Il mio canto libero – Un percorso di ricerca sul fair trade globale

Bollettino ADAPT 17 ottobre 2022, n. 35
 
Il seminario sul futuro del commercio globale, promosso nei giorni scorsi da ADAPT e svoltosi presso il Cnel, ha consentito di confermare la utilità di un percorso di ricerca. Questa ha proprio il compito di approfondire aspetti fondamentali della convivenza, oltre le contingenze e le emergenze, sollecitando i decisori a prendere anche decisioni di lungo periodo.
 
Le persistenti tensioni geopolitiche indotte dalla guerra, dalla pandemia e dalle strozzature negli scambi di molti beni primari non devono infatti condurre alla divisione del mondo in due blocchi. La ripresa del libero commercio implica peraltro un risveglio della dimensione multilaterale, la sola che può generare un sistema di regole essenziali universalmente accettate e riferite ai bisogni fondamentali dell’umanità.
 
Se l’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha già definito alcuni core standards (libertà sindacale e contrattuale, salute e sicurezza nel lavoro, proibizione di lavoro schiavo e minorile) inseriti nei trattati commerciali, non altrettanto è accaduto per la sicurezza della salute e dell’alimentazione. Non si tratta di pretendere l’immediato rispetto globale di tutte le regola definite da OMS e FAO ma di individuare quelle tra esse che, in quanto basiche e strumentali, possono diventare clausole inderogabili degli accordi di libero scambio. Basti pensare alla necessità di condividere standard di identificazione della evidenza scientifica, di qualità dei principi attivi farmaceutici e di trasparenza delle informazioni relative a calamità e contagi. O norme sulla sicurezza ed equità del commercio di alimenti e dei contesti ambientali in cui si producono.
 
Le violazioni di queste disposizioni accertate da organi indipendenti dovrebbero poi condurre alla risoluzione dei trattati. Si tratta di un approccio pragmatico che non impone le stesse norme per tutti ma avvia un percorso graduale di ampliamento delle regole universali qualunque sia il livello di sviluppo dei Paesi. Un metodo bottom up, realistico, che si oppone alla pretesa illuministica di un immediato, pesante, sistema regolatorio dalla diffusa ineffettività. Solo in questo modo si potrà bilanciare la necessità di sostenere economie ormai fortemente interconnesse con il perseguimento di obiettivi di benessere integrale. L’alternativa sarà il risveglio di protezionismi giustificati dalla paura della contaminazione, dalla diffidenza per le opacità, dalle contestazioni di forme di concorrenza sleale.
 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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