Sindacato, Michele Buonerba: “La penso come Landini, serve un nuovo grande sindacato per una nuova rappresentanza del lavoro”

La sfida sull’unità sindacale, lanciata da Maurizio Landini tramite il Diario del lavoro, mi ha sorpreso, data la sua biografia. Allo stesso tempo, non nascondo il piacere che ho provato nel leggerla, visto che ha espresso sostanzialmente quello che è anche il mio pensiero. In passato, invece, mi sono sentito distante dal movimentismo di Landini, forse autoreferenziale, soprattutto quando difese  ideologicamente il contratto nazionale durante la vertenza FIAT.

 

Verso la metà degli anni ’90 ricordo un titolo a tutta pagina del nostro quotidiano, Conquiste del lavoro: “sciolgo la CISL”. A pronunciare quelle parole fu Sergio D’Antoni, che si espresse con enfasi dimostrando una grande visione: nell’ambito del bipolarismo politico e della crescente frammentazione del lavoro, il miglior modo per rappresentare gli interessi sociali si sarebbe realizzato attraverso un grande e rinnovato sindacato  unitario. Sappiamo come reagì la CGIL di Sergio Cofferati a quella provocazione, e in questi oltre 20 anni il tema dell’unità è stato sostanzialmente escluso dagli ordini del giorno.

 

In quel periodo ero un giovane operatore alle prime armi, e mi interrogavo in merito all’efficacia dell’azione delle tre confederazioni, divise spesso anche rispetto all’unità d’azione…

 

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