Perché le imprese dovrebbero investire nell’alternanza scuola-lavoro?

“Perchè le imprese dovrebbero investire nell’alternanza scuola-lavoro?” Questa domanda, nella sua semplicità ma allo stesso tempo nella sua complessità, è stata il fil rouge del convegno Scuola e lavoro, nuove relazioni. L’alternanza possibile” tenutosi a Bologna lo scorso 4 giugno presso il MAST e che ha visto coinvolte le aziende del territorio che hanno avviato alcune sperimentazioni di alternanza scuola-lavoro, come Carpigiani Group, o di formazione duale, come Ducati Motor e Automobili Lamborghini, rappresentanti del Gruppo nazionale Alternanza, delle imprese e del mondo politico.
La risposta a tale domanda è stata altrettanto semplice e diretta ed ha visto concordi tutti i relatori: il tessuto imprenditoriale italiano, non potendo competere come altri Paesi sul costo del lavoro, deve puntare su due fattori di competitività fondamentali: ricerca e innovazione. E per fare ciò le imprese hanno bisogno della scuola. Nello specifico, hanno bisogno che la scuola formi giovani dotati di uno spiccato pensiero critico e creativo, in modo tale da sviluppare non solo tecnici capaci e competenti in grado di far crescere le imprese, ma anche gli imprenditori di domani. Ma, come le imprese hanno bisogno della scuola, così la scuola ha bisogno delle imprese, creando così un modo diverso di fare scuola, ma anche di fare impresa.
 
Come ricordato da molti relatori, lo stesso successo del tessuto imprenditoriale bolognese si deve proprio allo stretto legame che si venne a creare fin dal secondo dopoguerra tra le imprese del territorio e l’IIS Aldini Valeriani Sirani, storico istituto tecnico industriale che da sempre sforna, oltre a numerosi validi professionisti, anche molti manager ed imprenditori oggi a capo delle maggiori aziende del territorio.
Grazie a tale correlazione tra la scuola ed il tessuto imprenditoriale locale, nel corso degli anni numerosi studenti hanno avuto la possibilità di entrare all’interno delle imprese e toccare con mano non solo i processi produttivi, ma anche le complesse strutture ed i processi organizzativi propri di una azienda, portando così ad una consapevolezza maggiore delle proprie aspirazioni professionali e ad un approccio pragmatico verso il mondo del lavoro.
 
Il legame tra il sistema scolastico e il mondo imprenditoriale non appartiene solo al passato. Anche nel presente è possibile annoverare esempi di successo, come il caso di Carpigiani Group, che insieme all’IIS Belluzzi Fioravanti e all’IIS Bartolomeo Scappi ha creato percorsi, nel primo caso di alternanza scuola-lavoro, nel secondo caso di apprendistato, per gli studenti dei due istituti. Lo scopo è stato di progettare insieme alle scuole due percorsi di istruzione che portassero al raggiungimento di determinate competenze immediatamente spendibili e che fungessero da primo trampolino di lancio nel mondo del lavoro per gli studenti che ne hanno preso parte.
Come sottolineato dall’Amministratore Delegato Andrea Cocchi, sarebbe stato molto più semplice, sia per l’azienda che per le scuole, prevedere un periodo di stage estivo durante il quale far affiancare gli studenti da operatori esperti. Tuttavia, la complessità attuale del mercato del lavoro richiede risorse umane in grado di gestire tale complessità, e per fare ciò sono necessarie non solo competenze tecniche specifiche, ma anche, e soprattutto, competenze trasversali. Per fare ciò, lo stage, che mira principalmente all’acquisizione di competenze specifiche di una determinata professionalità, non è sufficiente. Serve uno strumento che sia in grado di formare gli studenti a 360 gradi sulla vita aziendale, e l’alternanza scuola-lavoro è parso essere l’ideale. Questa è stata la motivazione principale che ha spinto la Carpigiani Group ed i due istituti a co-progettare tali percorsi.
La co-progettazione insieme alle scuole è anche la solida base del progetto Dual Education System Italy (DESI) realizzato da due marchi storici del territorio bolognese come Ducati e Lamborghini che, insieme agli IIS Aldini Valeriani Sirani e Belluzzi Fioravanti, hanno sviluppato un percorso ispirato al sistema di istruzione duale tedesco che prevede un biennio di 1.500 ore in cui gli studenti alterneranno periodi di formazione in aula presso i due istituti a periodi presso i Training Centers aziendali dove, affiancati da trainers esperti, saranno coinvolti in un apprendimento on the job.
Come sottolineato dalla Prof.ssa Elena Ugolini, Dirigente Scolastico del Liceo Malpighi di Bologna e Consigliere di Fondazione Ducati nonché membro del team di progettazione di DESI, molti ragazzi oggi abbandonano la scuola a causa dell’inefficacia dei percorsi di istruzione tradizionali, con particolare riferimento alle ore di laboratorio, che dovrebbero esserne invece il punto di forza, soprattutto per quanto concerne istituti tecnici e professionali. La strategia vincente del progetto DESI, così come dei percorsi creati da Carpigiani Group, è stata proprio la co-progettazione insieme alle scuole, che ha permesso di capire le esigenze aziendali e quelle scolastiche per farle convogliare in un unico percorso integrato mirato all’acquisizione sia di conoscenze che di competenze immediatamente spendibili nel mercato del lavoro.
 
