Le sfide dell’apprendistato e il ruolo del Consulente del lavoro: i dati del XV rapporto ISFOL

I giovani restano le vittime della crisi. Il XV Rapporto di Monitoraggio ISFOL ci conferma nuovamente che, negli ultimi due anni, la crisi ha inciso sul fronte della struttura occupazionale con una generale diminuzione del tasso occupazionale in tutte le classi d’età e che i giovani tra i 15 – 19 anni hanno sfiorato il -4% del tasso di disoccupazione. Diversamente, il tasso di occupazione dei giovani fino ai 29 anni è pari al 29,4%, valore ancora troppo basso considerando che lo strumento dell’apprendistato dovrebbe favorire l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Gli interventi che si sono susseguiti nel tempo, infatti, a partire dal Testo Unico dell’Apprendistato, il cui ambizioso obiettivo era di farlo diventare volano della occupazione, si sono rivelati perlopiù di restyling senza incisive misure di politica attiva.
 
Dopo quattro anni dall’approvazione del Testo Unico il contratto di apprendistato professionalizzante si conferma vincente. Dall’ultimo Rapporto ISFOL emerge che è la tipologia preferita dalle aziende rappresentando il 90% dei contratti nel 2013, con un numero di attivazioni che ammonta a circa 451.000. Inoltre, i flussi dei dati UNIEMENS evidenziano che il settore che ha maggiormente scontato l’apprendistato è quello artigiano ad eccezione di alcune Regioni quali, Molise, Marche e Sardegna, mentre negli altri settori i flussi sono rimasti invariati. Con gli ultimi provvedimenti normativi, però, e l’approvazione del nuovo decreto legislativo n. 81/2015, ci dovremmo aspettare una diminuzione della promozione, diffusione e attivazione di questo strumento contrattuale? In questa direzione, gli attori del mercato del lavoro dovrebbero essere in grado di non far perdere il “valore” dell’apprendistato che, costantemente, è nella morsa delle riforme del nostro Paese. I Consulenti del Lavoro, dunque, potranno e dovranno continuare ad avere quella responsabilità che permette loro di promuovere l’apprendistato tra le loro aziende clienti e favorire l’inserimento dei giovani in contesti produttivi desiderosi di offrire momenti di formazione e crescita professionale, oltre che personale.
 
Il puzzle per genere, età e territorio. La mappatura dei lavoratori in apprendistato ci restituisce, poi, un quadro dell’evoluzione in termini di genere ed età piuttosto omogeneo. In questa direzione, si evidenzia un differenziale di genere che varia con il crescere dell’età. Le apprendiste sopra i 25 anni rappresentano quasi la metà dei contratti stipulati, ad eccezione delle Regioni del Mezzogiorno dove gli apprendisti uomini sono circa il 60%.
L’ampia forbice tra Nord e Sud dimostra che nel Nord Italia l’uso dell’apprendistato è maggiore e che le Regioni del Mezzogiorno hanno risentito della crisi stipulando, conseguentemente, meno contratti tra i giovani lavoratori.
 
L’attuazione del Testo Unico nella contrattazione collettiva. Il Rapporto Isfol evidenzia, inoltre, come la maggior parte dei Contratti collettivi faccia esclusivamente riferimento al Testo unico oppure alla Legge Fornero, e solo una parte marginale sia riuscita ad adeguarsi costantemente alle repentine novità introdotte negli ultimi anni. Questo, non è altro, che un tentativo di dare maggiore unitarietà alla gestione operativa del contratto ma l’ultimo intervento legislativo incide sull’ampio spazio riservato alla contrattazione collettiva privando la stessa della competenza riguardante la forma del contratto e piano formativo, della durata minima del rapporto di lavoro, della disciplina applicabile in caso di licenziamento illegittimo e del recesso del rapporto di lavoro.
 
Formazione vs il contratto a tutele crescenti. Il trend occupazionale si è dunque dimostrato negativo ma l’aumento dello scorso anno di circa il 4% dei contratti stipulati può essere attribuito ai due interventi di semplificazione ad opera del D.L. n. 34/2014 convertito con la Legge n. 78/2014. Complici, poi, le agevolazioni alle assunzioni a tempo indeterminato previste dalla Legge di Stabilità e dal nuovo modello a tutele crescenti. In questa direzione, infatti, il contratto di apprendistato ha inevitabilmente subìto una notevole flessione negativa già nei primi trimestri del 2015 e, ancora una volta, il Legislatore ha dato prova della sua poca attenzione verso l’onere e l’onore della formazione, considerata uno ostacolo e non un leva di placement, orientamento e vera àncora per i giovani.
 
Monica Zanotto
Scuola internazionale di dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro
ADAPT, Università degli Studi di Bergamo
@MonicaZanotto_
 
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