Ancora sul Ponte Morandi: l’intesa del Gruppo Iren tra flessibilità e solidarietà

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«Genova ha i giorni tutti uguali» cantava nel 1988 Paolo Conte in “Genova per noi”: la realtà sembra averlo tristemente smentito, posto che gli oltre due mesi di tempo trascorsi da quel tragico 14 agosto scorso non sono stati sufficienti per scalfire lo sconforto generale in cui è incorsa la Città, “piegata” dal crollo (imprevedibile?) del viadotto Polcevera dell’autostrada A10, meglio noto come “Ponte Morandi”. Una città già da tempo in ginocchio, restia, tuttavia, ad abbandonarsi alla frustrazione o a rifugiarsi nei fasti ricordi del glorioso passato, cui guarda con orgoglio per ridisegnare un futuro che in questo preciso momento storico non sembra, né potrebbe sembrare, tra i più promettenti.

 

Il Governo non è rimasto inerme e, con il c.d. “Decreto Genova” (d.l. n. 109/2018, convertito, con modifiche, dalla l. n. 130/2018), ha predisposto una serie di misure d’urgenza in vista della ristrutturazione del Ponte, che ruotano attorno alla figura di un Commissario Straordinario libero di agire in deroga ad ogni disposizione diversa da quelle penali e salvo solo il rispetto del Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione (d. lgs. n. 159/2011).

 

La mano pubblica, tuttavia, per quanto solerte nel rispondere legislativamente ai disagi, nulla o poco potrà fare di buono se non accompagnata e guidata nella sua missione da quella caparbietà e da quello spirito di resilienza che caratterizza l’animo italico e, in particolare, quello genovese. Caparbietà e spirito di resilienza che, ancora una volta, trovano terreno fertile nel campo della contrattazione collettiva: dopo la fattiva esperienza di Leonardo S.p.A., il cui sistema di relazioni industriali si è dimostrato più che sensibile alle istanze dei dipendenti di quei siti produttivi coinvolti negativamente dal tragico evento, a scendere in campo, questa volta, è il Gruppo capeggiato da Iren S.p.A., multiutility quotata alla Borsa Italiana che, con oltre 100 anni di storia e una struttura da holding industriale con sede a Reggio Emilia, opera in diversi settori, dall’energia elettrica al teleriscaldamento, dalla distribuzione e vendita di gas alla gestione dei servizi idrici integrati, passando dai servizi ambientali di raccolta e smaltimento dei rifiuti fino ad arrivare ai servizi per le Pubbliche Amministrazioni.

 

Con l’accordo siglato a Genova il 18 ottobre scorso e intitolato, eloquentemente, “Emergenza Ponte Morandi”, il Gruppo Iren e le rappresentanze sindacali unitarie genovesi sono intervenute sul contenuto dell’accordo di gruppo del 19 gennaio 2017 che disciplina, tra le altre cose, l’orario di lavoro dei dipendenti di Iren S.p.A., e di cui vengono ampliati i margini di flessibilità in esso già contenuti.

 

Nel Gruppo Iren, infatti, si assiste a un doppio regime di flessibilità, che si divide tra “flessibilità giornaliera” e “flessibilità ultra-giornaliera”: la prima, più ricorrente nei moderni sistemi industriali, concede al complesso o a gruppi omogenei di lavoratori, esclusi coloro i quali sono adibiti a turni o semi-turni e/o che svolgono la propria attività operativa in squadra, di iniziare il servizio quotidiano non ad un’ora predeterminata e inderogabile, ma bensì entro una fascia oraria che, ai sensi dell’accordo del 2017, è ricompresa tra le 7:45 e le 9:00, con compensazione nell’arco della giornata. La seconda, invece, concessa in via alternativa a chi non usufruisce della prima, consente al fruitore di determinare liberamente e di volta in volta l’orario della prestazione quotidiana, collocandolo entro predefinite fasce di flessibilità in entrata e in uscita che, nell’architettura tempistica del Gruppo, sono comprese tra le ore 7:45 e le ore 9.30 per lo scaglione mattutino e tra le ore 16:00 e le ore 19:30 per quello pomeridiano: l’obiettivo di questo articolato sistema è di garantire la presenza contemporanea di tutti i lavoratori della struttura interessata in determinate fasce orarie che, per i dipendenti Iren, è compresa tra le ore 9:30 e le 16:00, eccezion fatta per i venerdì durante i quali essa si riduce fino alle 12:45, di modo tale che la somma algebrica tra l’orario della prestazione effettiva e la durata ordinaria dell’attività dia forma ad un saldo, positivo o negativo ma mai superiore alle otto ore, che dovrà poi essere conguagliato entro la fine dell’anno solare, superata la quale eventuali saldi positivi diventano inutilizzabili e non monetizzabili, mentre quelli negativi comporteranno una corrispondente riduzione del monte ferie/permessi/festività.

