Cisl insoddisfatta dell'ok Fiom a Marchionne. "Landini dica che hanno sbagliato"

All’indomani dell’annuncio di 1.500 posti di lavoro aggiuntivi a Melfi, i sindacati si dividono. La polemica divampa tra le organizzazioni firmatarie degli accordi con Marchionne, in particolare la Cisl, da una parte e la Fiom dall’altra.
A scatenarla l’intervista a Repubblica di Maurizio Landini che ha detto «bravo» a Marchionne per le assunzioni annunciate e ha chiesto «all’azienda e agli altri sindacati di voltare pagina» nelle relazioni industriali.
 
La replica più autorevole è venuta dalla segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: «Siamo contenti che anche il segretario della Fiom abbia detto bravo a Marchionne. Peccato che sia una conversione un po’ tardiva».
 
Ma il giudizio più duro è di Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl: «Pur di avere visibilità mediatica, Landini si dimentica oggi quel che aveva detto solo poche settimane fa quando prediceva in tv la fine della Fiat in Italia. Landini è simile a Salvini: per apparire, ambedue puntano sulla paura degli italiani. Landini scommette sulla paura del futuro».
Quanto al merito sindacale, per il leader dei metalmeccanici della Cisl «l’annuncio delle nuove assunzioni a Melfi è la dimostrazione che la strada degli accordi con l’azienda porta i suoi frutti. Se avessimo seguito la Fiom, dopo Termini Imerese la Fiat avrebbe avuto gioco facile a chiudere Pomigliano. Landini dice il falso quando sostiene che le assunzioni in Italia sono dovute agli investimenti e non ai nostri accordi. Senza quegli accordi non ci sarebbe stata alcuna assunzione semplicemente perché oggi non ci sarebbero le fabbriche».
 
Con queste premesse sembra ardua l’ipotesi di una riconciliazione tra le sigle sindacali: «Landini chiede di voltare pagina? Comincino loro. Dice di voler accettare gli accordi anche quelli in cui la Fiom è in minoranza. Ci mancherebbe: in Fiat la Fiom è a pezzi, è ormai il quarto sindacato. In ogni caso hanno rifiutato il sistema di elezione dei delegati che avevamo proposto. La realtà è che loro rispettano il risultato del referendum in fabbrica solo quando sono d’accordo. Se vogliono davvero voltare pagina riconoscano di aver sbagliato in tutti questi anni quando ci chiamavano complici della Fiat. Capita di sbagliare no?».
 
A rendere ancora più incandescente la polemica un comunicato della Fiom di ieri mattina che ironizzava sul fatto che a Melfi è stato firmato un accordo per 300 nuove assunzioni e non per 1.000 come annunciato da Fca. Si tratta in realtà del primo gruppo dei nuovi assunti come era scritto nello stesso comunicato ufficiale di lunedì in cui l’azienda garantisce mille nuovi assunti nella fabbrica lucana «entro i prossimi tre mesi». «La Fiom non solo non fa accordi ma ormai non sa più nemmeno leggere quelli fatti dagli altri», è il commento di Ferdinando Uliano, responsabile auto nazionale della Fim.
 
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