ITS e apprendistato: presentati i risultati della ricerca frutto della collaborazione tra Fondazione ADAPT e Intesa Sanpaolo

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Bollettino ADAPT 9 ottobre 2023, n. 34
 
L’apprendistato di alta formazione e gli ITS sono strumenti ancora troppo poco diffusi e raggiungono un numero purtroppo residuale di giovani rispetto alle università, nonostante rappresentino un’opportunità importante per contribuire a risolvere alcuni dei problemi che giovani ed imprese incontrano sul mercato del lavoro. Tra questi vi è sicuramente il tema del declino demografico, a seguito del quale i giovani sono sempre meno e quelli che ci sono devono essere adeguatamente formati per rispondere alle richieste di un mercato sempre più specializzato e bisognoso di figure preparate e dotate delle competenze richieste. Basti pensare che negli ultimi vent’anni il numero di lavoratori tra i 50 ed i 65 anni è quasi raddoppiato (+91%) ed oggi un lavoratore su tre ha più di 50 anni.  Accanto a ciò, vi sono poi le sfide poste dall’abbandono scolastico e dal tasso di disoccupazione giovanile, con ben il 17,8% dei giovani che ricade tra i cosiddetti NEET, ovvero coloro che non sono iscritti a nessun percorso di istruzione o formazione e non lavorano. Si tratta di un tasso tra i più alti in Europa.
 
Proprio per questo Fondazione ADAPT ed Intesa Sanpaolo hanno deciso di collaborare alla realizzazione di un progetto dalla quale ha preso forma una ricerca dal titolo Skill Alliance – L’apprendistato di alta formazione per il conseguimento del diploma ITS: dati, esperienze, prospettive che ha l’ambizione di fornire spunti concreti per creare sinergie tra aziende e istituti formativi e di rafforzare, negli imprenditori e nelle istituzioni scolastiche, la convinzione che la formazione professionalizzante degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS) l’apprendistato di alta formazione possono contribuire a generare un nuovo modo di fare scuola e di fare impresa.
 

I risultati di questa ricerca sono stati presentati lo scorso mercoledì 4 ottobre, in un evento dedicato. I lavori sono stati aperti da Francesco Seghezzi, Presidente di Fondazione Adapt, che ha inquadrato le ragioni ed i motivi che hanno convinto della necessità di investire in questa ricerca. Successivamente sono intervenuti, per Intesa Sanpaolo, Paolo Bonassi, Executive Director Strategic Support, Elisa Marsala Zambito, Responsabile Social Development and University Relations ed Anna Roscio, Executive Director SME Sales and Marketing, Banca dei Territori Division. Grazie a questi contributi è stato possibile approfondire le ragioni alla base di questa progettualità, nell’orizzonte più ampio delle strategie dedicate all’inclusione sociale dei giovani e allo sviluppo sostenibile dei territori portate avanti da Intesa Sanpaolo, alla luce della doppia transizione verde e digitale che stiamo sperimentando.

 
Successivamente, sono stati presentati i risultati emersi dalla ricerca condotta. Dalla survey realizzata è emerso un dato molto interessante, vale a dire che delle 77 Fondazioni coinvolte 39 utilizzano già l’istituto dell’apprendistato come strumento utile ad avviare al mondo del lavoro i giovani iscritti ai propri corsi, mentre ben 33 vorrebbero invece attivare percorsi di questo tipo. L’interesse verso questo istituto è quindi elevato. Si tratta di un dato significativo, che deve far ben sperare in un considerevole aumento dei contratti di questo tipo, soprattutto in prospettiva delle risorse e degli investimenti che il PNRR mette a disposizione per i prossimi anni.
 
Nonostante, infatti, un tasso di placement a 12 mesi estremamente positivo, che si attesta all’81% per le Fondazioni che non attivano contratti di apprendistato ed all’86% per quelle che vi fanno ricorso, tra il 2018 ed il 2022 sono stati attivati solo 608 contratti di apprendistato di alta formazione e ricerca, per lo più concentrati in pochi settori e territori. In particolare, quasi la metà delle Fondazioni ITS (18 su 39) che scelgono di implementare l’apprendistato di alta formazione e ricerca si concentrano in tre regioni del Nord (Piemonte, Lombardia e Veneto), mentre i settori maggiormente coinvolti sono quelli delle Nuove tecnologie per il Made in Italy (ambito: sistema meccanica), delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione e dell’Efficienza energetica.  Si tratta di una criticità legata a diversi aspetti, tra i quali rientrano lo scarso interesse da parte delle aziende, le quali spesso non sono a conoscenza delle opportunità connesse a questo tipo di sperimentazione o si scontrano con una burocrazia poco chiara e che assorbe troppe risorse. Accanto a ciò vi è poi la mancanza spesso di incentivi regionali e le difficoltà legate alla gestione organizzativa della didattica dal punto di vista della conciliazione formazione – lavoro.
 
