Equo compenso? Sì ma non da solo

Per tanto tempo si è sostenuto che le norme europee sull’antitrust impedissero la fissazione di tariffe per il lavoro professionale. Una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea sembra smentire questo assioma e ha dato il via libera ad una proposta che le ripristina.

A dire il vero non si parla di tariffe, bensì di parametri per l’equo compenso, utilizzando una terminologia già usata in un provvedimento diretto ai giornalisti, che però non è riuscito a garantire alcuna equità dei compensi. Speriamo che questa proposta abbia un esito migliore.

La proposta sull’equo compenso è il Disegno di legge 2858 , presentato su iniziativa dell’on. Sacconi. Essa ha il merito di affrontare il drammatico problema dei bassi compensi del lavoro autonomo professionale, ha il limite di affrontarlo in maniera parziale, con un intervento che, proprio per questa parzialità rischia di non garantire l’obiettivo di un equo compenso per tutti ed acquista uno sgradevole retrogusto corporativo.

Il problema è reale, da anni assistiamo ad un gioco al ribasso, un gioco lose-lose: perdono i professionisti mal pagati, perdono i committenti che acquistano servizi scadenti, perde il paese che non cresce.

La crescita dei working poor tra i liberi professionisti certifica che molto spesso il lavoro professionale non soddisfa le condizioni individuate dall’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) per poter essere definito decent work…

 

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