Il nodo è il contratto a tutele crescenti

Il Ddl delega sul Jobs act slitta a settembre: non è stato calendarizzato in Aula al Senato fino all’8 agosto, giorno di chiusura dei lavori per la pausa estiva. Lo slittamento è stato deciso ieri, dalla conferenza dei capigruppo del Senato, che ha dato priorità alla riforma costituzionale e alla conversione di quattro decreti legge in scadenza.
 
Nonostante questo ennesimo rinvio, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, conferma: «Manterremo l’impegno che abbiamo assunto verso l’Europa di chiudere con l’approvazione entro la fine dell’anno». Resta ancora da sciogliere il nodo dell’articolo 4, relativo al contratto a tutele crescenti che chiama in causa l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che disciplina la reintegra in caso di licenziamento illegittimo, su cui la maggioranza resta divisa.
 
Ancora non è stata fissata la riunione tra capigruppo dei partiti di maggioranza e il ministro Poletti per definire
una linea comune sul tema, dopo che il precedente vertice si è chiuso con un nulla di fatto. Cautela da parte del ministro Poletti: «La legge delega è una legge proposta dal Governo che è sostenuto da una maggioranza affer-
ma-. Il merito della delega è scritto lì, le distanze che ci sono in una maggioranza, che è composta da componenti diverse, sono composte nel testo della delega». I capigruppo dell’area centrista della maggioranza, ovvero di Scelta civica, Nuovo centro destra, Popolari per l’Italia e gruppo per le Autonomie, hanno sottoscritto l’emendamento di Pietro Ichino che delega al Governo ad adottare entro sei mesi un decreto legislativo con un testo unico semplificato della disciplina dei rapporti di lavoro, con il contratto a tempo indeterminato a protezione crescente, senza alterare l’attuale articolazione delle tipologie contrattuali.
 
Per il contratto a tempo indeterminato in caso di licenziamento non scatterebbe più la tutela reale dell’articolo 18 (confermata solo per i licenziamenti discriminatori), ma il pagamento di un indennizzo di importo crescente in base all’anzianità di servizio. Diversa la posizione del Pd che, invece, propone di congelare l’applicazione dell’articolo i8 solo per il periodo di prova iniziale, per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro. In commissione Lavoro è stato accantonato l’articolo 4 (riordino delle forme contrattuali) che con ogni probabilità sarà esaminato a settembre prima del passaggio all’Aula.
Sono stati esaminati tutti e cinque gli altri articoli con le deleghe in materia di ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro e politiche attive, semplificazione delle procedure e degli adempimenti, maternità e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, e la prossima settimana verranno approvate alcune riformulazioni di emendamenti. «Saremo veloci nell’esame a settembre assicura il relatore, Maurizio Sacconi (Ncd) resta  aperto il problema di una riforma vera che richiede il superamento dell’articolo 18».
 
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Il nodo è il contratto a tutele crescenti
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