Il ritorno della cassa integrazione trova alleati Di Maio e sindacati

Lunedì prossimo il ministro Luigi Di Maio dovrebbe presentare un testo per reintrodurre la cassa integrazione per cessata attività, come aveva annunciato occupandosi del caso Bekaert. Sarà importante vedere le soluzioni che verranno fuori perché i sindacati metalmeccanici che ieri hanno presidiato il ministro dello Sviluppo economico chiedono che la Cig speciale sia concessa solo a fronte della presentazione di un preciso piano industriale e non come una sinecura. Ma è chiaro che il revival della cassa ha un valore particolare, fotografa il mutato spirito del tempo e segna nel dibattito politico italiano la sconfitta dei sostenitori della flexsecurity.

 

Un filone che è stato largamente egemone nel decennio passato e che si è giovato via via delle idee di Pietro Ichino, Tito Boeri, Tiziano Treu, Tommaso Nannicini, Marco Leonardi. Giuristi ed economisti del lavoro che hanno sostenuto opzioni differenti tra loro ma accomunati da una matrice culturale modernista. Chi ha sostenuto queste tesi non può oggi che vedere un ritorno al passato anche perché vede saldarsi politiche orientate a ridurre l’età pensionabile (la quota 100) e ad allungare gli ammortizzatori sociali. Così si finisce per prefigurare un «turnover sussidiato» che sul breve può far comodo alle imprese che hanno bisogno di ringiovanire il capitale umano ma che alla lunga abbassa il tasso di partecipazione al lavoro…

 

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