Per una co-progettazione efficace, il punto di partenza è il coinvolgimento dei docenti prima ancora che degli studenti: portandoli difatti all’interno dei diversi contesti produttivi si fornisce loro la possibilità di toccare con mano i processi, consentendo dunque una comprensione più rapida e chiara delle tecnologie e del contesto aziendale per capire e condividere gli obiettivi finali e il traguardo che si desidera far raggiungere agli studenti. Naturalmente la co-progettazione è soltanto il primo passo per la realizzazione di un percorso integrato scuola-azienda, che deve essere affiancata dalla co-valutazione degli apprendimenti e soprattutto dalla condivisione dei linguaggi. Non è raro infatti che scuola e impresa parlino talvolta lingue differenti: ad esempio, la scuola ha il primario obiettivo di far ottenere ai propri studenti un determinato livello di conoscenze per il conseguimento del Diploma di istruzione superiore, mentre l’ impresa punta al raggiungimento di competenze e performance. Entrambi obiettivi fondamentali che non sono contrastanti ma complementari. Co-progettazione, co-valutazione e condivisione dunque le tre assi portanti di un percorso di integrazione scuola-azienda di successo.
 
Come ben sottolineato dall’intervento di Paolo Cavicchioli, membro del Consiglio Direttivo di Confindustria Modena, l’integrazione scuola-azienda non dovrebbe tuttavia fermarsi soltanto al livello della scuola secondaria superiore, ma trovare un proprio spazio anche all’interno dell’istruzione universitaria. Se infatti durante il boom economico del secondo dopoguerra l’economia italiana è stata sorretta dalla ricerca e innovazione portata avanti da validi e preparati periti specializzati, ora questo non è più sufficiente. Affinché il sistema italiano torni ad essere competitivo diventa sempre più fondamentale un livello di ricerca e innovazione d’eccellenza. L’ordinamento italiano fornisce tale possibilità, ad esempio tramite i dottorati industriali, tuttavia tristemente oramai noti per essere stati fino ad oggi un’opportunità sprecata tanto dalle imprese quanto dalle università.
Pare oramai che tanto le aziende quanto le scuole abbiano compreso il ruolo fondamentale che strumenti come l’alternanza scuola-lavoro possono avere per il rilancio del nostro sistema Paese. Spetta ora al mondo politico riuscire ad avere una visione unitaria del tema, compito certamente delicato e complesso. Passi avanti sono stati certamente fatti con il ddl de La Buona Scuola, ma ancora tanto può e deve essere fatto per incentivare sempre di più forme di cooperazione e progettazione congiunte.
 
 
Carlotta Piovesan
Scuola di dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro
ADAPT, Università degli Studi di Bergamo
@CarlottaPiovesa
 
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