Protocollo di Intesa tra ANCE e Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria: l’inclusione sociale attraverso programmi di formazione professionale edile

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Bollettino ADAPT 26 aprile 2021, n. 16

 

Lo scorso 16 marzo l’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e il Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria hanno siglato il Protocollo d’Intesa per la formazione e l’inclusione sociale dei detenuti presenti negli istituti penitenziari di Lazio, Abruzzo e Molise.

Le Parti hanno così espresso la volontà di realizzare percorsi ad hoc negli ambiti della formazione e dell’inserimento lavorativo interno ed esterno, impegnandosi reciprocamente per valorizzare le professionalità già formate e per creare nuove figure professionali.

 

Il Protocollo individua specifici percorsi formativi diretti, oltreché alla formazione di primo ingresso in cantiere, anche alla formazione, in via prioritaria, dei profili professionali di operatore strutture edili (ad es. muratori o carpentieri), manutentore aree verdi, carpenteria metallica, pittore/decoratore, elettricista e idraulico. I corsi di formazione potranno essere realizzati nell’ambito di percorsi condivisi con le Regioni competenti o organizzati in moduli formativi concordati con il Provveditorato.

A tal fine, anche attraverso le sue articolazioni territoriali, spetterà all’ANCE individuare i percorsi formativi meglio rispondenti alla domanda del mercato del lavoro di settore, tenendo conto delle differenze culturali e del multilinguismo. Inoltre, attraverso il sistema di enti bilaterali, l’Associazione datoriale renderà disponibili i docenti e fornirà i materiali necessari per la formazione.

Gli istituti penitenziari metteranno, invece, a disposizione le attrezzature utili per lo svolgimento dei corsi e provvederanno ad eventuali adempimenti di legge per la tutela antinfortunistica dei soggetti coinvolti nei percorsi formativi.

Da ultimo, spetterà al Provveditorato fornire, attraverso la propria banca dati, le professionalità formate di interesse per l’ANCE, nella prospettiva di ricollocare i detenuti interessati presso ditte esterne. Coloro che avranno terminato il percorso formativo, laddove sia permessa l’attività lavorativa all’esterno o sia comunque terminata la misura detentiva, potranno essere inseriti nel circuito di settore del portale Borsa Lavoro Edile Nazionale (BLEN.it) e saranno supportati dall’Ente bilaterale territoriale ai fini dell’inserimento lavorativo.

 

Inoltre, allo scopo di illustrare in maniera più dettagliata i contenuti e le modalità attraverso cui si svolge la formazione di settore, le Parti hanno corredato il Protocollo di un’Appendice descrittiva di alcuni progetti coordinati dal Formedil (Ente Bilaterale Nazionale per la formazione edile) e realizzati dalle Scuole edili territoriali.

La prima sezione dell’Appendice è dedicata alla formazione di base, sia per i nuovi ingressi che per i lavoratori già dipendenti, così come delineata dopo l’Accordo assunto in sede di Conferenza Stato Regioni del 21 dicembre 2011.

Pur mantenendo ferma l’impostazione prevista per i precedenti corsi denominati “16oreprima”, la nuova Agenda formativa mira a: a) produrre per l’allievo al primo ingresso nel settore una conoscenza sostanziale finalizzata a sapersi muovere in cantiere e a sapere svolgere correttamente le operazioni elementari; b) tener conto del vissuto professionale del lavoratore con esperienza che già conosce il cantiere e che svolge da tempo determinate mansioni.

Un ulteriore aspetto essenziale, più volte ribadito nei documenti che costituiscono l’Appendice, è rappresentato dall’ approccio pratico alla formazione e dallo svolgimento di attività laboratoriale attraverso le attrezzature necessarie.  Viene, inoltre, dato rilievo alla dimensione relazionale non solo tra docente e discente, ma anche tra lavoratori giovani e lavoratori con esperienza.

 

Un modulo specifico è poi dedicato alla formazione dei lavoratori incaricati dell’uso delle attrezzature che richiedono conoscenze e responsabilità particolari ex art. 71, comma 7, D.lgs. 81/08. Il percorso formativo, rivolto a operatori di macchine e attrezzature da cantiere edile e stradali, intende formare le competenze professionali dei partecipanti attraverso l’offerta di un percorso didattico comune differenziato, però, sulla base del livello professionale del singolo. L’Agenda Formativa di ciascun modulo, indipendentemente dalla tipologia e dai contenuti, si articola in cinque fasi che scandiscono il tempo formativo.

La scelta dell’approccio professionalizzante posticipa l’esame della normativa, mirando alla comprensione della macchina, delle sue proprietà, dei suoi limiti d’uso e del contesto in cui si opera. La fase operativa riguarda, infatti, il lavoro con la macchina ed è caratterizzata da una forte contestualità nel trasferimento di procedure professionali e di correlate consapevolezze di prevenzione. La distinzione netta “teoria/in aula e pratica/in piazzale-laboratorio” non sembra, quindi, essere particolarmente efficace per il settore che punta, invece, a realizzare percorsi in cui tutte le dimensioni si intersecano.

 

Di non minore importanza per la formazione dei lavoratori, nonché per i processi di inclusione e integrazione sociale, sono gli aspetti legati al linguaggio e al glossario di termini utilizzati in cantiere. Le specificità del settore edile richiedono, infatti, un forte coordinamento tra i lavoratori che, molto spesso, sono chiamati ad operare in contesti mutevoli e a svolgere mansioni differenti. A tal fine, il Formedil ha prodotto, insieme alla Scuola Edile di Perugia e all’INAIL locale, un software (BABELE) rivolto sia a lavoratori radicalmente non italofoni, sia a coloro che possiedono competenze linguistiche minime.

Comprendere e sapersi esprimere sono prerequisiti essenziali per lo sviluppo dell’apprendimento formale e informale che necessitano di essere implementati attraverso i dati esperienziali acquisiti “per contatto” in cantiere e attraverso saperi formalizzati.

 

Progetti formativi, quelli così illustrati, che le Parti firmatarie del Protocollo mirano a realizzare cooperando con gli enti bilaterali di settore, attraverso la gestione di moduli ben strutturati, basati sulle esigenze delle singole realtà carcerarie e volti a rilasciare un attestato di specifica abilitazione.

Il dialogo già avviato dall’ANCE e dal Provveditorato per la Regione Lazio, sulla scia di positive esperienze portate a termine in alcuni istituti penitenziari, proseguirà nei prossimi mesi anche per Abruzzo e Molise.

 

Silvia Rigano

Scuola di dottorato in apprendimento e innovazione nei contesti sociali e di lavoro

ADAPT, Università degli Studi di Siena

@Silviarigano

 

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