Welfare aziendale: ora anche le piccole imprese “imitano” le grandi

“Fare welfare in azienda. Guida pratica per imprese, consulenti, sindacalisti, operatori” è il nuovo manuale operativo di Adapt, che punta a fornire indicazioni per la costruzione di piani di welfare ragionati e non improvvisati.

 

C’è chi, come Facebook, offre il rimborso per la palestra, chi inserisce nella sua proposta contrattuale il benefit del dentista (Google), chi addirittura assistenza economica e legale per le adozioni (Amazon). Il boom del welfare aziendale, l’insieme delle pratiche dei datori di lavoro per favorire il benessere dei lavoratori attraverso una serie di servizi e prestazioni da affiancare alla classica retribuzione, non si ferma. E anzi, trova sempre nuove modalità per “fidelizzare” i propri dipendenti. Non si parla solo di grandi aziende multinazionali: che siano buoni pasto, soluzioni per il trasporto collettivo o contributi per la cura dei familiari, sono moltissime le imprese anche medio-piccole che hanno adottato una qualche forma di benefit per i propri lavoratori come parte della retribuzione. Anche e soprattutto grazie alle agevolazioni fiscali che la legge consente.

 

Secondo l’ultimo report sull’andamento dei premi di produttività del ministero del Lavoro, infatti, al 14 Novembre 2018 sono state 39.287 le dichiarazioni di conformità depositate ai fini della detassazione: il numero di accordi aziendali che ne prevedono la conversione in beni e servizi di welfare è in aumento rispetto agli anni scorsi, ed è una buona notizia…

 

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