Proteggere i lavoratori, non i posti di lavoro

L’occupazione sale, ma è a termine

 

I dati Istat del 30 novembre confermano la tendenza recente nel mercato del lavoro italiano: il grosso della crescita occupazionale è trainato dall’aumento dei contratti a termine: l’89 per cento dell’incremento degli occupati dipendenti nell’ultimo anno è composto da contratti a termine, l’11 per cento da permanenti. In un anno, gli occupati a tempo indeterminato sono cresciuti dello 0,26 per cento (+39mila), quelli a termine del 14 per cento (+347mila).

 

Guardando agli altri paesi europei il caso italiano resta abbastanza particolare. La figura 1 mostra come nella maggioranza dei paesi europei l’occupazione a tempo indeterminato sia la forza trainante della ripresa occupazionale. In Germania e Portogallo, per esempio, la quasi totalità della crescita occupazionale è a tempo indeterminato. In Francia e Spagna, metà è a tempo indeterminato, metà a tempo determinato. In Italia, invece, la quota di assunti a tempo determinato è diventata dominante con la riduzione della decontribuzione legata alle assunzioni con contratto a tutele crescenti…

 

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