Cionondimeno si tratta di uno strumento dalle grandi potenzialità non solo per i giovani, i quali ricevono una formazione altrimenti difficile da ottenere attraverso i canali “tradizionali”, ma anche per le aziende, le quali possono così anticipare il recruiting senza gravare sul tasso di abbandono formativo e di programmare le assunzioni anche con largo anticipo. In seconda istanza, gli ITS che si avvalgono dell’apprendistato di alta formazione e ricerca mettono a disposizione delle imprese profili dotati di competenze innovative e flessibili, a volte anticipando i bisogni stessi del mercato del lavoro. Infine, questo strumento permette di riqualificare persone al momento escluse dal mercato, garantendo al contempo ad essi un contratto ed un salario, ed alle aziende la possibilità di accedere ad un bacino di recruiting più ampio e diversificato.
 
La premessa perché tutto ciò si affermi è l’adeguata conoscenza dello strumento e dei benefici che è in grado di generare. Per questo è fondamentale promuovere azioni di orientamento tra studenti, imprese e operatori. È inoltre importante formare professionalità in grado di progettare, sviluppare e seguire questi percorsi ed infine, è necessario individuare una cabina di regia comune a livello nazionale in grado di coordinare e garantire un certo livello di omogeneità su tutto il territorio. È quanto mai necessario, infatti, superare la frammentazione normativa a livello territoriale e soprattutto promuovere la disciplina dell’apprendistato di alta formazione e ricerca all’interno di tutti i CCNL. Si tratta spesso, infatti, di una disciplina che semplicemente non è prevista in alcuni CCNL, i quali quasi sempre si soffermano sull’applicazione di altri tipi di apprendistato come quelli duale o professionalizzante. Altri interventi dovrebbero limitare lo squilibrio di genere che ancora persiste (solo il 26,7% degli iscritti di sesso femminile), aumentare le infrastrutture e gli spazi e soprattutto garantire una certa omogeneità delle performances, in modo che non si creino divari troppo ampi a livello settoriale e territoriale anche in questo ambito (per approfondire questi dati, si guardi a Le prospettive del sistema ITS Academy. Dati e spunti dall’ultimo rapporto di monitoraggio INDIRE di Matteo Colombo, in questo Bollettino).
 
Conclusa la presentazione della ricerca, l’evento ha poi visto la realizzazione di una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Guido Torrielli (Presidente rete ITS Italia), Luciano Pero (Docente di Organization Theory and Design presso il MIP-Politecnico di Milano) e Luca Pedrazzini (Direttore Generale Sorint.lab), dai quali sono giunti suggerimenti, critiche e apprezzamenti riguardo alle prospettive del sistema ITS e al ruolo dell’apprendistato in esso. Tra gli elementi più interessanti emersi durante questo dialogo ci sono state le riflessioni sui fondi legati al PNRR e su come questi cambieranno e il panorama ITS nei prossimi anni, grazie agli investimenti previsti e già stanziati. In particolare, sono state segnalate dal Presidente Torrielli alcune criticità evidenti riguardo alle tempistiche, a volte troppo strette e incerte, ed all’ organizzazione e supporto delle Fondazioni. Anche l’approccio delle imprese è stato al centro di questo dialogo, sottolineando la necessità di progettare ed investire guardando al domani, aprendosi a collaborazioni strutturate con il sistema educativo e, più in generale, con il territorio. È fondamentale infatti adottare, da parte delle imprese, un approccio che deve essere di lungo periodo, proiettato al futuro e pronto a fare rete, sfruttando le potenzialità che l’apprendistato di alta formazione e ricerca e gli ITS mettono a disposizione. In conclusione, ci si è concentrati sul futuro di questa ricerca e sulle prossime attività legate al progetto Skill Alliance.
 
Vi sarà infatti una seconda fase progettuale composta da una serie di iniziative su scala locale e territoriale, nella consapevolezza che si tratta di una sinergia, quella tra ITS ed apprendistato di alta formazione e ricerca, in grado di contribuire in modo significativo sia allo sviluppo dei settori più tradizionali dell’economia italiana, sia per affrontare e governare fenomeni dal forte impatto quale la transizione green e digitale, investendo in prima battuta sulle competenze dei più giovani.
 

Michele Corti

ADAPT Junior Fellow

@michele_corti

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