Sui “nuovi voucher” una scelta ideologica

A circa due mesi di distanza, la manovrina di qualche settimana fa sembra aver colmato il vuoto normativo sul lavoro occasionale che come Confcommercio avevamo denunciato, ma non ha affrontato minimamente il fulcro di tutta la vicenda.

Questa è solo una soluzione parziale che non va ad interessare l’occasionalità della prestazione di lavoro, come dovrebbe fare, piuttosto si concentra sulla dimensione dell’impresa.

Abbiamo seguito con attenzione l’iter della vicenda sin dai suoi albori, da quando lo scorso 17 marzo in Gazzetta Ufficiale è stata sancita l’abolizione definitiva dei voucher che ha privato gli imprenditori italiani di uno strumento fondamentale per le loro aziende e per i collaboratori.

Per chi non se lo ricorda o non ha avuto modo di approfondire la questione, anche su questo blog avevo analizzato l’argomento, sostenendo da subito che si “stavano confondendo ancora una volta gli abusi che si stavano perpetrando, con la grande utilità che lo strumento portava sia alle aziende, soprattutto quelle del commercio, del turismo e dei servizi, e sia ai lavoratori che ne hanno beneficiato”.

Avevamo poi apprezzato il provvedimento del Governo che aveva deciso di tracciare l’utilizzo dei voucher perché eravamo convinti che non si dovesse buttar via il bambino con l’acqua sporca…

 

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