro ruolo all’interno del progetto Network for Neet?

 

J. Villa: Abbiamo partecipato alla stesura del progetto portando l’esigenza specifica delle giovani donne con figli, in situazioni di fragilità, che si trovano ad affrontare le medesime difficoltà dei coetanei maschi ma con l’ulteriore carico della gestione dei figli. Il vissuto di difficoltà che già hanno sulle spalle (se sono all’interno dei nostri servizi questo aspetto è un dato di fatto) spesso complica l’accesso al mondo del lavoro che di per sé ha le sue esigenze e le sue criticità: il dover tener conto delle esigenze dei figli, di orari di accesso ai servizi per l’infanzia, di scarse reti famigliari o amicali di supporto, chiaramente complica il tutto. Da queste considerazioni è appunto nato il filone specifico di Network for Neet rivolto alle giovani donne tra i 18 e 29 anni. Come operatori in quest’ambito sentiamo forte l’esigenza di trovare soluzioni valide per l’inserimento di questo target di donne nel mondo del lavoro. Senza lavoro non esiste nessun valido progetto di autonomia.

 

All’interno del progetto, di quale target vi occupate principalmente? A che punto siete arrivati? Qual è la vostra impressione?

 

J. Villa: In collaborazione con una collega, la dott.ssa Monica Migliorati, sono coordinatrice delle attività relative al così detto Target 2 (dedicato a donne tra i 18 e 29 anni). Superata la sfida iniziale (il progetto era ai blocchi di partenza proprio a febbraio 2020 quando tutto si è fermato a causa del Covid) ora resta quella di essere all’altezza delle aspettative; il bisogno è veramente grande, le singole storie delle donne che hanno iniziato il percorso, sono variegate e riuscire a tenere la presa è una bella sfida. Come operatori crediamo molto in questo progetto perché ha l’ambizione di voler affrontare la “questione NEET” da vari versanti: in particolare credo molto nella figura del coach che si occupa di “prendere per mano” la persona che si approccia al progetto e con lei individuare gli specifici problemi di tenuta e mettere in atto le strategie utili per superarli (tutti I NEET sanno che sarebbe bene trovare lavoro, o studiare, ma i piccoli o grandi ostacoli che si trovano davanti nella quotidianità impediscono di raggiungere la meta).

 

Quale risultato vi aspettate dal progetto e quali prospettive?

 

J. Villa: l’augurio è che il territorio di Bergamo si ritrovi, alla conclusione del Progetto Neetwork for Neet, più ricco quantomeno nella conoscenza del “fenomeno NEET”, sia nel suo complesso (per poterne comprendere la portata) che nell’individuazione delle peculiarità di ogni storia di vita che hanno condotto a quell’esito. Solo la conoscenza ci permetterà di immaginare soluzioni efficaci a lunga tenuta e possibilmente ipotizzare una continuazione del progetto Network for Neet.

 

Tomaso Tiraboschi

Learning Manager & ADAPT Senior Research Fellow
@tomtir

 

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