 

Per effetto del regime transitorio e derogatorio introdotto il 18 ottobre scorso e valido sino al 30 giugno 2019, salvo un’eventuale proroga nel caso in cui perduri lo stato d’emergenza che ne ha giustificato l’implementazione, la fascia oraria della flessibilità giornaliera viene raddoppiata, risultando estesa dalle ore 7:00 fino alle ore 9:30, ferma la naturale compensazione durante l’arco della giornata; per il personale con regime di flessibilità ultra-giornaliera, invece, è previsto un ampliamento di ulteriori 45 minuti rispetto a quelli già usufruibili.

 

L’impatto derogatorio dell’accordo sottoscritto a ottobre scorso, inoltre, invade anche altri spazi e altri momenti dell’organizzazione produttiva: per quel che riguarda la flessibilità, in particolare, essa non si esaurisce nelle suddette eccezioni al generale e ordinario regime tempistico della prestazione, ma si staglia anche rispetto ai meccanismi di registrazione degli accessi che, in attesa dell’introduzione del tablet aziendale, avviene ancora per il tramite della timbratura. Su richiesta del lavoratore interessato e previa verifica della Direzione del Personale, si riconosce la possibilità di effettuare la timbratura non più in una determinata ed unica sede, ma alternativamente tra più sedi o impianti tra quelli predefiniti all’interno dell’accordo stesso che, in sostanza, coincidono con gli stabilimenti del Gruppo situati nelle adiacenze delle zone colpite dal drammatico evento.

 

In continuità con quanto previsto dall’accordo del 19 gennaio 2017, ove si accenna a un confronto fra le parti in vista dell’introduzione di sistemi di “smart working tali da favorire la conciliazione tra tempi di vita privata e tempi di vita lavorativa (il principio del c.d. “work-life balance”), l’accordo derogatorio ribadisce tale volontà negoziale, stavolta in chiave di misura di emergenza e fungendo quasi da stimolo alla proattività delle parti contrattuali che, finalmente, hanno dato attuazione all’istituto con l’accordo di gruppo siglato a Roma il 24 ottobre (solo sei giorni, appunto, dopo la firma del patto d’emergenza), implementandolo su base volontaria e nel limite di un giorno a settimana, fermo restando il divieto di prestazioni straordinarie.

 

Ancora in ottica emergenziale e sempre al fine di alleviare i disagi derivanti dalle interruzioni e deviazioni dell’ordinario traffico stradale, l’Azienda si dimostra disponibile a valutare la possibilità di attivare abbonamenti per treni o bus per i dipendenti che abbiano specifiche esigenze connesse allo stato di emergenza da cui scaturisce l’accordo in commento.

 

Le deroghe introdotte transitoriamente a partire dal 22 ottobre scorso denotano la spiccata sensibilità che il Gruppo Iren manifesta nei confronti non solo del proprio personale dipendente: iniziative simili, profondamente intrise di una rilevanza sociale che sorpassa i confini del mero incremento della produttività per coinvolgere l’intera comunità territoriale che gravita attorno al perimetro industriale del Gruppo, non rappresentano né un unicum né una novità nel panorama delle relazioni industriali in Iren, già da tempo improntate all’insegna della responsabilità sociale d’impresa, dell’innovazione e della sostenibilità dell’azione produttiva. Costituiscono prova di ciò le diverse iniziative tramite le quali il Gruppo tende a riversare parte dei suoi benefici a vantaggio della comunità sociale, come, tra gli altri, “Pro Ultra 70”, rivolto all’assistenza degli ultrasettantenni nella stesura della bolletta, e “Cibo per tutti: verso l’emporio solidale a Reggio Emilia”, che spicca per la finalità di intercettare conferitori di cibo e di generi di prima necessità in una logica di sussidiarietà orizzontale. Tra i tanti progetti, merita una segnalazione a parte il programma “Eduiren”, il laboratorio educativo del Gruppo capace di coinvolgere oltre 90.000 studenti e circa 700 istituti scolastici in offerte formative volte a sensibilizzare la comunità rispetto al delicato tema della sostenibilità, nonché protagonista dell’evento “Noiâtri pe voiâtri”, manifestazione tenutasi a Genova domenica 7 ottobre per offrire solidarietà agli sfollati. La penetrante collaborazione con le scuole, tra l’altro, è confermata dai 135 studenti che, in modalità di alternanza scuola-lavoro, sono entrati nella realtà industriale targata “Iren”.

 

La contrattazione collettiva, in definitiva, risponde ancora una volta “presente” alle istanze di solidarietà delle vittime della recente tragedia, dimostrandosi fido alleato della Città nel risollevarsi dalle macerie. Genova resiste, forte anche dello spirito di resilienza infuso dai sistemi di relazioni industriali ivi insediatisi, grazie ai quali, oggi, può affrontare con coraggio, e vincere, «la paura che ci fa quel mare scuro e che si muove anche di notte e non sta fermo mai» (ancora Paolo Conte in “Genova per noi”).

 

Andrea Tundo

ADAPT Junior Fellow

@tundo_andrea

 

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Ancora sul Ponte Morandi: l’intesa del Gruppo Iren tra flessibilità e solidarietà