Un impegno concreto verso i nostri giovani: le buone ragioni per sostenere la Scuola di ADAPT

Il 2016 si è da poco chiuso con inviti autorevoli, dal Santo Padre al Presidente della Repubblica, a spenderci tutti in modo più concreto in favore dei nostri giovani. Sarà questo uno dei temi con cui apriremo anche noi il nuovo anno incontrando a Bergamo, il prossimo 20 gennaio, Ferruccio De Bortoli che si è mostrato interessato a conoscere da vicino una Scuola che da tanti anni cerca di fornire un contributo non solo di idee e progetti ma anche di giovani preparati e motivati per dare il meglio di sé.
Sulla scia di queste preziose sollecitazioni e testimonianze mi permetto pertanto di rivolgermi a tutti voi in modo poco convenzionale per segnalare alla vostra attenzione la campagna di raccolta fondi che, come ogni anno, ADAPT avvia per finanziare borse di studio per la nostra Scuola di dottorato in collaborazione con imprese, centri di ricerca, studi professionali, associazioni datoriali e sindacali. Non sta certo a me parlare della bontà della nostra Scuola e della qualità dei nostri giovani. Mi limito a ricordare che dal 2007 la Scuola di ADAPT ha promosso e finanziato ben 271 borse triennali di dottorato, 110 contratti di apprendistato di alta formazione e ricerca, 64 assegni di ricerca annuali, 33 borse per corsi di alta formazione.

 

Ci metto cuore e passione – e anche la faccia – perché tengo molto ai tantissimi giovani che incontro in tutta Italia e spesso anche all’estero e che altro non chiedono a noi adulti se non una opportunità, l’occasione di essere messi alla prova e dimostrare il loro vero valore. È con questo intento che è nata la nostra Scuola che, oramai da oltre quindici anni, contribuisce nel suo piccolo, con metodi pedagogici che riteniamo innovativi e in linea con la grande trasformazione del lavoro, a formare le nuove generazioni di esperti dei temi del lavoro e delle relazioni industriali spiegando loro che lo studio, l’impegno, il sacrificio e l’idea di appartenenza a una comunità hanno ancora un senso perché non tutte le porte sono chiuse.

 

Viviamo un tempo cinico e distaccato, a mio avviso causa e non effetto della crisi economica e istituzionale che stiamo vivendo in Italia, dove raramente abbiamo la forza di gettare lo sguardo sul futuro, su quello che sta intorno a noi e su quello che verrà dopo di noi. Eppure basta guardare dentro di noi e pensare alla nostra storia personale e professionale per capire che anche noi abbiamo trovato, in passato, qualcuno che ha creduto in noi e, senza chiedere nulla in cambio, ci ha concesso una opportunità. Perché non concedere ora ad altri, ai giovani di oggi, l’occasione che a noi è stata data e che ci ha consentito di crescere professionalmente e dimostrare il nostro valore?

 

Questo e solo questo vi chiedo. Non un finanziamento a scatola chiusa, ma almeno il tentativo di andare oltre i tirocini seriali che mortificano i nostri ragazzi e pregiudicano la crescita e la progettualità delle nostre imprese. Abbiamo tanti giovani di valore che formiamo ed educhiamo nella Scuola di ADAPT e tanti altri li troveremo nelle nostre attività di scouting nelle scuole e nelle università, in Italia e all’estero. Mi piacerebbe farveli conoscere e con loro provare a progettare un percorso di apprendistato di alta formazione, un assegno di ricerca o anche una internship con il nostro dottorato industriale

 

Sono del resto i nostri ragazzi che contribuiscono da molti anni a un servizio prezioso e gratuito come il bollettino ADAPT e ad alimentare una ricca progettualità per concorrere alla creazione di contesti di lavoro più efficienti e produttivi anche perché più giusti e meritocratici. Credo che questi ragazzi meritino una opportunità, anche solo un colloquio informale, per poi valutare assieme se vi sono le condizioni per avviare iniziative comuni e di reciproca soddisfazione come le tante storie raccontate attraverso i nostri ADAPT frame possono concorrere a testimoniare.

 

La nostra è una vocazione educativa che non può svilupparsi pienamente e incisivamente senza esperienze reali in situazioni di compito offerte ai nostri ragazzi. Questo è il metodo che abbiamo ereditato dal nostro fondatore e questo è quanto cerchiamo di tramandare nella dimensione di quella che, nonostante tutto, resta una “bottega artigiana”. Sono pertanto a vostra disposizione per illustrare le attività della nostra Scuola e per farvi conoscere i nostri giovani. Nell’augurarmi il vostro interesse e un aiuto a diffondere l’iniziativa vi prego di contattarmi direttamente al mio indirizzo email: michele.adapt@gmail.com.

 

Michele Tiraboschi

Coordinatore scientifico ADAPT

@Michele_ADAPT

 

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